7 marzo 1952. Muore Paramhansa Yogananda, maestro spirituale che ha portato il Kriya Yoga in Occidente.

Paramhansa Yogananda, nato Mukunda Lal Ghosh il 5 gennaio 1893 a Gorakhpur, in India, mostrò fin dall’infanzia una profonda inclinazione spirituale.
Cresciuto in una famiglia devota, fu guidato verso la ricerca interiore fin da giovane.
Nel 1910 incontrò il suo maestro, Swami Sri Yukteswar Giri, che lo istruì nelle antiche tecniche del Kriya Yoga, una pratica meditativa che permette di raggiungere una maggiore consapevolezza interiore e unione con il divino.
Dopo essersi laureato all’Università di Calcutta nel 1915, Yogananda entrò nell’ordine monastico degli Swami, assumendo il nome con cui sarebbe diventato famoso nel mondo.
La missione in Occidente e la fondazione della Self-Realization Fellowship
Nel 1920 Yogananda partì per gli Stati Uniti come delegato al “Congresso dei Religiosi Liberali” di Boston, dove il suo intervento fu accolto con grande entusiasmo.
Lo stesso anno fondò la Self-Realization Fellowship (SRF), un’organizzazione dedicata alla diffusione degli insegnamenti dello yoga e della meditazione nel mondo occidentale.
Nel 1925 stabilì la sede della SRF a Los Angeles, che divenne un importante centro spirituale e punto di riferimento per la sua missione.
Insegnamenti e diffusione del Kriya Yoga
Durante i suoi anni negli Stati Uniti, Yogananda tenne conferenze in tutto il paese, introducendo migliaia di persone alla meditazione e al Kriya Yoga.
I suoi insegnamenti combinavano saggezza orientale e principi del cristianesimo, enfatizzando la ricerca di Dio attraverso la pratica interiore.
Tra le sue influenze spirituali figuravano Gesù Cristo, San Francesco d’Assisi e altri mistici occidentali.
Il suo messaggio era chiaro: la realizzazione del divino è possibile per tutti, indipendentemente dalla religione o dalla cultura di appartenenza.
Il viaggio in India e l’incontro con Gandhi
Nel 1935 Yogananda intraprese un viaggio di 18 mesi tra Europa e India, incontrando figure di spicco come il Mahatma Gandhi, che chiese di essere iniziato al Kriya Yoga.
Durante questo periodo, il suo maestro Sri Yukteswar gli conferì il titolo di “Paramahansa”, che significa “Cigno Supremo”, un riconoscimento della sua elevata realizzazione spirituale.
Al ritorno negli Stati Uniti, continuò a diffondere i suoi insegnamenti, pubblicando opere fondamentali per la spiritualità moderna.
“Autobiografia di uno yogi” e il suo impatto
Nel 1946 Yogananda pubblicò “Autobiografia di uno yogi”, un libro che ha avuto un’enorme influenza sulla spiritualità globale.
Tradotto in oltre 35 lingue, l’opera ha ispirato milioni di persone, tra cui personaggi come Steve Jobs e George Harrison dei Beatles.
Il libro narra la sua esperienza di vita, gli incontri con santi e maestri spirituali, e i segreti del Kriya Yoga, rendendo accessibili a tutti i principi della realizzazione del Sé.
La morte e il mistero del corpo incorrotto
Paramhansa Yogananda morì il 7 marzo 1952 a Los Angeles, subito dopo aver pronunciato un discorso in onore dell’ambasciatore indiano Binay Ranjan Sen.
Secondo i suoi discepoli, il maestro raggiunse il mahasamadhi, ovvero la fusione consapevole con il divino.
Il suo corpo rimase privo di segni di decomposizione per oltre venti giorni, un evento considerato miracoloso dai suoi seguaci.
Fu sepolto nel cimitero di Forest Lawn Memorial Park, lasciando un’eredità spirituale che continua a influenzare milioni di persone attraverso la Self-Realization Fellowship e i suoi insegnamenti diffusi in tutto il mondo.
Paramhansa Yogananda, nato Mukunda Lal Ghosh il 5 gennaio 1893 a Gorakhpur, in India, mostrò fin dall’infanzia una profonda inclinazione spirituale.
Cresciuto in una famiglia devota, fu guidato verso la ricerca interiore fin da giovane.
Nel 1910 incontrò il suo maestro, Swami Sri Yukteswar Giri, che lo istruì nelle antiche tecniche del Kriya Yoga, una pratica meditativa che permette di raggiungere una maggiore consapevolezza interiore e unione con il divino.
Dopo essersi laureato all’Università di Calcutta nel 1915, Yogananda entrò nell’ordine monastico degli Swami, assumendo il nome con cui sarebbe diventato famoso nel mondo.
La missione in Occidente e la fondazione della Self-Realization Fellowship
Nel 1920 Yogananda partì per gli Stati Uniti come delegato al “Congresso dei Religiosi Liberali” di Boston, dove il suo intervento fu accolto con grande entusiasmo.
Lo stesso anno fondò la Self-Realization Fellowship (SRF), un’organizzazione dedicata alla diffusione degli insegnamenti dello yoga e della meditazione nel mondo occidentale.
Nel 1925 stabilì la sede della SRF a Los Angeles, che divenne un importante centro spirituale e punto di riferimento per la sua missione.
Insegnamenti e diffusione del Kriya Yoga
Durante i suoi anni negli Stati Uniti, Yogananda tenne conferenze in tutto il paese, introducendo migliaia di persone alla meditazione e al Kriya Yoga.
I suoi insegnamenti combinavano saggezza orientale e principi del cristianesimo, enfatizzando la ricerca di Dio attraverso la pratica interiore.
Tra le sue influenze spirituali figuravano Gesù Cristo, San Francesco d’Assisi e altri mistici occidentali.
Il suo messaggio era chiaro: la realizzazione del divino è possibile per tutti, indipendentemente dalla religione o dalla cultura di appartenenza.
Il viaggio in India e l’incontro con Gandhi
Nel 1935 Yogananda intraprese un viaggio di 18 mesi tra Europa e India, incontrando figure di spicco come il Mahatma Gandhi, che chiese di essere iniziato al Kriya Yoga.
Durante questo periodo, il suo maestro Sri Yukteswar gli conferì il titolo di “Paramahansa”, che significa “Cigno Supremo”, un riconoscimento della sua elevata realizzazione spirituale.
Al ritorno negli Stati Uniti, continuò a diffondere i suoi insegnamenti, pubblicando opere fondamentali per la spiritualità moderna.
“Autobiografia di uno yogi” e il suo impatto
Nel 1946 Yogananda pubblicò “Autobiografia di uno yogi”, un libro che ha avuto un’enorme influenza sulla spiritualità globale.
Tradotto in oltre 35 lingue, l’opera ha ispirato milioni di persone, tra cui personaggi come Steve Jobs e George Harrison dei Beatles.
Il libro narra la sua esperienza di vita, gli incontri con santi e maestri spirituali, e i segreti del Kriya Yoga, rendendo accessibili a tutti i principi della realizzazione del Sé.
La morte e il mistero del corpo incorrotto
Paramhansa Yogananda morì il 7 marzo 1952 a Los Angeles, subito dopo aver pronunciato un discorso in onore dell’ambasciatore indiano Binay Ranjan Sen.
Secondo i suoi discepoli, il maestro raggiunse il mahasamadhi, ovvero la fusione consapevole con il divino.
Il suo corpo rimase privo di segni di decomposizione per oltre venti giorni, un evento considerato miracoloso dai suoi seguaci.
Fu sepolto nel cimitero di Forest Lawn Memorial Park, lasciando un’eredità spirituale che continua a influenzare milioni di persone attraverso la Self-Realization Fellowship e i suoi insegnamenti diffusi in tutto il mondo.