6 marzo 1991. Muore Salvo Randone.

Salvatore Randone, conosciuto come Salvo, nasce a Siracusa il 25 settembre 1906. Fin da giovane mostrò un talento naturale per la recitazione e iniziò a studiare alla Filodrammatica del Circolo Artistico di Catania. Il debutto avvenne nel 1926, segnando l’inizio di una carriera lunga e ricca di successi.
Il successo teatrale
Negli anni ’40 si affermò definitivamente grazie all’interpretazione di Il lutto si addice ad Elettra di Eugene O’Neill.
Con il suo stile intenso e appassionato, portò in scena personaggi complessi e tormentati.
Tra le sue interpretazioni più celebri figurano Iago, Timone d’Atene, Malvolio ed Edipo.
Memorabile fu il suo contributo al teatro pirandelliano, con ruoli di spicco in Enrico IV, Il piacere dell’onestà, Tutto per bene, Il berretto a sonagli e Pensaci, Giacomino!.
Collaborò spesso con compagnie teatrali di prestigio, alternando la gestione di una propria compagnia a partecipazioni nei teatri stabili.
L’incontro con Vittorio Gassman portò alla storica edizione dell’Otello di Shakespeare, in cui Randone interpretò un magistrale Iago.
Il contributo al cinema
Negli anni ’60 iniziò a lavorare nel cinema, conquistando il pubblico con la sua capacità interpretativa.
Il regista Elio Petri gli affidò ruoli di rilievo in L’assassino (1961) e I giorni contati (1962), opere che misero in risalto il suo talento drammatico.
Collaborò con registi del calibro di Francesco Rosi, Federico Fellini e Carlo Lizzani, apparendo in film come Salvatore Giuliano, Le mani sulla città, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e La classe operaia va in paradiso.
Nel 1967 recitò in A ciascuno il suo, consolidando la sua reputazione nel cinema d’autore.
Le sue apparizioni in La decima vittima e La proprietà non è più un furto contribuirono ulteriormente al suo status di attore iconico del panorama italiano.
Vita privata e ultimi anni
Nel 1970 sposò l’attrice Neda Naldi, compagna di vita e di palcoscenico.
Gli ultimi anni furono segnati da difficoltà economiche, tanto che dovette beneficiare della legge Bacchelli, riservata agli artisti in condizioni di indigenza.
Morte e funerali
Salvo Randone morì a Roma il 6 marzo 1991.
Le sue interpretazioni intense e appassionate hanno lasciato un segno duraturo nella storia del teatro e del cinema italiano.
Salvatore Randone, conosciuto come Salvo, nasce a Siracusa il 25 settembre 1906. Fin da giovane mostrò un talento naturale per la recitazione e iniziò a studiare alla Filodrammatica del Circolo Artistico di Catania. Il debutto avvenne nel 1926, segnando l’inizio di una carriera lunga e ricca di successi.
Il successo teatrale
Negli anni ’40 si affermò definitivamente grazie all’interpretazione di Il lutto si addice ad Elettra di Eugene O’Neill.
Con il suo stile intenso e appassionato, portò in scena personaggi complessi e tormentati.
Tra le sue interpretazioni più celebri figurano Iago, Timone d’Atene, Malvolio ed Edipo.
Memorabile fu il suo contributo al teatro pirandelliano, con ruoli di spicco in Enrico IV, Il piacere dell’onestà, Tutto per bene, Il berretto a sonagli e Pensaci, Giacomino!.
Collaborò spesso con compagnie teatrali di prestigio, alternando la gestione di una propria compagnia a partecipazioni nei teatri stabili.
L’incontro con Vittorio Gassman portò alla storica edizione dell’Otello di Shakespeare, in cui Randone interpretò un magistrale Iago.
Il contributo al cinema
Negli anni ’60 iniziò a lavorare nel cinema, conquistando il pubblico con la sua capacità interpretativa.
Il regista Elio Petri gli affidò ruoli di rilievo in L’assassino (1961) e I giorni contati (1962), opere che misero in risalto il suo talento drammatico.
Collaborò con registi del calibro di Francesco Rosi, Federico Fellini e Carlo Lizzani, apparendo in film come Salvatore Giuliano, Le mani sulla città, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e La classe operaia va in paradiso.
Nel 1967 recitò in A ciascuno il suo, consolidando la sua reputazione nel cinema d’autore.
Le sue apparizioni in La decima vittima e La proprietà non è più un furto contribuirono ulteriormente al suo status di attore iconico del panorama italiano.
Vita privata e ultimi anni
Nel 1970 sposò l’attrice Neda Naldi, compagna di vita e di palcoscenico.
Gli ultimi anni furono segnati da difficoltà economiche, tanto che dovette beneficiare della legge Bacchelli, riservata agli artisti in condizioni di indigenza.
Morte e funerali
Salvo Randone morì a Roma il 6 marzo 1991.
Le sue interpretazioni intense e appassionate hanno lasciato un segno duraturo nella storia del teatro e del cinema italiano.