5 marzo 1827. Muore Alessandro Volta.

Alessandro Giuseppe Antonio Anastasio Volta nacque il 18 febbraio 1745 a Como, nel Ducato di Milano.
Figlio di Filippo Volta e Maddalena Inzaghi, fin da giovane mostrò un vivo interesse per le scienze naturali.
Studiò presso le scuole gesuite della sua città natale e, sotto la guida del canonico Giulio Cesare Gattoni, sviluppò la sua passione per l’elettricà.
Nel 1769 pubblicò la sua prima memoria scientifica, “De vi attractiva ignis electrici”, in cui confutava alcune teorie sui fenomeni elettrici.
L’anno successivo fu nominato professore di fisica sperimentale alle Regie Scuole di Como.
Le prime scoperte e il metano
Nel 1776, durante le sue ricerche sui gas, scoprì il metano in una palude vicino al Lago Maggiore.
Studiò le proprietà di questo gas infiammabile e creò strumenti come la “pistola elettroflogopneumatica” per dimostrare le sue reazioni chimiche.
Nel 1778 ottenne la cattedra di fisica sperimentale all’Università di Pavia, dove insegnò per quasi quarant’anni.
Qui sviluppò il concetto di tensione elettrica, gettando le basi per le sue future scoperte.
L’invenzione della pila elettrica
Nel 1799 Volta realizzò la sua invenzione più rivoluzionaria: la pila elettrica.
Questo dispositivo, composto da dischi alternati di zinco e rame separati da panni imbevuti in acqua salata, fu il primo generatore di corrente continua della storia.
L’invenzione venne presentata nel 1800 alla Royal Society di Londra, ottenendo immediato riconoscimento.
La pila aprì la strada a esperimenti sull’elettricità e portò allo sviluppo delle moderne batterie. L’unità di misura del potenziale elettrico, il volt, fu così chiamata in suo onore.
Riconoscimenti e ultimi anni
Nel 1801 Napoleone Bonaparte invitò Volta a Parigi per una dimostrazione della pila. Impressionato dall’invenzione, lo insignì della Legion d’Onore e lo nominò senatore del Regno d’Italia.
Dopo la caduta di Napoleone nel 1814, Volta si ritirò dalla vita pubblica e trascorse gli ultimi anni tra Como e la sua casa di campagna a Camnago.
Continuò a dedicarsi agli studi scientifici, ma si allontanò progressivamente dal mondo accademico.
Morte e funerali
Alessandro Volta morì il 5 marzo 1827 a Como all’età di 82 anni.
Fu sepolto nella cappella di famiglia nel cimitero di Camnago Volta, dove un tempietto commemorativo fu eretto in suo onore.
Alessandro Giuseppe Antonio Anastasio Volta nacque il 18 febbraio 1745 a Como, nel Ducato di Milano.
Figlio di Filippo Volta e Maddalena Inzaghi, fin da giovane mostrò un vivo interesse per le scienze naturali.
Studiò presso le scuole gesuite della sua città natale e, sotto la guida del canonico Giulio Cesare Gattoni, sviluppò la sua passione per l’elettricà.
Nel 1769 pubblicò la sua prima memoria scientifica, “De vi attractiva ignis electrici”, in cui confutava alcune teorie sui fenomeni elettrici.
L’anno successivo fu nominato professore di fisica sperimentale alle Regie Scuole di Como.
Le prime scoperte e il metano
Nel 1776, durante le sue ricerche sui gas, scoprì il metano in una palude vicino al Lago Maggiore.
Studiò le proprietà di questo gas infiammabile e creò strumenti come la “pistola elettroflogopneumatica” per dimostrare le sue reazioni chimiche.
Nel 1778 ottenne la cattedra di fisica sperimentale all’Università di Pavia, dove insegnò per quasi quarant’anni.
Qui sviluppò il concetto di tensione elettrica, gettando le basi per le sue future scoperte.
L’invenzione della pila elettrica
Nel 1799 Volta realizzò la sua invenzione più rivoluzionaria: la pila elettrica.
Questo dispositivo, composto da dischi alternati di zinco e rame separati da panni imbevuti in acqua salata, fu il primo generatore di corrente continua della storia.
L’invenzione venne presentata nel 1800 alla Royal Society di Londra, ottenendo immediato riconoscimento.
La pila aprì la strada a esperimenti sull’elettricità e portò allo sviluppo delle moderne batterie. L’unità di misura del potenziale elettrico, il volt, fu così chiamata in suo onore.
Riconoscimenti e ultimi anni
Nel 1801 Napoleone Bonaparte invitò Volta a Parigi per una dimostrazione della pila. Impressionato dall’invenzione, lo insignì della Legion d’Onore e lo nominò senatore del Regno d’Italia.
Dopo la caduta di Napoleone nel 1814, Volta si ritirò dalla vita pubblica e trascorse gli ultimi anni tra Como e la sua casa di campagna a Camnago.
Continuò a dedicarsi agli studi scientifici, ma si allontanò progressivamente dal mondo accademico.
Morte e funerali
Alessandro Volta morì il 5 marzo 1827 a Como all’età di 82 anni.
Fu sepolto nella cappella di famiglia nel cimitero di Camnago Volta, dove un tempietto commemorativo fu eretto in suo onore.