4 marzo 2018. Muore Davide Astori.

Davide Astori nacque il 7 gennaio 1987 a San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo.
Cresciuto a San Pellegrino Terme, si avvicinò al calcio fin da piccolo e mosse i primi passi nella squadra locale.
Il suo talento lo portò presto a entrare nelle giovanili del Milan, club con il quale affinò le sue doti da difensore.
Nonostante il grande potenziale, non riuscì a esordire con i rossoneri in prima squadra e venne ceduto in prestito al Pizzighettone e successivamente alla Cremonese, dove iniziò a farsi notare per il suo stile di gioco pulito ed efficace.
L’esplosione con il Cagliari
Nel 2008 Astori approdò al Cagliari, squadra con cui riuscì a imporsi in Serie A.
Dopo un primo anno di apprendistato, divenne titolare nella stagione successiva, dimostrando grande affidabilità in difesa.
La sua crescita attirò l’attenzione di club importanti, ma il Cagliari riuscì a trattenerlo fino al 2014.
Durante la sua esperienza in Sardegna, Astori affinò le sue doti di leadership e divenne un punto di riferimento per i compagni di squadra.
Nel 2011 il club riscattò interamente il suo cartellino dal Milan, consolidando il suo ruolo da protagonista.
L’esperienza alla Roma e il passaggio alla Fiorentina
Nel 2014 Astori si trasferì alla Roma con la formula del prestito oneroso.
Con i giallorossi giocò 29 partite e segnò un gol, dimostrandosi un difensore affidabile anche in una squadra con ambizioni da vertice.
Tuttavia, al termine della stagione la Roma non esercitò il diritto di riscatto e il difensore fece ritorno al Cagliari.
Nell’agosto del 2015 la Fiorentina lo acquistò in prestito con obbligo di riscatto.
A Firenze trovò la sua dimensione ideale e, grazie alle sue qualità tecniche e umane, divenne un pilastro della squadra.
Dopo il primo anno positivo, la Fiorentina decise di confermarlo definitivamente.
Nel 2017, in seguito all’addio di Gonzalo Rodríguez, Astori venne nominato capitano della Fiorentina.
La fascia al braccio testimoniò la grande considerazione che aveva all’interno dello spogliatoio e tra i tifosi, che vedevano in lui un vero esempio di professionalità e dedizione.
La carriera in Nazionale
Astori esordì con la maglia della Nazionale italiana il 29 marzo 2011, in un’amichevole contro l’Ucraina.
Nel 2013 partecipò alla Confederations Cup in Brasile, contribuendo alla conquista del terzo posto con una rete nella finale per il bronzo contro l’Uruguay.
Anche se non fu convocato per i Mondiali del 2014 e per gli Europei del 2016, continuò a essere un riferimento per il calcio italiano, mantenendo un ruolo importante nei progetti della Fiorentina e nell’ambiente della Serie A.
La tragica morte e il dolore del mondo del calcio
Il 4 marzo 2018, alla vigilia di una partita contro l’Udinese, Davide Astori venne trovato senza vita nella sua stanza d’albergo.
L’autopsia rivelò che la causa del decesso fu una cardiomiopatia aritmogena silente, una patologia che colpisce il cuore in modo improvviso e letale.
La sua scomparsa sconvolse il mondo del calcio e non solo. In segno di lutto, tutte le partite della Serie A e di altre competizioni furono rinviate.
Il dolore per la sua perdita unì tifosi, giocatori e società, con messaggi di cordoglio arrivati da tutto il mondo.
Il funerale si svolse l’8 marzo nella Basilica di Santa Croce a Firenze, alla presenza di migliaia di tifosi e di tantissimi volti noti del calcio italiano.
La Fiorentina e il Cagliari decisero di ritirare la maglia numero 13 in suo onore, per ricordare per sempre il suo impegno e la sua passione per il calcio.
L’eredità di Davide Astori
Dopo la sua scomparsa, il ricordo di Davide Astori è rimasto vivo grazie a diverse iniziative.
La Fiorentina ha intitolato a lui il proprio centro sportivo, e ogni anno il premio Fair Play della Hall of Fame del calcio italiano viene assegnato in suo nome.
Le tifoserie di Fiorentina e Cagliari, nei match che vedono affrontarsi le due squadre, omaggiano Astori con un applauso al tredicesimo minuto.
Davide Astori nacque il 7 gennaio 1987 a San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo.
Cresciuto a San Pellegrino Terme, si avvicinò al calcio fin da piccolo e mosse i primi passi nella squadra locale.
Il suo talento lo portò presto a entrare nelle giovanili del Milan, club con il quale affinò le sue doti da difensore.
Nonostante il grande potenziale, non riuscì a esordire con i rossoneri in prima squadra e venne ceduto in prestito al Pizzighettone e successivamente alla Cremonese, dove iniziò a farsi notare per il suo stile di gioco pulito ed efficace.
L’esplosione con il Cagliari
Nel 2008 Astori approdò al Cagliari, squadra con cui riuscì a imporsi in Serie A.
Dopo un primo anno di apprendistato, divenne titolare nella stagione successiva, dimostrando grande affidabilità in difesa.
La sua crescita attirò l’attenzione di club importanti, ma il Cagliari riuscì a trattenerlo fino al 2014.
Durante la sua esperienza in Sardegna, Astori affinò le sue doti di leadership e divenne un punto di riferimento per i compagni di squadra.
Nel 2011 il club riscattò interamente il suo cartellino dal Milan, consolidando il suo ruolo da protagonista.
L’esperienza alla Roma e il passaggio alla Fiorentina
Nel 2014 Astori si trasferì alla Roma con la formula del prestito oneroso.
Con i giallorossi giocò 29 partite e segnò un gol, dimostrandosi un difensore affidabile anche in una squadra con ambizioni da vertice.
Tuttavia, al termine della stagione la Roma non esercitò il diritto di riscatto e il difensore fece ritorno al Cagliari.
Nell’agosto del 2015 la Fiorentina lo acquistò in prestito con obbligo di riscatto.
A Firenze trovò la sua dimensione ideale e, grazie alle sue qualità tecniche e umane, divenne un pilastro della squadra.
Dopo il primo anno positivo, la Fiorentina decise di confermarlo definitivamente.
Nel 2017, in seguito all’addio di Gonzalo Rodríguez, Astori venne nominato capitano della Fiorentina.
La fascia al braccio testimoniò la grande considerazione che aveva all’interno dello spogliatoio e tra i tifosi, che vedevano in lui un vero esempio di professionalità e dedizione.
La carriera in Nazionale
Astori esordì con la maglia della Nazionale italiana il 29 marzo 2011, in un’amichevole contro l’Ucraina.
Nel 2013 partecipò alla Confederations Cup in Brasile, contribuendo alla conquista del terzo posto con una rete nella finale per il bronzo contro l’Uruguay.
Anche se non fu convocato per i Mondiali del 2014 e per gli Europei del 2016, continuò a essere un riferimento per il calcio italiano, mantenendo un ruolo importante nei progetti della Fiorentina e nell’ambiente della Serie A.
La tragica morte e il dolore del mondo del calcio
Il 4 marzo 2018, alla vigilia di una partita contro l’Udinese, Davide Astori venne trovato senza vita nella sua stanza d’albergo.
L’autopsia rivelò che la causa del decesso fu una cardiomiopatia aritmogena silente, una patologia che colpisce il cuore in modo improvviso e letale.
La sua scomparsa sconvolse il mondo del calcio e non solo. In segno di lutto, tutte le partite della Serie A e di altre competizioni furono rinviate.
Il dolore per la sua perdita unì tifosi, giocatori e società, con messaggi di cordoglio arrivati da tutto il mondo.
Il funerale si svolse l’8 marzo nella Basilica di Santa Croce a Firenze, alla presenza di migliaia di tifosi e di tantissimi volti noti del calcio italiano.
La Fiorentina e il Cagliari decisero di ritirare la maglia numero 13 in suo onore, per ricordare per sempre il suo impegno e la sua passione per il calcio.
L’eredità di Davide Astori
Dopo la sua scomparsa, il ricordo di Davide Astori è rimasto vivo grazie a diverse iniziative.
La Fiorentina ha intitolato a lui il proprio centro sportivo, e ogni anno il premio Fair Play della Hall of Fame del calcio italiano viene assegnato in suo nome.
Le tifoserie di Fiorentina e Cagliari, nei match che vedono affrontarsi le due squadre, omaggiano Astori con un applauso al tredicesimo minuto.