4 marzo 1861. Muore Ippolito Nievo.

Ippolito Nievo nasce a Padova il 30 novembre 1831 in una famiglia benestante.
Trascorre l’infanzia tra Soave, Udine e Mantova, dove suo padre Antonio esercita la professione di magistrato.
La sua educazione avviene in ambienti intellettualmente stimolanti, influenzato dalla cultura illuminista e romantica.
Dopo gli studi ginnasiali a Verona e Mantova, si iscrive all’Università di Pavia per studiare giurisprudenza.
Qui sviluppa un forte interesse per la politica e la letteratura, avvicinandosi alle idee patriottiche di Giuseppe Mazzini.
In questo periodo, la sua passione per la scrittura si concretizza in numerose opere poetiche e narrative.
L’attività letteraria
Nievo emerge come scrittore con le sue Novelle campagnuole e con il romanzo Angelo di bontà, pubblicato nel 1856.
Tuttavia, la sua opera più importante è Le confessioni d’un italiano, scritto tra il 1857 e il 1858, ma pubblicato postumo nel 1867 con il titolo Le confessioni di un ottuagenario.
Questo romanzo epico racconta la vita del protagonista, Carlino Altoviti, sullo sfondo degli eventi che portano all’unità d’Italia.
L’opera si distingue per la profondità dell’analisi storica e sociale, con uno stile che mescola realismo, ironia e passione politica.
Considerato uno dei grandi romanzi del Risorgimento, Le confessioni d’un italiano offre un punto di vista unico sulla transizione dall’epoca veneziana al nuovo stato italiano.
Oltre alla narrativa, Nievo si dedica alla saggistica con Studii sulla poesia popolare e civile, in cui esprime il suo ideale di una letteratura impegnata e vicina al popolo.
L’impegno politico e militare
Il fervore patriottico lo porta a partecipare attivamente al Risorgimento.
Nel 1859 si arruola nei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi durante la Seconda Guerra d’Indipendenza.
L’anno successivo si unisce alla spedizione dei Mille, contribuendo in modo significativo all’impresa garibaldina.
Nievo ottiene il grado di colonnello e diventa vice-intendente dell’esercito meridionale, con il compito di amministrare le finanze delle truppe in Sicilia.
Durante la spedizione tiene un diario dettagliato, fornendo una preziosa testimonianza storica degli eventi.
La tragica morte
Il 4 marzo 1861, mentre rientra a Napoli da Palermo per consegnare documenti amministrativi, Nievo perde la vita nel naufragio del piroscafo Ercole nel Mar Tirreno.
Le circostanze del disastro rimangono avvolte nel mistero, alimentando ipotesi su un possibile sabotaggio legato alla gestione dei fondi garibaldini.
Nievo lascia un’impronta indelebile nella letteratura e nella storia italiana.
Il suo capolavoro, Le confessioni d’un italiano, viene riscoperto nel Novecento e riconosciuto come una delle opere fondamentali del romanzo storico italiano.
Ippolito Nievo nasce a Padova il 30 novembre 1831 in una famiglia benestante.
Trascorre l’infanzia tra Soave, Udine e Mantova, dove suo padre Antonio esercita la professione di magistrato.
La sua educazione avviene in ambienti intellettualmente stimolanti, influenzato dalla cultura illuminista e romantica.
Dopo gli studi ginnasiali a Verona e Mantova, si iscrive all’Università di Pavia per studiare giurisprudenza.
Qui sviluppa un forte interesse per la politica e la letteratura, avvicinandosi alle idee patriottiche di Giuseppe Mazzini.
In questo periodo, la sua passione per la scrittura si concretizza in numerose opere poetiche e narrative.
L’attività letteraria
Nievo emerge come scrittore con le sue Novelle campagnuole e con il romanzo Angelo di bontà, pubblicato nel 1856.
Tuttavia, la sua opera più importante è Le confessioni d’un italiano, scritto tra il 1857 e il 1858, ma pubblicato postumo nel 1867 con il titolo Le confessioni di un ottuagenario.
Questo romanzo epico racconta la vita del protagonista, Carlino Altoviti, sullo sfondo degli eventi che portano all’unità d’Italia.
L’opera si distingue per la profondità dell’analisi storica e sociale, con uno stile che mescola realismo, ironia e passione politica.
Considerato uno dei grandi romanzi del Risorgimento, Le confessioni d’un italiano offre un punto di vista unico sulla transizione dall’epoca veneziana al nuovo stato italiano.
Oltre alla narrativa, Nievo si dedica alla saggistica con Studii sulla poesia popolare e civile, in cui esprime il suo ideale di una letteratura impegnata e vicina al popolo.
L’impegno politico e militare
Il fervore patriottico lo porta a partecipare attivamente al Risorgimento.
Nel 1859 si arruola nei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi durante la Seconda Guerra d’Indipendenza.
L’anno successivo si unisce alla spedizione dei Mille, contribuendo in modo significativo all’impresa garibaldina.
Nievo ottiene il grado di colonnello e diventa vice-intendente dell’esercito meridionale, con il compito di amministrare le finanze delle truppe in Sicilia.
Durante la spedizione tiene un diario dettagliato, fornendo una preziosa testimonianza storica degli eventi.
La tragica morte
Il 4 marzo 1861, mentre rientra a Napoli da Palermo per consegnare documenti amministrativi, Nievo perde la vita nel naufragio del piroscafo Ercole nel Mar Tirreno.
Le circostanze del disastro rimangono avvolte nel mistero, alimentando ipotesi su un possibile sabotaggio legato alla gestione dei fondi garibaldini.
Nievo lascia un’impronta indelebile nella letteratura e nella storia italiana.
Il suo capolavoro, Le confessioni d’un italiano, viene riscoperto nel Novecento e riconosciuto come una delle opere fondamentali del romanzo storico italiano.