23 febbraio 1848. Muore John Quincy Adams.
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John Quincy Adams, 6º Presidente degli Stati Uniti d’America, nacque l’11 luglio 1767 a Braintree, nel Massachusetts.
Suo padre, John Adams, sarebbe poi diventato il secondo presidente degli Stati Uniti, mentre sua madre, Abigail Adams, proveniva da una famiglia influente.
Il giovane Adams crebbe in un ambiente politicamente attivo, immerso nei principi dell’indipendenza americana.
Gioventù e formazione
Fin da giovane, Adams accompagnò suo padre in missioni diplomatiche in Europa.
Studiò a Parigi e nei Paesi Bassi, acquisendo una conoscenza approfondita delle lingue straniere e della politica internazionale.
Dopo il ritorno negli Stati Uniti, completò gli studi all’Università di Harvard, specializzandosi in scienze politiche e retorica.
L’inizio della carriera politica
Nel 1794, Adams ottenne il suo primo incarico diplomatico come ambasciatore nei Paesi Bassi.
Successivamente, venne trasferito a Berlino, dove nel 1799 contribuì alla revisione del trattato commerciale tra Stati Uniti e Prussia.
Tornato in patria nel 1801, venne eletto al Senato come esponente del Partito Federalista.
L’attività diplomatica e la dottrina Monroe
Nel 1809, il presidente James Madison lo nominò ambasciatore in Russia.
Durante la guerra del 1812, partecipò ai negoziati che portarono al trattato di Gand, ponendo fine al conflitto tra Stati Uniti e Regno Unito. Nel 1817, il presidente James Monroe lo nominò Segretario di Stato.
Adams ebbe un ruolo chiave nella stesura della Dottrina Monroe, che stabiliva la non interferenza delle potenze europee negli affari delle Americhe.
La presidenza
Nel 1824, Adams si candidò alla presidenza contro Andrew Jackson.
Poiché nessun candidato ottenne la maggioranza assoluta, la Camera dei Rappresentanti lo elesse presidente grazie al sostegno di Henry Clay.
Durante il suo mandato, promosse un piano di sviluppo infrastrutturale e sostenne un sistema economico protezionistico. Tuttavia, incontrò una forte opposizione, soprattutto dagli stati del Sud e dell’Ovest. Nel 1828, perse la rielezione contro Andrew Jackson.
Il ritorno al Congresso e l’opposizione alla schiavitù
Dopo la sconfitta, Adams si ritirò momentaneamente dalla politica, ma nel 1831 venne eletto alla Camera dei Rappresentanti per il Massachusetts.
Qui divenne un fermo oppositore della schiavitù e sostenne la creazione dello Smithsonian Institution.
Nel 1839, difese con successo gli schiavi della nave Amistad davanti alla Corte Suprema, contribuendo alla loro liberazione.
La morte e i funerali
Il 21 febbraio 1848, Adams fu colpito da un ictus mentre si trovava alla Camera dei Rappresentanti.
Morì due giorni dopo, il 23 febbraio, a Washington.
Venne sepolto nella United First Parish Church di Quincy, nel Massachusetts, accanto ai suoi genitori.
John Quincy Adams, 6º Presidente degli Stati Uniti d’America, nacque l’11 luglio 1767 a Braintree, nel Massachusetts.
Suo padre, John Adams, sarebbe poi diventato il secondo presidente degli Stati Uniti, mentre sua madre, Abigail Adams, proveniva da una famiglia influente.
Il giovane Adams crebbe in un ambiente politicamente attivo, immerso nei principi dell’indipendenza americana.
Gioventù e formazione
Fin da giovane, Adams accompagnò suo padre in missioni diplomatiche in Europa.
Studiò a Parigi e nei Paesi Bassi, acquisendo una conoscenza approfondita delle lingue straniere e della politica internazionale.
Dopo il ritorno negli Stati Uniti, completò gli studi all’Università di Harvard, specializzandosi in scienze politiche e retorica.
L’inizio della carriera politica
Nel 1794, Adams ottenne il suo primo incarico diplomatico come ambasciatore nei Paesi Bassi.
Successivamente, venne trasferito a Berlino, dove nel 1799 contribuì alla revisione del trattato commerciale tra Stati Uniti e Prussia.
Tornato in patria nel 1801, venne eletto al Senato come esponente del Partito Federalista.
L’attività diplomatica e la dottrina Monroe
Nel 1809, il presidente James Madison lo nominò ambasciatore in Russia.
Durante la guerra del 1812, partecipò ai negoziati che portarono al trattato di Gand, ponendo fine al conflitto tra Stati Uniti e Regno Unito. Nel 1817, il presidente James Monroe lo nominò Segretario di Stato.
Adams ebbe un ruolo chiave nella stesura della Dottrina Monroe, che stabiliva la non interferenza delle potenze europee negli affari delle Americhe.
La presidenza
Nel 1824, Adams si candidò alla presidenza contro Andrew Jackson.
Poiché nessun candidato ottenne la maggioranza assoluta, la Camera dei Rappresentanti lo elesse presidente grazie al sostegno di Henry Clay.
Durante il suo mandato, promosse un piano di sviluppo infrastrutturale e sostenne un sistema economico protezionistico. Tuttavia, incontrò una forte opposizione, soprattutto dagli stati del Sud e dell’Ovest. Nel 1828, perse la rielezione contro Andrew Jackson.
Il ritorno al Congresso e l’opposizione alla schiavitù
Dopo la sconfitta, Adams si ritirò momentaneamente dalla politica, ma nel 1831 venne eletto alla Camera dei Rappresentanti per il Massachusetts.
Qui divenne un fermo oppositore della schiavitù e sostenne la creazione dello Smithsonian Institution.
Nel 1839, difese con successo gli schiavi della nave Amistad davanti alla Corte Suprema, contribuendo alla loro liberazione.
La morte e i funerali
Il 21 febbraio 1848, Adams fu colpito da un ictus mentre si trovava alla Camera dei Rappresentanti.
Morì due giorni dopo, il 23 febbraio, a Washington.
Venne sepolto nella United First Parish Church di Quincy, nel Massachusetts, accanto ai suoi genitori.