19 febbraio 1986. Muore Adolfo Celi.
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Adolfo Celi nacque il 27 luglio 1922 a Messina, in una famiglia di spicco.
Suo padre, Giuseppe Celi, era un importante funzionario pubblico, e fu proprio lui a regalargli una cinepresa, dando il via alla sua passione per il cinema.
Dopo aver vissuto tra la Sicilia e il Nord Italia, si trasferì a Roma per iscriversi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, dove si diplomò nel 1945.
Qui conobbe futuri grandi nomi del teatro e del cinema italiano, come Vittorio Gassman e Mario Landi.
Il debutto nel cinema e l’esperienza in Sud America
Dopo aver esordito nel film Un americano in vacanza (1946), Celi recitò in diverse pellicole italiane prima di trasferirsi in Argentina per girare Emigrantes (1949).
Il viaggio si rivelò decisivo per la sua carriera: affascinato dalla cultura brasiliana, decise di stabilirsi in Sud America, dove divenne una figura centrale nel teatro e nel cinema brasiliano.
Fu tra i fondatori del Teatro Brasileiro de Comédia e girò film di successo come Caiçara (1950) e Tico-tico no fubá (1952), imponendosi come uno dei più importanti registi del Brasile.
Il ritorno in Italia e la consacrazione internazionale
Negli anni ’60, Adolfo Celi rientrò in Italia e trovò un’industria cinematografica in forte espansione. Grazie alla sua imponente presenza scenica e alla padronanza delle lingue, si specializzò nei ruoli da antagonista e villain.
La fama mondiale arrivò con il ruolo di Emilio Largo, il nemico di James Bond in Agente 007 – Thunderball (Operazione tuono) (1965).
Da lì in poi, lavorò in numerose produzioni internazionali, tra cui Il tormento e l’estasi (1965), Il colonnello Von Ryan (1965) e Grand Prix (1966).
In Italia, divenne noto anche per la sua partecipazione a film cult come Amici miei (1975) e i suoi sequel, dove interpretava il professor Alfeo Sassaroli, personaggio iconico delle “zingarate”.
Il successo in televisione
Parallelamente al cinema, Celi trovò grande successo nella televisione italiana.
Nel 1972 interpretò il medico nazista nello sceneggiato Il sospetto e fu protagonista di Joe Petrosino.
Ma il ruolo che lo consacrò sul piccolo schermo fu quello di Sir James Brooke in Sandokan (1976), l’acerrimo nemico della “Tigre di Mompracem”.
La sua carriera televisiva si concluse con l’interpretazione di Papa Alessandro VI nella serie I Borgia (1981).
Vita privata e ultime apparizioni
Celi si sposò tre volte: con Tonia Carrero, con Marília Branco e infine con Veronica Lazar, con cui ebbe due figli, Alessandra e Leonardo.
Negli anni ’80 tornò al teatro, ma un infarto lo colpì durante una rappresentazione a Siena, costringendolo a interrompere la sua attività artistica.
La morte e i funerali
Adolfo Celi morì il 19 febbraio 1986 a Siena, a 63 anni, a causa di un arresto cardiocircolatorio, esattamente 40 anni dopo la morte di suo padre.
Fu sepolto nel cimitero monumentale di Messina.
La sua eredità artistica vive ancora oggi nei suoi ruoli indimenticabili, che hanno lasciato un segno indelebile nel cinema e nella televisione italiana e internazionale.
Adolfo Celi nacque il 27 luglio 1922 a Messina, in una famiglia di spicco.
Suo padre, Giuseppe Celi, era un importante funzionario pubblico, e fu proprio lui a regalargli una cinepresa, dando il via alla sua passione per il cinema.
Dopo aver vissuto tra la Sicilia e il Nord Italia, si trasferì a Roma per iscriversi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, dove si diplomò nel 1945.
Qui conobbe futuri grandi nomi del teatro e del cinema italiano, come Vittorio Gassman e Mario Landi.
Il debutto nel cinema e l’esperienza in Sud America
Dopo aver esordito nel film Un americano in vacanza (1946), Celi recitò in diverse pellicole italiane prima di trasferirsi in Argentina per girare Emigrantes (1949).
Il viaggio si rivelò decisivo per la sua carriera: affascinato dalla cultura brasiliana, decise di stabilirsi in Sud America, dove divenne una figura centrale nel teatro e nel cinema brasiliano.
Fu tra i fondatori del Teatro Brasileiro de Comédia e girò film di successo come Caiçara (1950) e Tico-tico no fubá (1952), imponendosi come uno dei più importanti registi del Brasile.
Il ritorno in Italia e la consacrazione internazionale
Negli anni ’60, Adolfo Celi rientrò in Italia e trovò un’industria cinematografica in forte espansione. Grazie alla sua imponente presenza scenica e alla padronanza delle lingue, si specializzò nei ruoli da antagonista e villain.
La fama mondiale arrivò con il ruolo di Emilio Largo, il nemico di James Bond in Agente 007 – Thunderball (Operazione tuono) (1965).
Da lì in poi, lavorò in numerose produzioni internazionali, tra cui Il tormento e l’estasi (1965), Il colonnello Von Ryan (1965) e Grand Prix (1966).
In Italia, divenne noto anche per la sua partecipazione a film cult come Amici miei (1975) e i suoi sequel, dove interpretava il professor Alfeo Sassaroli, personaggio iconico delle “zingarate”.
Il successo in televisione
Parallelamente al cinema, Celi trovò grande successo nella televisione italiana.
Nel 1972 interpretò il medico nazista nello sceneggiato Il sospetto e fu protagonista di Joe Petrosino.
Ma il ruolo che lo consacrò sul piccolo schermo fu quello di Sir James Brooke in Sandokan (1976), l’acerrimo nemico della “Tigre di Mompracem”.
La sua carriera televisiva si concluse con l’interpretazione di Papa Alessandro VI nella serie I Borgia (1981).
Vita privata e ultime apparizioni
Celi si sposò tre volte: con Tonia Carrero, con Marília Branco e infine con Veronica Lazar, con cui ebbe due figli, Alessandra e Leonardo.
Negli anni ’80 tornò al teatro, ma un infarto lo colpì durante una rappresentazione a Siena, costringendolo a interrompere la sua attività artistica.
La morte e i funerali
Adolfo Celi morì il 19 febbraio 1986 a Siena, a 63 anni, a causa di un arresto cardiocircolatorio, esattamente 40 anni dopo la morte di suo padre.
Fu sepolto nel cimitero monumentale di Messina.
La sua eredità artistica vive ancora oggi nei suoi ruoli indimenticabili, che hanno lasciato un segno indelebile nel cinema e nella televisione italiana e internazionale.