18 febbraio 2017. Muore Pasquale Squitieri.
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Il 18 febbraio 2017 si spegneva Pasquale Squitieri, regista, sceneggiatore e politico italiano, noto per il suo cinema di denuncia e per il suo impegno nel rappresentare le contraddizioni della società.
Nato a Napoli il 27 novembre 1938, Squitieri crebbe nel popolare rione Sanità.
Dopo la laurea in giurisprudenza e un periodo di lavoro come giornalista per Paese Sera, intraprese la carriera cinematografica con Io e Dio (1969), prodotto da Vittorio De Sica.
Inizialmente si cimentò nel genere spaghetti western, firmandosi con lo pseudonimo William Redford, dirigendo Django sfida Sartana (1970) e La vendetta è un piatto che si serve freddo (1971).
Ben presto abbandonò il western per dedicarsi a tematiche di denuncia sociale, affrontando il rapporto tra mafia e politica con film come L’ambizioso (1975), Il prefetto di ferro (1977) e Corleone (1978).
Il cinema di Squitieri si caratterizzava per uno stile crudo e diretto, che non esitava a toccare argomenti scottanti come il terrorismo (Gli invisibili, 1988), le morti sul lavoro (L’avvocato De Gregorio, 2003) e l’immigrazione (Razza selvaggia, 1980; Il colore dell’odio, 1989).
Tra i suoi film più controversi vi è Li chiamarono… briganti! (1999), incentrato sulla figura del brigante Carmine Crocco e sul fenomeno del brigantaggio postunitario.
Il film, accusato di revisionismo storico, fu ritirato dalle sale poco dopo l’uscita, alimentando polemiche sulla libertà d’espressione.
Il rapporto con la politica
La carriera di Squitieri non si limitò al cinema.
Negli anni ‘70 si avvicinò alla sinistra extraparlamentare, firmando una lettera aperta a L’Espresso sul caso Pinelli e un’autodenuncia su Lotta Continua, esprimendo solidarietà ai militanti inquisiti per istigazione a delinquere.
Negli anni ‘90 si spostò politicamente a destra, venendo eletto senatore nel 1994 nelle liste di Alleanza Nazionale per il collegio di Andria-Barletta.
Nel 1996 si candidò nuovamente, senza successo, nel collegio di Nola con il Polo per le Libertà. In seguito aderì al Partito Radicale Transnazionale, sostenendo alcune sue campagne.
Nel 2015 il Senato gli revocò il vitalizio insieme ad altri ex parlamentari, una decisione che lo spinse a esprimere duri giudizi sulla politica italiana.
Vita privata e collaborazioni artistiche
La vita sentimentale di Pasquale Squitieri fu intensa e segnata da relazioni importanti.
Sposato con Silvana Filotico, ebbe da lei tre figli: Paola, Vittoria e Mario. Dagli anni ‘70 fino ai primi anni 2000 fu legato all’attrice Claudia Cardinale, dalla quale ebbe una figlia, Claudine.
La Cardinale fu anche la sua musa e protagonista di molti dei suoi film più celebri, tra cui Il prefetto di ferro, Corleone e Claretta.
Nel 2013 sposò l’attrice e cantante Ottavia Fusco, con cui collaborò negli ultimi anni della sua vita.
La malattia e la morte
Negli ultimi anni di vita, Squitieri dovette affrontare gravi problemi di salute. Dopo essere sopravvissuto a un tumore, nel 2016 subì un grave incidente che gli causò difficoltà di deambulazione. Soffriva inoltre di enfisema polmonare, dovuto al suo vizio del fumo.
Si spense il 18 febbraio 2017 nella clinica Villa San Pietro di Roma, a 78 anni, a causa di complicazioni respiratorie.
I funerali furono celebrati a Roma, nella cappella di Piazza del Popolo, e successivamente a Napoli, nella chiesa di Santa Maria dei Vergini alla Sanità, dove era stato battezzato.
Riposa nel cimitero monumentale di Poggioreale, nella cappella di famiglia.
Il 18 febbraio 2017 si spegneva Pasquale Squitieri, regista, sceneggiatore e politico italiano, noto per il suo cinema di denuncia e per il suo impegno nel rappresentare le contraddizioni della società.
Nato a Napoli il 27 novembre 1938, Squitieri crebbe nel popolare rione Sanità.
Dopo la laurea in giurisprudenza e un periodo di lavoro come giornalista per Paese Sera, intraprese la carriera cinematografica con Io e Dio (1969), prodotto da Vittorio De Sica.
Inizialmente si cimentò nel genere spaghetti western, firmandosi con lo pseudonimo William Redford, dirigendo Django sfida Sartana (1970) e La vendetta è un piatto che si serve freddo (1971).
Ben presto abbandonò il western per dedicarsi a tematiche di denuncia sociale, affrontando il rapporto tra mafia e politica con film come L’ambizioso (1975), Il prefetto di ferro (1977) e Corleone (1978).
Il cinema di Squitieri si caratterizzava per uno stile crudo e diretto, che non esitava a toccare argomenti scottanti come il terrorismo (Gli invisibili, 1988), le morti sul lavoro (L’avvocato De Gregorio, 2003) e l’immigrazione (Razza selvaggia, 1980; Il colore dell’odio, 1989).
Tra i suoi film più controversi vi è Li chiamarono… briganti! (1999), incentrato sulla figura del brigante Carmine Crocco e sul fenomeno del brigantaggio postunitario.
Il film, accusato di revisionismo storico, fu ritirato dalle sale poco dopo l’uscita, alimentando polemiche sulla libertà d’espressione.
Il rapporto con la politica
La carriera di Squitieri non si limitò al cinema.
Negli anni ‘70 si avvicinò alla sinistra extraparlamentare, firmando una lettera aperta a L’Espresso sul caso Pinelli e un’autodenuncia su Lotta Continua, esprimendo solidarietà ai militanti inquisiti per istigazione a delinquere.
Negli anni ‘90 si spostò politicamente a destra, venendo eletto senatore nel 1994 nelle liste di Alleanza Nazionale per il collegio di Andria-Barletta.
Nel 1996 si candidò nuovamente, senza successo, nel collegio di Nola con il Polo per le Libertà. In seguito aderì al Partito Radicale Transnazionale, sostenendo alcune sue campagne.
Nel 2015 il Senato gli revocò il vitalizio insieme ad altri ex parlamentari, una decisione che lo spinse a esprimere duri giudizi sulla politica italiana.
Vita privata e collaborazioni artistiche
La vita sentimentale di Pasquale Squitieri fu intensa e segnata da relazioni importanti.
Sposato con Silvana Filotico, ebbe da lei tre figli: Paola, Vittoria e Mario. Dagli anni ‘70 fino ai primi anni 2000 fu legato all’attrice Claudia Cardinale, dalla quale ebbe una figlia, Claudine.
La Cardinale fu anche la sua musa e protagonista di molti dei suoi film più celebri, tra cui Il prefetto di ferro, Corleone e Claretta.
Nel 2013 sposò l’attrice e cantante Ottavia Fusco, con cui collaborò negli ultimi anni della sua vita.
La malattia e la morte
Negli ultimi anni di vita, Squitieri dovette affrontare gravi problemi di salute. Dopo essere sopravvissuto a un tumore, nel 2016 subì un grave incidente che gli causò difficoltà di deambulazione. Soffriva inoltre di enfisema polmonare, dovuto al suo vizio del fumo.
Si spense il 18 febbraio 2017 nella clinica Villa San Pietro di Roma, a 78 anni, a causa di complicazioni respiratorie.
I funerali furono celebrati a Roma, nella cappella di Piazza del Popolo, e successivamente a Napoli, nella chiesa di Santa Maria dei Vergini alla Sanità, dove era stato battezzato.
Riposa nel cimitero monumentale di Poggioreale, nella cappella di famiglia.