13 febbraio 1571. Muore Benvenuto Cellini.

13 Febbraio 2025 - 00:10--Anniversari-
Benvenuto Cellini

Benvenuto Cellini nacque a Firenze il 3 novembre 1500.
Cresciuto in un ambiente artistico, fu avviato dal padre Giovanni allo studio della musica, ma la sua vera passione era l’oreficeria.
Dopo essersi formato presso vari maestri, tra cui Antonio di Sandro, Cellini dimostrò presto un temperamento ribelle che lo costrinse a fuggire più volte dalla sua città natale a causa di risse e problemi legali.

L’ascesa come orafo e scultore

Dopo il trasferimento a Roma, Cellini iniziò a lavorare come orafo per alti prelati e per la corte papale, guadagnandosi un’ottima reputazione.
Nel 1527, durante il Sacco di Roma, difese Castel Sant’Angelo con Clemente VII, un episodio che gli valse grande considerazione.
Successivamente lavorò a Firenze, Mantova e Venezia, ottenendo prestigiose commissioni.

Il periodo francese e le opere maggiori

Nel 1540 fu chiamato alla corte di Francesco I di Francia, dove realizzò capolavori come la celebre Saliera, un’opera di raffinata maestria orafa.
Tuttavia, a causa di contrasti con i cortigiani francesi, Cellini lasciò la Francia nel 1545 per tornare a Firenze.

Il servizio ai Medici e il Perseo

A Firenze divenne scultore di corte per Cosimo I de’ Medici, realizzando il suo capolavoro assoluto: Perseo con la testa di Medusa, una delle più grandi espressioni del manierismo, oggi visibile nella Loggia dei Lanzi.

La vita da letterato e le controversie

Negli ultimi anni, Cellini scrisse la sua famosa autobiografia, La Vita, un’opera che racconta le sue avventure con straordinaria vivacità.
Oltre all’arte, la sua vita fu segnata da scandali, accuse di omicidio e persino di sodomia, per le quali subì varie condanne.

La morte e il funerale

Benvenuto Cellini morì a Firenze il 13 febbraio 1571. Poco prima della morte donò tutte le sue opere non finite a Francesco I de’ Medici.
Venne sepolto nella Cappella di San Luca a Firenze, lasciando un’eredità artistica e letteraria straordinaria.
La sua vita turbolenta e il suo genio creativo continuano a renderlo una figura affascinante della storia dell’arte italiana, simbolo di talento, passione e irrequietezza.

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Cresciuto in un ambiente artistico, fu avviato dal padre Giovanni allo studio della musica, ma la sua vera passione era l’oreficeria.
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L’ascesa come orafo e scultore

Dopo il trasferimento a Roma, Cellini iniziò a lavorare come orafo per alti prelati e per la corte papale, guadagnandosi un’ottima reputazione.
Nel 1527, durante il Sacco di Roma, difese Castel Sant’Angelo con Clemente VII, un episodio che gli valse grande considerazione.
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Nel 1540 fu chiamato alla corte di Francesco I di Francia, dove realizzò capolavori come la celebre Saliera, un’opera di raffinata maestria orafa.
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Negli ultimi anni, Cellini scrisse la sua famosa autobiografia, La Vita, un’opera che racconta le sue avventure con straordinaria vivacità.
Oltre all’arte, la sua vita fu segnata da scandali, accuse di omicidio e persino di sodomia, per le quali subì varie condanne.

La morte e il funerale

Benvenuto Cellini morì a Firenze il 13 febbraio 1571. Poco prima della morte donò tutte le sue opere non finite a Francesco I de’ Medici.
Venne sepolto nella Cappella di San Luca a Firenze, lasciando un’eredità artistica e letteraria straordinaria.
La sua vita turbolenta e il suo genio creativo continuano a renderlo una figura affascinante della storia dell’arte italiana, simbolo di talento, passione e irrequietezza.

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