13 febbraio 1883. Muore Richard Wagner.
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Le origini di Richard Wagner
Richard Wagner nacque il 22 maggio 1813 a Lipsia, in Germania. Rimasto orfano di padre pochi mesi dopo la nascita, fu cresciuto dal patrigno Ludwig Geyer. Sin dall’infanzia, Wagner mostrò una grande passione per l’arte, sebbene la sua strada verso la musica fu inizialmente incerta. Solo dopo aver assistito a una rappresentazione del Fidelio di Beethoven decise di dedicarsi interamente alla composizione musicale.
La formazione e le prime opere
Autodidatta in gran parte della sua formazione, Wagner studiò per un breve periodo con Christian Theodor Weinlig. Nel 1833 compose la sua prima opera, Die Feen (Le Fate), seguita da Il divieto d’amare e Rienzi. Quest’ultima, dal forte impianto grand-opera francese, gli permise di ottenere notorietà e di essere nominato direttore musicale a Dresda.
La rivoluzione del teatro musicale
Wagner rivoluzionò il teatro musicale introducendo il concetto di Gesamtkunstwerk (opera d’arte totale), unendo musica, dramma e scenografia in una sintesi unica. Opere come L’olandese volante, Tannhäuser e Lohengrin mostrano la sua evoluzione stilistica e la sua ricerca di un nuovo linguaggio musicale.
L’esilio e l’influenza di Schopenhauer
Coinvolto nei moti rivoluzionari del 1848, Wagner fu costretto a fuggire in Svizzera, dove trascorse oltre un decennio in esilio.
Durante questo periodo, scoprì la filosofia di Arthur Schopenhauer, che influenzò profondamente le sue opere successive.
Il Tristano e Isotta, scritto in quegli anni, rappresenta il punto di rottura con la tonalità tradizionale, introducendo un cromatismo esasperato che anticipa la musica moderna.
Bayreuth e la tetralogia
Con l’appoggio del re Ludovico II di Baviera, Wagner realizzò il sogno di costruire un teatro dedicato esclusivamente alle sue opere: il Festspielhaus di Bayreuth. Qui venne rappresentata per la prima volta la sua monumentale Tetralogia (L’anello del Nibelungo), composta da L’oro del Reno, La Valchiria, Sigfrido e Il crepuscolo degli dei.
L’ultima opera: Parsifal
L’ultima grande creazione di Wagner fu Parsifal, un’opera dal forte carattere mistico e religioso. Composta tra il 1877 e il 1882, fu rappresentata per la prima volta a Bayreuth nel 1882. Quest’opera segnò il culmine della sua evoluzione musicale e spirituale.
La morte e il funerale di Richard Wagner
Nel 1882 Wagner si trasferì a Venezia per motivi di salute. Il 13 febbraio 1883, all’età di 69 anni, morì a causa di un attacco cardiaco nella sua residenza di Ca’ Vendramin Calergi, mentre lavorava a un saggio intitolato Sull’elemento femminile nella specie umana.
Il suo corpo fu trasportato in Germania e sepolto nel giardino della sua villa Haus Wahnfried a Bayreuth.
Il funerale fu un evento solenne, seguito da migliaia di ammiratori e musicisti, a testimonianza dell’eredità indelebile che Wagner ha lasciato nel mondo della musica.
Le origini di Richard Wagner
Richard Wagner nacque il 22 maggio 1813 a Lipsia, in Germania. Rimasto orfano di padre pochi mesi dopo la nascita, fu cresciuto dal patrigno Ludwig Geyer. Sin dall’infanzia, Wagner mostrò una grande passione per l’arte, sebbene la sua strada verso la musica fu inizialmente incerta. Solo dopo aver assistito a una rappresentazione del Fidelio di Beethoven decise di dedicarsi interamente alla composizione musicale.
La formazione e le prime opere
Autodidatta in gran parte della sua formazione, Wagner studiò per un breve periodo con Christian Theodor Weinlig. Nel 1833 compose la sua prima opera, Die Feen (Le Fate), seguita da Il divieto d’amare e Rienzi. Quest’ultima, dal forte impianto grand-opera francese, gli permise di ottenere notorietà e di essere nominato direttore musicale a Dresda.
La rivoluzione del teatro musicale
Wagner rivoluzionò il teatro musicale introducendo il concetto di Gesamtkunstwerk (opera d’arte totale), unendo musica, dramma e scenografia in una sintesi unica. Opere come L’olandese volante, Tannhäuser e Lohengrin mostrano la sua evoluzione stilistica e la sua ricerca di un nuovo linguaggio musicale.
L’esilio e l’influenza di Schopenhauer
Coinvolto nei moti rivoluzionari del 1848, Wagner fu costretto a fuggire in Svizzera, dove trascorse oltre un decennio in esilio.
Durante questo periodo, scoprì la filosofia di Arthur Schopenhauer, che influenzò profondamente le sue opere successive.
Il Tristano e Isotta, scritto in quegli anni, rappresenta il punto di rottura con la tonalità tradizionale, introducendo un cromatismo esasperato che anticipa la musica moderna.
Bayreuth e la tetralogia
Con l’appoggio del re Ludovico II di Baviera, Wagner realizzò il sogno di costruire un teatro dedicato esclusivamente alle sue opere: il Festspielhaus di Bayreuth. Qui venne rappresentata per la prima volta la sua monumentale Tetralogia (L’anello del Nibelungo), composta da L’oro del Reno, La Valchiria, Sigfrido e Il crepuscolo degli dei.
L’ultima opera: Parsifal
L’ultima grande creazione di Wagner fu Parsifal, un’opera dal forte carattere mistico e religioso. Composta tra il 1877 e il 1882, fu rappresentata per la prima volta a Bayreuth nel 1882. Quest’opera segnò il culmine della sua evoluzione musicale e spirituale.
La morte e il funerale di Richard Wagner
Nel 1882 Wagner si trasferì a Venezia per motivi di salute. Il 13 febbraio 1883, all’età di 69 anni, morì a causa di un attacco cardiaco nella sua residenza di Ca’ Vendramin Calergi, mentre lavorava a un saggio intitolato Sull’elemento femminile nella specie umana.
Il suo corpo fu trasportato in Germania e sepolto nel giardino della sua villa Haus Wahnfried a Bayreuth.
Il funerale fu un evento solenne, seguito da migliaia di ammiratori e musicisti, a testimonianza dell’eredità indelebile che Wagner ha lasciato nel mondo della musica.