22 gennaio 2024. Addio a Gigi Riva
22 gennaio 2024. Addio a Gigi Riva
Luigi Riva, conosciuto da tutti come Gigi Riva, è stato uno dei più grandi calciatori italiani di tutti i tempi. Nato a Leggiuno il 7 novembre 1944 e scomparso a Cagliari il 22 gennaio 2024, Riva ha lasciato un’eredità indelebile, sia come atleta che come uomo, incarnando valori di lealtà, passione e umiltà.
Gli inizi e l’ascesa di una leggenda
Cresciuto in un contesto familiare umile, Riva perse entrambi i genitori in giovane età e fu cresciuto dalla sorella maggiore Fausta. Nonostante le difficoltà, il suo talento calcistico emerse presto. Dopo aver mosso i primi passi nel Legnano, approdò al Cagliari nel 1963, squadra con cui avrebbe scritto pagine memorabili della storia del calcio italiano.
Con il club sardo, Riva trovò l’habitat perfetto per esprimere la sua riservatezza e il disinteresse per i riflettori, diventando un simbolo non solo sportivo ma anche culturale. Nei suoi 14 anni di carriera con il Cagliari, segnò 208 gol, record imbattuto del club, e portò la squadra alla conquista dello storico scudetto nella stagione 1969-70, un’impresa straordinaria per una società di provincia.
Rombo di Tuono: un soprannome che racconta un mito
Gianni Brera, celebre giornalista sportivo, lo soprannominò “Rombo di Tuono”, un’espressione che cattura perfettamente la potenza e la determinazione di Riva sul campo. Nonostante calciasse quasi esclusivamente con il piede sinistro, il suo tiro era devastante, capace di segnare gol indimenticabili, spesso decisivi.
Riva rifiutò più volte offerte da grandi club italiani, tra cui Inter e Juventus, scegliendo di restare fedele al Cagliari. La Juventus, nel 1973, propose una trattativa record che includeva giocatori come Roberto Bettega e una somma ingente, ma Riva rispose con un categorico no, rafforzando il suo legame unico con la Sardegna.
Il contributo alla Nazionale italiana
Con la maglia azzurra, Gigi Riva raggiunse risultati straordinari. Con 35 gol in 42 presenze, rimane tuttora il miglior marcatore della storia della Nazionale italiana. Tra i suoi successi spiccano la vittoria del Campionato Europeo del 1968, in cui segnò nella finale-bis contro la Jugoslavia, e il secondo posto al Mondiale del 1970, dove realizzò tre gol decisivi.
Nonostante una carriera costellata da gravi infortuni, soprattutto in Nazionale, Riva si distinse sempre per la sua dedizione e il suo spirito di sacrificio. Gli incidenti del 1967 contro il Portogallo e del 1970 contro l’Austria gli sottrassero almeno due anni di attività ai massimi livelli, ma non intaccarono il suo status di leggenda.
Dopo il ritiro: un legame indissolubile con il calcio
Riva si ritirò nel 1977, ma rimase sempre vicino al mondo del calcio. Dal 1990 al 2013 fu team manager della Nazionale italiana, accompagnandola nei successi e nelle difficoltà. Il suo legame con il Cagliari non venne mai meno: nel 2019 fu nominato presidente onorario del club, un riconoscimento alla sua immensa eredità.
La scomparsa e l’omaggio di una nazione
Il 21 gennaio 2024, Gigi Riva fu ricoverato all’ospedale San Michele di Cagliari per una sindrome coronarica acuta. Nonostante le cure, il 22 gennaio, all’età di 79 anni, il suo cuore si fermò. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme nel mondo del calcio e nella comunità sarda.
La camera ardente fu allestita all’Unipol Domus, lo stadio del Cagliari, dove migliaia di tifosi e appassionati gli resero omaggio. I funerali, celebrati nella Basilica di Bonaria e trasmessi in diretta televisiva, furono seguiti da tutta Italia. Le sue spoglie riposano nel cimitero monumentale di Bonaria, accanto ai luoghi che amava.
Luigi Riva, conosciuto da tutti come Gigi Riva, è stato uno dei più grandi calciatori italiani di tutti i tempi. Nato a Leggiuno il 7 novembre 1944 e scomparso a Cagliari il 22 gennaio 2024, Riva ha lasciato un’eredità indelebile, sia come atleta che come uomo, incarnando valori di lealtà, passione e umiltà.
Gli inizi e l’ascesa di una leggenda
Cresciuto in un contesto familiare umile, Riva perse entrambi i genitori in giovane età e fu cresciuto dalla sorella maggiore Fausta. Nonostante le difficoltà, il suo talento calcistico emerse presto. Dopo aver mosso i primi passi nel Legnano, approdò al Cagliari nel 1963, squadra con cui avrebbe scritto pagine memorabili della storia del calcio italiano.
Con il club sardo, Riva trovò l’habitat perfetto per esprimere la sua riservatezza e il disinteresse per i riflettori, diventando un simbolo non solo sportivo ma anche culturale. Nei suoi 14 anni di carriera con il Cagliari, segnò 208 gol, record imbattuto del club, e portò la squadra alla conquista dello storico scudetto nella stagione 1969-70, un’impresa straordinaria per una società di provincia.
Rombo di Tuono: un soprannome che racconta un mito
Gianni Brera, celebre giornalista sportivo, lo soprannominò “Rombo di Tuono”, un’espressione che cattura perfettamente la potenza e la determinazione di Riva sul campo. Nonostante calciasse quasi esclusivamente con il piede sinistro, il suo tiro era devastante, capace di segnare gol indimenticabili, spesso decisivi.
Riva rifiutò più volte offerte da grandi club italiani, tra cui Inter e Juventus, scegliendo di restare fedele al Cagliari. La Juventus, nel 1973, propose una trattativa record che includeva giocatori come Roberto Bettega e una somma ingente, ma Riva rispose con un categorico no, rafforzando il suo legame unico con la Sardegna.
Il contributo alla Nazionale italiana
Con la maglia azzurra, Gigi Riva raggiunse risultati straordinari. Con 35 gol in 42 presenze, rimane tuttora il miglior marcatore della storia della Nazionale italiana. Tra i suoi successi spiccano la vittoria del Campionato Europeo del 1968, in cui segnò nella finale-bis contro la Jugoslavia, e il secondo posto al Mondiale del 1970, dove realizzò tre gol decisivi.
Nonostante una carriera costellata da gravi infortuni, soprattutto in Nazionale, Riva si distinse sempre per la sua dedizione e il suo spirito di sacrificio. Gli incidenti del 1967 contro il Portogallo e del 1970 contro l’Austria gli sottrassero almeno due anni di attività ai massimi livelli, ma non intaccarono il suo status di leggenda.
Dopo il ritiro: un legame indissolubile con il calcio
Riva si ritirò nel 1977, ma rimase sempre vicino al mondo del calcio. Dal 1990 al 2013 fu team manager della Nazionale italiana, accompagnandola nei successi e nelle difficoltà. Il suo legame con il Cagliari non venne mai meno: nel 2019 fu nominato presidente onorario del club, un riconoscimento alla sua immensa eredità.
La scomparsa e l’omaggio di una nazione
Il 21 gennaio 2024, Gigi Riva fu ricoverato all’ospedale San Michele di Cagliari per una sindrome coronarica acuta. Nonostante le cure, il 22 gennaio, all’età di 79 anni, il suo cuore si fermò. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme nel mondo del calcio e nella comunità sarda.
La camera ardente fu allestita all’Unipol Domus, lo stadio del Cagliari, dove migliaia di tifosi e appassionati gli resero omaggio. I funerali, celebrati nella Basilica di Bonaria e trasmessi in diretta televisiva, furono seguiti da tutta Italia. Le sue spoglie riposano nel cimitero monumentale di Bonaria, accanto ai luoghi che amava.