leggenda di Jim Morrison

La leggenda di Jim Morrison

17 Gennaio 2025 - 00:30--Musica, Tombe Celebri-

La leggenda di Jim Morrison

Jim Morrison, l’iconico ed erotico sciamano del rock, muore a Parigi nel 1971 a soli 27 anni ma da allora continua ad incantare intere generazioni. La sua tomba si trova presso il Cimitero degli Artisti di Père-Lachaise, quarto sito più visitato di Parigi, tuttora meta di pellegrinaggi di suoi fans che arrivano da tutto il mondo inseguendo la sua leggenda.

Jim Morrison: poeta della libertà

James Douglas Morrison, detto Jim, è stato cantante, autore, musicista, leader carismatico dei The Doors nei favolosi anni ’60, genio ribelle della musica rock, fine e originale intellettuale della Beat Generation. Ma è stato soprattutto eterno poeta della libertà, queste le sue parole: «Sentite, la vera poesia non dice niente, elenca solo delle possibilità. Apre tutte le porte. E voi potete passare per quella che preferite». 

La vita

Jim Morrison nacque a Melbourne, in Florida, l’8 dicembre 1943. Figlio di un ammiraglio della Marina americana, trascorse infanzia e adolescenza poco serene a causa dei continui spostamenti della famiglia. Nel 1955 si trasferisce a San Francisco e qui la formazione culturale del ragazzino inquieto ed erudito viene influenzata dalla lettura dei poeti maledetti dell’Ottocento, di Nietzsche, dei miti e dei filosofi greci, dalla frequentazione della libreria City Light Books di Lawrence Ferlinghetti, amico di Kerouac e Ginsberg. Studente brillante e ribelle, vaga tra luoghi ed esperienze disparate. Poesia, musica e uso di sostanze stupefacenti si mescolano. Nel 1964 si stabilisce a Los Angeles dove inizia a frequentare, contro la volontà della famiglia, la Los Angeles Film School.

La nascita della leggenda Jim Morrison

Nel 1965 conobbe Ray Manzarek con il quale fondò il gruppo The Doors, il cui nome fu ispirato da una frase di William Blake, poeta inglese del ‘700: If the doors of perception were, cleansed, everything would appear to man as it is. Infinite. (trad.) Se le porte della percezione fossero spalancate, tutte le cose apparirebbero all’uomo come realmente sono. Infinite.

L’epoca dei The Doors

Con The Doors nacque anche la leggenda di Jim Morrison, da quelle “porte” uscirono pietre miliari della storia della musica come Light my fire, The end, Riders of the storm, solo per citarne qualcuna, 6 anni di esibizioni sfrenate, 7 album, 135 milioni di dischi venduti. «Mi interessa qualunque cosa abbia a che fare con la rivolta, il disordine, il caos, in particolare le attività apparentemente prive di significato. Mi sembra sia questa la strada per la libertà» dichiarava. E sul palco si trasformava in un vero sciamano, dal talento e dalla presenza fisica impressionanti. I travolgenti concerti spesso erano accompagnati da disordini e interventi della polizia. Jim Morrison nel 1969 fu il primo artista ad essere arrestato sul palco e condannato per atti contrari alla morale e bestemmia in luogo pubblico segnando l’inizio del declino della band.

Gli ultimi anni: Parigi e il sogno di anonimato

Nel 1970 Morrison, dal fisico ormai minato da alcool e droga, portò a termine una serie di concerti e sposò con rito neopagano Patricia Kennealy, anche se la sua compagna “cosmica” e musa ispiratrice era da anni Pamela Courson. Nel marzo 1971 decide di trasferirsi a Parigi seguendo proprio Pamela che vi abitava già da qualche mese. Era già stato a Parigi e se ne era innamorato follemente. Probabilmente la sua intenzione era quella di vivere nell’anonimato, finalmente lontano dai deliri di pubblico degli Stati Uniti, limitare gli eccessi e dedicarsi solo alla poesia, la sua vera dimensione. Fu visto spesso presso ritrovi di artisti, come la libreria Shakespeare and Company e i locali di Saint Germain, insieme a Pamela e ad altri amici.

La morte

Il 3 luglio 1971, alle sei del mattino, Jim Morrison viene ritrovato morto nella vasca da bagno da Pamela Courson. Causa ufficiale della morte: arresto cardiaco. Le dipendenze, e la tendenza all’autodistruzione che esse portano con sé, avevano vinto sull’uomo e sull’artista.

I miti non muoiono mai

La sepoltura viene disposta nel cimitero degli artisti di Père-Lachaise il 7 luglio alle 8,30 del mattino, in dieci minuti e alla presenza di sole cinque persone. Aveva 27 anni, come Jimi Hendrix e Janis Joplin morti pochi mesi prima, rispettivamente il 18 settembre e il 4 ottobre 1970, come Brian Jones morto esattamente un anno prima. Anche Pamela Courson morì a 27 anni, tre anni dopo.

Misteri e teorie

Le circostanze della morte portarono da subito ad illazioni, alcuni sostennero che in realtà Jim Morrison fosse morto di overdose in un locale e poi trasportato nell’appartamento, altri che in realtà avesse inscenato la morte (come qualche volta aveva detto) per andare a vivere nell’anonimato in Africa, come Rimbaud, altri ancora che si trattasse di un complotto della Cia o del fantomatico Club 27 che uccide i cantanti rock di 27 anni. Qualcuno dice di averlo incontrato su un’sola delle Seychelles, qualcun altro l’ha visto in una banca a New York oppure in Oregon, dove fa l’allevatore e si è sposato una donna di nome Marsha.

Un poeta immortale

Anche a chi scrive, come a tantissimi altri, piace credere che un Jim Morrison ottantenne, in questo momento, stia pescando in riva al mare da qualche parte del mondo. Del resto un poeta non muore mai. La potenza della sua musica e delle sue parole continuerà ad ispirare noi comuni mortali e a farci attraversare ancora tante doors (porte), consapevoli della nostra libertà. Come on baby, light my fire…

Annamaria Persico

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Jim Morrison: poeta della libertà

James Douglas Morrison, detto Jim, è stato cantante, autore, musicista, leader carismatico dei The Doors nei favolosi anni ’60, genio ribelle della musica rock, fine e originale intellettuale della Beat Generation. Ma è stato soprattutto eterno poeta della libertà, queste le sue parole: «Sentite, la vera poesia non dice niente, elenca solo delle possibilità. Apre tutte le porte. E voi potete passare per quella che preferite». 

La vita

Jim Morrison nacque a Melbourne, in Florida, l’8 dicembre 1943. Figlio di un ammiraglio della Marina americana, trascorse infanzia e adolescenza poco serene a causa dei continui spostamenti della famiglia. Nel 1955 si trasferisce a San Francisco e qui la formazione culturale del ragazzino inquieto ed erudito viene influenzata dalla lettura dei poeti maledetti dell’Ottocento, di Nietzsche, dei miti e dei filosofi greci, dalla frequentazione della libreria City Light Books di Lawrence Ferlinghetti, amico di Kerouac e Ginsberg. Studente brillante e ribelle, vaga tra luoghi ed esperienze disparate. Poesia, musica e uso di sostanze stupefacenti si mescolano. Nel 1964 si stabilisce a Los Angeles dove inizia a frequentare, contro la volontà della famiglia, la Los Angeles Film School.

La nascita della leggenda Jim Morrison

Nel 1965 conobbe Ray Manzarek con il quale fondò il gruppo The Doors, il cui nome fu ispirato da una frase di William Blake, poeta inglese del ‘700: If the doors of perception were, cleansed, everything would appear to man as it is. Infinite. (trad.) Se le porte della percezione fossero spalancate, tutte le cose apparirebbero all’uomo come realmente sono. Infinite.

L’epoca dei The Doors

Con The Doors nacque anche la leggenda di Jim Morrison, da quelle “porte” uscirono pietre miliari della storia della musica come Light my fire, The end, Riders of the storm, solo per citarne qualcuna, 6 anni di esibizioni sfrenate, 7 album, 135 milioni di dischi venduti. «Mi interessa qualunque cosa abbia a che fare con la rivolta, il disordine, il caos, in particolare le attività apparentemente prive di significato. Mi sembra sia questa la strada per la libertà» dichiarava. E sul palco si trasformava in un vero sciamano, dal talento e dalla presenza fisica impressionanti. I travolgenti concerti spesso erano accompagnati da disordini e interventi della polizia. Jim Morrison nel 1969 fu il primo artista ad essere arrestato sul palco e condannato per atti contrari alla morale e bestemmia in luogo pubblico segnando l’inizio del declino della band.

Gli ultimi anni: Parigi e il sogno di anonimato

Nel 1970 Morrison, dal fisico ormai minato da alcool e droga, portò a termine una serie di concerti e sposò con rito neopagano Patricia Kennealy, anche se la sua compagna “cosmica” e musa ispiratrice era da anni Pamela Courson. Nel marzo 1971 decide di trasferirsi a Parigi seguendo proprio Pamela che vi abitava già da qualche mese. Era già stato a Parigi e se ne era innamorato follemente. Probabilmente la sua intenzione era quella di vivere nell’anonimato, finalmente lontano dai deliri di pubblico degli Stati Uniti, limitare gli eccessi e dedicarsi solo alla poesia, la sua vera dimensione. Fu visto spesso presso ritrovi di artisti, come la libreria Shakespeare and Company e i locali di Saint Germain, insieme a Pamela e ad altri amici.

La morte

Il 3 luglio 1971, alle sei del mattino, Jim Morrison viene ritrovato morto nella vasca da bagno da Pamela Courson. Causa ufficiale della morte: arresto cardiaco. Le dipendenze, e la tendenza all’autodistruzione che esse portano con sé, avevano vinto sull’uomo e sull’artista.

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Anche a chi scrive, come a tantissimi altri, piace credere che un Jim Morrison ottantenne, in questo momento, stia pescando in riva al mare da qualche parte del mondo. Del resto un poeta non muore mai. La potenza della sua musica e delle sue parole continuerà ad ispirare noi comuni mortali e a farci attraversare ancora tante doors (porte), consapevoli della nostra libertà. Come on baby, light my fire…

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