San Nicola, vescovo di Myra, nacque a Patara, nell’odierna Turchia. Fin da giovane dimostrò una straordinaria generosità e una fervente dedizione alla fede.
La sua vita fu costellata di atti di carità, tra cui il gesto che lo legò per sempre alla figura di benefattore: la donazione di una dote a tre sorelle povere per salvarle dalla prostituzione. Nicola morì tra il 345 e il 352 d.C., e la sua morte fu accompagnata da numerosi miracoli. Tra i più noti, c’è quello della resurrezione di tre bambini uccisi e messi in salamoia da un oste malvagio. Questo miracolo cementò ulteriormente il legame di San Nicola con i bambini. Viene da allora consacrato come santo protettore dei poveri, delle vergini e dei bambini.
Nel Medioevo, la figura di San Nicola si diffuse rapidamente in tutta Europa, in particolare nei Paesi Bassi, in Germania e in Italia, dove il 6 dicembre veniva celebrato con lo scambio di doni. Nella tradizione di alcuni Paesi, come in Germania e nei Paesi Bassi, Nicola veniva rappresentato su un cavallo, accompagnato da un servitore che minacciava i bambini cattivi e distribuiva doni e dolci a quelli buoni.
Questa tradizione prese piede anche nei Paesi protestanti, dove il santo assunse il nome di Samiklaus o Sinterclaus. Nel XIX secolo, la figura di San Nicola subì una ulteriore trasformazione, soprattutto negli Stati Uniti, dove un poema di Clement C. Moore lo trasformò nel “Santa Claus” moderno, un uomo barbuto, vestito di rosso, che porta regali ai bambini la notte di Natale. Il nuovo Santa Claus divenne un’icona universale, sostituendo gradualmente la figura tradizionale di San Nicola.