8 aprile 1973. Muore Pablo Picasso, l’inventore del Cubismo.

Un genio in anticipo sui tempi
Pablo Picasso nasce a Malaga il 25 ottobre 1881.
Sin da piccolo mostra un talento straordinario per il disegno.
Suo padre, professore di arte, lo guida nei primi passi con pennelli e colori.
A soli otto anni dipinge la sua prima opera, “El picador”.
L’arte lo accompagna ovunque: da La Coruña a Barcellona, dove si forma alla scuola di belle arti La Llotja.
Nel 1897, a soli 16 anni, espone già in mostre nazionali.
I primi viaggi e la scoperta di Parigi
Nel 1900 parte per Parigi, il cuore pulsante dell’avanguardia artistica.
Qui scopre il fermento culturale, conosce artisti e si lascia ispirare dal simbolismo e dall’impressionismo.
Nel 1901, dopo il suicidio dell’amico Carlos Casagemas, inizia il cosiddetto “periodo blu”.
Le sue opere si riempiono di figure solitarie, mendicanti, ciechi e carcerati.
Il dolore diventa colore.
Dalla malinconia al rosa: un nuovo inizio
Nel 1904 si stabilisce definitivamente a Parigi, nel celebre Bateau-Lavoir.
Qui incontra Fernande Olivier, la sua prima musa.
Il dolore cede il passo a una nuova visione.
Nasce così il “periodo rosa”.
Acrobati, arlecchini e famiglie circensi affollano le sue tele.
È un momento di gioia e speranza, nonostante le difficoltà economiche.
L’invenzione del cubismo
Nel 1907 dipinge “Les demoiselles d’Avignon”, rivoluzionando la storia dell’arte.
La prospettiva tradizionale scompare.
I volti e i corpi si scompongono in piani geometrici.
Nasce il cubismo, insieme a Georges Braque.
Negli anni successivi, sviluppa il cubismo analitico e poi quello sintetico.
Collage, papier collé e ritmi visivi creano una nuova grammatica dell’immagine.
Tra arte e guerra
Negli anni ’30, Picasso si avvicina alla politica e denuncia la violenza della guerra.
Nel 1937, sconvolto dal bombardamento nazista di Guernica, realizza l’omonima opera.
Il dipinto, presentato all’Esposizione Universale di Parigi, diventa il simbolo del dolore collettivo.
In bianco e nero, tra volti urlanti e cavalli morenti, Picasso grida contro l’orrore bellico.
Dopo la guerra: ceramica, incisioni e nuovi linguaggi
Durante la seconda guerra mondiale resta a Parigi, nonostante l’occupazione nazista.
Dopo il conflitto, si trasferisce ad Antibes e poi a Vallauris.
Qui si dedica alla ceramica e alla grafica, esplorando nuovi linguaggi.
Nascono capolavori come “La Guerra e la Pace”, testimonianze del suo impegno pacifista.
Diventa anche un’icona del movimento per la pace, disegnando la celebre colomba.
Gli ultimi anni e la ricerca continua
Negli anni ’50 e ’60 Picasso non smette di sperimentare.
Rilegge i grandi maestri del passato: Velázquez, Delacroix, Manet.
Rivisita “Le donne di Algeri” e “Las Meninas”, creando variazioni potenti e personali.
Nel 1963 nasce a Barcellona il Museo Picasso, con oltre 1.000 opere donate dallo stesso artista.
Resta fedele alla propria arte fino all’ultimo giorno.
Morte e funerali di Pablo Picasso
Pablo Picasso muore l’8 aprile 1973 nella sua villa di Mougins, in Francia.
Ha 91 anni e fino all’ultimo continua a dipingere e sperimentare.
La causa della morte è un edema polmonare acuto.
Viene sepolto nel parco del castello di Vauvenargues, che aveva acquistato nel 1958.
La sua tomba non porta lapide, ma l’impronta indelebile della sua arte.
Nel 2003, Malaga gli rende omaggio inaugurando il Museo Picasso, che espone oltre 200 opere del maestro.
Un genio in anticipo sui tempi
Pablo Picasso nasce a Malaga il 25 ottobre 1881.
Sin da piccolo mostra un talento straordinario per il disegno.
Suo padre, professore di arte, lo guida nei primi passi con pennelli e colori.
A soli otto anni dipinge la sua prima opera, “El picador”.
L’arte lo accompagna ovunque: da La Coruña a Barcellona, dove si forma alla scuola di belle arti La Llotja.
Nel 1897, a soli 16 anni, espone già in mostre nazionali.
I primi viaggi e la scoperta di Parigi
Nel 1900 parte per Parigi, il cuore pulsante dell’avanguardia artistica.
Qui scopre il fermento culturale, conosce artisti e si lascia ispirare dal simbolismo e dall’impressionismo.
Nel 1901, dopo il suicidio dell’amico Carlos Casagemas, inizia il cosiddetto “periodo blu”.
Le sue opere si riempiono di figure solitarie, mendicanti, ciechi e carcerati.
Il dolore diventa colore.
Dalla malinconia al rosa: un nuovo inizio
Nel 1904 si stabilisce definitivamente a Parigi, nel celebre Bateau-Lavoir.
Qui incontra Fernande Olivier, la sua prima musa.
Il dolore cede il passo a una nuova visione.
Nasce così il “periodo rosa”.
Acrobati, arlecchini e famiglie circensi affollano le sue tele.
È un momento di gioia e speranza, nonostante le difficoltà economiche.
L’invenzione del cubismo
Nel 1907 dipinge “Les demoiselles d’Avignon”, rivoluzionando la storia dell’arte.
La prospettiva tradizionale scompare.
I volti e i corpi si scompongono in piani geometrici.
Nasce il cubismo, insieme a Georges Braque.
Negli anni successivi, sviluppa il cubismo analitico e poi quello sintetico.
Collage, papier collé e ritmi visivi creano una nuova grammatica dell’immagine.
Tra arte e guerra
Negli anni ’30, Picasso si avvicina alla politica e denuncia la violenza della guerra.
Nel 1937, sconvolto dal bombardamento nazista di Guernica, realizza l’omonima opera.
Il dipinto, presentato all’Esposizione Universale di Parigi, diventa il simbolo del dolore collettivo.
In bianco e nero, tra volti urlanti e cavalli morenti, Picasso grida contro l’orrore bellico.
Dopo la guerra: ceramica, incisioni e nuovi linguaggi
Durante la seconda guerra mondiale resta a Parigi, nonostante l’occupazione nazista.
Dopo il conflitto, si trasferisce ad Antibes e poi a Vallauris.
Qui si dedica alla ceramica e alla grafica, esplorando nuovi linguaggi.
Nascono capolavori come “La Guerra e la Pace”, testimonianze del suo impegno pacifista.
Diventa anche un’icona del movimento per la pace, disegnando la celebre colomba.
Gli ultimi anni e la ricerca continua
Negli anni ’50 e ’60 Picasso non smette di sperimentare.
Rilegge i grandi maestri del passato: Velázquez, Delacroix, Manet.
Rivisita “Le donne di Algeri” e “Las Meninas”, creando variazioni potenti e personali.
Nel 1963 nasce a Barcellona il Museo Picasso, con oltre 1.000 opere donate dallo stesso artista.
Resta fedele alla propria arte fino all’ultimo giorno.
Morte e funerali di Pablo Picasso
Pablo Picasso muore l’8 aprile 1973 nella sua villa di Mougins, in Francia.
Ha 91 anni e fino all’ultimo continua a dipingere e sperimentare.
La causa della morte è un edema polmonare acuto.
Viene sepolto nel parco del castello di Vauvenargues, che aveva acquistato nel 1958.
La sua tomba non porta lapide, ma l’impronta indelebile della sua arte.
Nel 2003, Malaga gli rende omaggio inaugurando il Museo Picasso, che espone oltre 200 opere del maestro.