7 aprile 2004. Muore Enrico Ameri, la voce di “Tutto il calcio minuto per minuto”.

Enrico Ameri nasce a Lucca il 15 aprile 1926.
Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Genova, seguendo gli spostamenti lavorativi del padre, funzionario di polizia.
In questa città si avvicina al calcio e diventa un appassionato tifoso del Genoa.
Nel 1943 si trasferisce a Roma e aderisce alla Guardia Nazionale Repubblicana.
Questa scelta lo conduce alla prigionia nel campo di concentramento di Coltano, dove condivide la detenzione con figure come Walter Chiari, Enrico Maria Salerno, Ezra Pound e Raimondo Vianello.
L’esordio giornalistico e i primi anni in Rai
La carriera di Ameri inizia nel 1949 come inviato di cronaca per la Rai.
Nel 1954 parte per l’Indocina come corrispondente estero.
Negli anni successivi segue eventi importanti per il Giornale Radio, come il disastro aereo del Monte Terminillo nel 1955 e l’assegnazione del Nobel a Salvatore Quasimodo nel 1959.
Nel luglio 1969 trasmette in diretta la storica partenza dell’Apollo 11 e l’allunaggio, collegato da Houston.
Dimostra una versatilità unica, passando con naturalezza dalla cronaca alla scienza, fino allo sport.
L’inizio della carriera sportiva
Dopo un’esperienza nel ciclismo, esordisce nelle radiocronache calcistiche il 1º maggio 1955 con Udinese-Milan.
In televisione commenta solo due incontri tra nazionali: Italia-Jugoslavia nel 1955 e Germania Ovest-Inghilterra nel 1956.
Successivamente viene sostituito da Nando Martellini e si concentra sulla radio.
Il 10 gennaio 1960 partecipa alla prima puntata di “Tutto il calcio minuto per minuto”, commentando Bologna-Napoli come seconda voce dopo Nicolò Carosio.
Quando Carosio passa alla TV, Ameri diventa la voce principale, il volto (anzi, la voce) di una nuova epoca.
L’epopea di Tutto il calcio minuto per minuto
Da quel momento, la sua voce entra nelle case degli italiani ogni domenica pomeriggio.
Affiancato da colleghi storici come Roberto Bortoluzzi, Sandro Ciotti e Alfredo Provenzali, diventa una colonna della radio sportiva.
Colleziona circa 1600 radiocronache, raccontando scudetti, derby e imprese leggendarie.
Celebre la frase «Scusa, Ameri…», simbolo delle frequenti interruzioni tra i vari campi collegati.
Il 27 aprile 1975, infastidito da un’interruzione di Ciotti, lo insulta pensando che il microfono fosse spento, episodio rimasto celebre.
La sua ultima radiocronaca è Genoa-Juventus del 26 maggio 1991, in cui annuncia lo scudetto della Sampdoria.
Le esperienze televisive e i progetti innovativi
Nel 1980 crea “Il Processo del Lunedì”, trasmissione sportiva destinata a segnare la televisione italiana.
Conduce le prime due edizioni, per poi cedere la conduzione ad Aldo Biscardi.
Prosegue con programmi come Domenica Sport e altri appuntamenti radiofonici fino ai primi anni ’90.
Nel 1992 viene chiamato da Rai 3 per introdurre le partite della Serie A nella trasmissione “Italiani”.
L’ultima apparizione televisiva avviene nel programma “Porta a Porta” di Bruno Vespa.
Ameri al cinema: una voce anche sul grande schermo
La voce di Ameri accompagna anche il pubblico cinematografico.
Fa due brevi apparizioni nei film “Scuola elementare” di Lattuada e “Ultimo minuto” di Pupi Avati.
La sua voce è presente in pellicole come “In nome del popolo italiano”, “L’ingorgo”, “Al bar dello sport” e “Mani di fata”.
Anche sul grande schermo, Ameri rappresenta lo sport con naturalezza e carisma.
La morte e i funerali di Enrico Ameri
Enrico Ameri muore il 7 aprile 2004 all’ospedale San Giuseppe di Albano Laziale.
Viene ricoverato dopo un malore e non riesce a superare le complicazioni.
La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nel mondo del giornalismo sportivo italiano.
Enrico Ameri nasce a Lucca il 15 aprile 1926.
Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Genova, seguendo gli spostamenti lavorativi del padre, funzionario di polizia.
In questa città si avvicina al calcio e diventa un appassionato tifoso del Genoa.
Nel 1943 si trasferisce a Roma e aderisce alla Guardia Nazionale Repubblicana.
Questa scelta lo conduce alla prigionia nel campo di concentramento di Coltano, dove condivide la detenzione con figure come Walter Chiari, Enrico Maria Salerno, Ezra Pound e Raimondo Vianello.
L’esordio giornalistico e i primi anni in Rai
La carriera di Ameri inizia nel 1949 come inviato di cronaca per la Rai.
Nel 1954 parte per l’Indocina come corrispondente estero.
Negli anni successivi segue eventi importanti per il Giornale Radio, come il disastro aereo del Monte Terminillo nel 1955 e l’assegnazione del Nobel a Salvatore Quasimodo nel 1959.
Nel luglio 1969 trasmette in diretta la storica partenza dell’Apollo 11 e l’allunaggio, collegato da Houston.
Dimostra una versatilità unica, passando con naturalezza dalla cronaca alla scienza, fino allo sport.
L’inizio della carriera sportiva
Dopo un’esperienza nel ciclismo, esordisce nelle radiocronache calcistiche il 1º maggio 1955 con Udinese-Milan.
In televisione commenta solo due incontri tra nazionali: Italia-Jugoslavia nel 1955 e Germania Ovest-Inghilterra nel 1956.
Successivamente viene sostituito da Nando Martellini e si concentra sulla radio.
Il 10 gennaio 1960 partecipa alla prima puntata di “Tutto il calcio minuto per minuto”, commentando Bologna-Napoli come seconda voce dopo Nicolò Carosio.
Quando Carosio passa alla TV, Ameri diventa la voce principale, il volto (anzi, la voce) di una nuova epoca.
L’epopea di Tutto il calcio minuto per minuto
Da quel momento, la sua voce entra nelle case degli italiani ogni domenica pomeriggio.
Affiancato da colleghi storici come Roberto Bortoluzzi, Sandro Ciotti e Alfredo Provenzali, diventa una colonna della radio sportiva.
Colleziona circa 1600 radiocronache, raccontando scudetti, derby e imprese leggendarie.
Celebre la frase «Scusa, Ameri…», simbolo delle frequenti interruzioni tra i vari campi collegati.
Il 27 aprile 1975, infastidito da un’interruzione di Ciotti, lo insulta pensando che il microfono fosse spento, episodio rimasto celebre.
La sua ultima radiocronaca è Genoa-Juventus del 26 maggio 1991, in cui annuncia lo scudetto della Sampdoria.
Le esperienze televisive e i progetti innovativi
Nel 1980 crea “Il Processo del Lunedì”, trasmissione sportiva destinata a segnare la televisione italiana.
Conduce le prime due edizioni, per poi cedere la conduzione ad Aldo Biscardi.
Prosegue con programmi come Domenica Sport e altri appuntamenti radiofonici fino ai primi anni ’90.
Nel 1992 viene chiamato da Rai 3 per introdurre le partite della Serie A nella trasmissione “Italiani”.
L’ultima apparizione televisiva avviene nel programma “Porta a Porta” di Bruno Vespa.
Ameri al cinema: una voce anche sul grande schermo
La voce di Ameri accompagna anche il pubblico cinematografico.
Fa due brevi apparizioni nei film “Scuola elementare” di Lattuada e “Ultimo minuto” di Pupi Avati.
La sua voce è presente in pellicole come “In nome del popolo italiano”, “L’ingorgo”, “Al bar dello sport” e “Mani di fata”.
Anche sul grande schermo, Ameri rappresenta lo sport con naturalezza e carisma.
La morte e i funerali di Enrico Ameri
Enrico Ameri muore il 7 aprile 2004 all’ospedale San Giuseppe di Albano Laziale.
Viene ricoverato dopo un malore e non riesce a superare le complicazioni.
La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nel mondo del giornalismo sportivo italiano.