5 aprile 2005. Muore Saul Bellow, premio Nobel per la letteratura.

Saul Bellow nasce il 10 giugno 1915 a Lachine, in Quebec, con il nome di Solomon Bellows.
La sua famiglia, di origini ebraico-lituane, emigra da San Pietroburgo in Canada pochi mesi prima della sua nascita.
Cresce in un ambiente multiculturale, tra yiddish, russo, francese e inglese.
Nel 1924 la famiglia si trasferisce a Chicago, città che influenzerà profondamente il suo immaginario letterario.
Frequenta scuole pubbliche multiculturali, coltivando sin da giovanissimo l’amore per i libri, la musica e l’antropologia.
Gli anni dell’università e i primi scritti
Bellow si iscrive inizialmente alla University of Chicago, ma si laurea in antropologia alla Northwestern University.
Comincia a pubblicare racconti su riviste universitarie e letterarie, affermandosi come una nuova voce della narrativa americana.
Nel 1944 esordisce con Dangling Man, romanzo che esplora il senso di sospensione e l’inquietudine esistenziale.
Nel 1947 pubblica The Victim, una riflessione sul senso di colpa e sulle dinamiche relazionali.
La consacrazione con The Adventures of Augie March
Il successo arriva nel 1953 con The Adventures of Augie March, vincitore del National Book Award.
Questo romanzo rivoluziona lo stile della narrativa americana, con una prosa viva, ironica e profondamente umana.
Grazie a questa opera ottiene borse di studio e incarichi accademici prestigiosi.
Seguono altri romanzi importanti come Seize the Day (1956) e Henderson the Rain King (1959).
I capolavori della maturità: Herzog e Humboldt’s Gift
Nel 1964 Saul Belloww pubblica Herzog, romanzo epistolare che diventa un best-seller internazionale.
L’opera gli vale il secondo National Book Award e conferma la sua statura di grande scrittore del Novecento.
Nel 1975 dà alle stampe Humboldt’s Gift, vincitore del Premio Pulitzer.
L’anno seguente riceve il Premio Nobel per la Letteratura “per la comprensione umana e la sottile analisi della cultura contemporanea”.
Le sue opere affrontano le crisi dell’identità, la ricerca di senso e le tensioni tra spiritualità e modernità.
Molti dei suoi scritti sono influenzati dall’antroposofia di Rudolf Steiner.
Una carriera costellata di premi e riconoscimenti
Nel corso della sua carriera, Saul Bellow riceve numerose lauree honoris causa e premi internazionali.
Insegna per decenni all’Università di Chicago e, successivamente, alla Boston University.
Partecipa a conferenze, scrive saggi, traduce autori importanti e promuove la cultura letteraria su scala globale.
Negli ultimi anni pubblica raccolte di racconti, saggi autobiografici e il romanzo Ravelstein (2000), ispirato alla figura del filosofo Allan Bloom.
La morte e i funerali
Saul Bellow muore il 5 aprile 2005 nella sua casa di Brookline, nel Massachusetts.
Ha 89 anni ed è circondato dall’affetto della sua famiglia.
Viene sepolto al Morningside Cemetery di Brattleboro, nel Vermont, lasciando un’eredità culturale immensa e senza tempo.
La sua scomparsa segnò la fine di una delle voci più significative della letteratura americana del Novecento.
La sua eredità letteraria resta viva, tra introspezione, umorismo e un’incessante ricerca di significato.
Saul Bellow nasce il 10 giugno 1915 a Lachine, in Quebec, con il nome di Solomon Bellows.
La sua famiglia, di origini ebraico-lituane, emigra da San Pietroburgo in Canada pochi mesi prima della sua nascita.
Cresce in un ambiente multiculturale, tra yiddish, russo, francese e inglese.
Nel 1924 la famiglia si trasferisce a Chicago, città che influenzerà profondamente il suo immaginario letterario.
Frequenta scuole pubbliche multiculturali, coltivando sin da giovanissimo l’amore per i libri, la musica e l’antropologia.
Gli anni dell’università e i primi scritti
Bellow si iscrive inizialmente alla University of Chicago, ma si laurea in antropologia alla Northwestern University.
Comincia a pubblicare racconti su riviste universitarie e letterarie, affermandosi come una nuova voce della narrativa americana.
Nel 1944 esordisce con Dangling Man, romanzo che esplora il senso di sospensione e l’inquietudine esistenziale.
Nel 1947 pubblica The Victim, una riflessione sul senso di colpa e sulle dinamiche relazionali.
La consacrazione con The Adventures of Augie March
Il successo arriva nel 1953 con The Adventures of Augie March, vincitore del National Book Award.
Questo romanzo rivoluziona lo stile della narrativa americana, con una prosa viva, ironica e profondamente umana.
Grazie a questa opera ottiene borse di studio e incarichi accademici prestigiosi.
Seguono altri romanzi importanti come Seize the Day (1956) e Henderson the Rain King (1959).
I capolavori della maturità: Herzog e Humboldt’s Gift
Nel 1964 Saul Belloww pubblica Herzog, romanzo epistolare che diventa un best-seller internazionale.
L’opera gli vale il secondo National Book Award e conferma la sua statura di grande scrittore del Novecento.
Nel 1975 dà alle stampe Humboldt’s Gift, vincitore del Premio Pulitzer.
L’anno seguente riceve il Premio Nobel per la Letteratura “per la comprensione umana e la sottile analisi della cultura contemporanea”.
Le sue opere affrontano le crisi dell’identità, la ricerca di senso e le tensioni tra spiritualità e modernità.
Molti dei suoi scritti sono influenzati dall’antroposofia di Rudolf Steiner.
Una carriera costellata di premi e riconoscimenti
Nel corso della sua carriera, Saul Bellow riceve numerose lauree honoris causa e premi internazionali.
Insegna per decenni all’Università di Chicago e, successivamente, alla Boston University.
Partecipa a conferenze, scrive saggi, traduce autori importanti e promuove la cultura letteraria su scala globale.
Negli ultimi anni pubblica raccolte di racconti, saggi autobiografici e il romanzo Ravelstein (2000), ispirato alla figura del filosofo Allan Bloom.
La morte e i funerali
Saul Bellow muore il 5 aprile 2005 nella sua casa di Brookline, nel Massachusetts.
Ha 89 anni ed è circondato dall’affetto della sua famiglia.
Viene sepolto al Morningside Cemetery di Brattleboro, nel Vermont, lasciando un’eredità culturale immensa e senza tempo.
La sua scomparsa segnò la fine di una delle voci più significative della letteratura americana del Novecento.
La sua eredità letteraria resta viva, tra introspezione, umorismo e un’incessante ricerca di significato.