5 aprile 1994. Muore Kurt Cobain: leggenda grunge anni ’90.

Kurt Donald Cobain nasce il 20 febbraio 1967 ad Aberdeen, nello stato di Washington.
Fin da bambino mostra un forte interesse per la musica, il disegno e l’arte.
Cresce in una famiglia segnata dal divorzio dei genitori, evento che incide profondamente sul suo carattere.
La zia Mary, musicista, lo introduce alla musica e gli regala la sua prima chitarra.
Grazie a lei, Kurt inizia a suonare e comporre, trovando nella musica la sua via di espressione.
I primi passi nella musica
Durante l’adolescenza, Cobain si appassiona al punk rock e alla musica alternativa.
Ascolta con entusiasmo Ramones, Melvins, Black Flag, Clash e Pixies.
Lascia la casa materna e si trasferisce a Olympia, dove fonda la sua prima band: i Fecal Matter.
Nel 1987 forma i Nirvana insieme a Krist Novoselic.
La band si distingue subito per il suono ruvido e l’energia distruttiva delle esibizioni.
Nasce così il grunge, un genere destinato a cambiare la storia del rock.
Il successo mondiale con i Nirvana
Nel 1989 esce Bleach, il primo album dei Nirvana, pubblicato dalla Sub Pop.
Ma è nel 1991 che la band esplode con Nevermind, spinta dal singolo Smells Like Teen Spirit.
Il disco conquista le classifiche di tutto il mondo e trasforma Kurt in un’icona globale.
La sua voce graffiante, i testi intensi e la sua figura tormentata diventano simboli della Generazione X.
I Nirvana portano il disagio giovanile e l’anticonformismo al centro della cultura pop.
Fama, fragilità e ribellione
Cobain vive la fama con crescente disagio.
Rifiuta il ruolo di portavoce e si sente imprigionato nello status di rockstar.
Nel 1992 sposa Courtney Love, cantante delle Hole, da cui ha una figlia: Frances Bean.
La relazione è intensa ma turbolenta, segnata dall’abuso di droghe e dallo stress mediatico.
Kurt si mostra sempre più vulnerabile, in bilico tra desiderio di normalità e spirito ribelle.
In Utero e l’MTV Unplugged
Nel 1993 esce In Utero, un album più cupo e diretto rispetto al precedente.
Il disco affronta temi dolorosi come la malattia, l’alienazione e il fallimento emotivo.
Nello stesso anno i Nirvana registrano MTV Unplugged in New York.
L’esibizione acustica, toccante e intensa, svela il lato più fragile e autentico di Cobain.
La performance diventa un testamento artistico, ancora oggi considerato un capolavoro assoluto.
La morte di Kurt Cobain
Nel 1994 la salute mentale di Kurt peggiora.
Affronta overdose, tentativi di disintossicazione e profonde crisi interiori.
Il 5 aprile viene trovato morto nella sua casa di Seattle.
Si è suicidato con un colpo di fucile alla testa.
Aveva solo 27 anni, entrando così nel tragico “Club 27”.
Accanto al suo corpo si trova una lettera d’addio indirizzata alla famiglia e ai fan.
I funerali e l’eredità immortale
Il 10 aprile 1994 si tiene una veglia pubblica al Seattle Center.
Courtney Love registra la lettura della lettera di addio e la diffonde tra i presenti.
Il corpo di Cobain viene cremato.
Parte delle sue ceneri viene dispersa nel fiume Wishkah, il resto conservato in un tempio buddista.
La sua morte scuote il mondo della musica e lascia un vuoto generazionale.
Kurt Cobain resta un’icona immortale, simbolo di inquietudine, talento e verità.
Kurt Donald Cobain nasce il 20 febbraio 1967 ad Aberdeen, nello stato di Washington.
Fin da bambino mostra un forte interesse per la musica, il disegno e l’arte.
Cresce in una famiglia segnata dal divorzio dei genitori, evento che incide profondamente sul suo carattere.
La zia Mary, musicista, lo introduce alla musica e gli regala la sua prima chitarra.
Grazie a lei, Kurt inizia a suonare e comporre, trovando nella musica la sua via di espressione.
I primi passi nella musica
Durante l’adolescenza, Cobain si appassiona al punk rock e alla musica alternativa.
Ascolta con entusiasmo Ramones, Melvins, Black Flag, Clash e Pixies.
Lascia la casa materna e si trasferisce a Olympia, dove fonda la sua prima band: i Fecal Matter.
Nel 1987 forma i Nirvana insieme a Krist Novoselic.
La band si distingue subito per il suono ruvido e l’energia distruttiva delle esibizioni.
Nasce così il grunge, un genere destinato a cambiare la storia del rock.
Il successo mondiale con i Nirvana
Nel 1989 esce Bleach, il primo album dei Nirvana, pubblicato dalla Sub Pop.
Ma è nel 1991 che la band esplode con Nevermind, spinta dal singolo Smells Like Teen Spirit.
Il disco conquista le classifiche di tutto il mondo e trasforma Kurt in un’icona globale.
La sua voce graffiante, i testi intensi e la sua figura tormentata diventano simboli della Generazione X.
I Nirvana portano il disagio giovanile e l’anticonformismo al centro della cultura pop.
Fama, fragilità e ribellione
Cobain vive la fama con crescente disagio.
Rifiuta il ruolo di portavoce e si sente imprigionato nello status di rockstar.
Nel 1992 sposa Courtney Love, cantante delle Hole, da cui ha una figlia: Frances Bean.
La relazione è intensa ma turbolenta, segnata dall’abuso di droghe e dallo stress mediatico.
Kurt si mostra sempre più vulnerabile, in bilico tra desiderio di normalità e spirito ribelle.
In Utero e l’MTV Unplugged
Nel 1993 esce In Utero, un album più cupo e diretto rispetto al precedente.
Il disco affronta temi dolorosi come la malattia, l’alienazione e il fallimento emotivo.
Nello stesso anno i Nirvana registrano MTV Unplugged in New York.
L’esibizione acustica, toccante e intensa, svela il lato più fragile e autentico di Cobain.
La performance diventa un testamento artistico, ancora oggi considerato un capolavoro assoluto.
La morte di Kurt Cobain
Nel 1994 la salute mentale di Kurt peggiora.
Affronta overdose, tentativi di disintossicazione e profonde crisi interiori.
Il 5 aprile viene trovato morto nella sua casa di Seattle.
Si è suicidato con un colpo di fucile alla testa.
Aveva solo 27 anni, entrando così nel tragico “Club 27”.
Accanto al suo corpo si trova una lettera d’addio indirizzata alla famiglia e ai fan.
I funerali e l’eredità immortale
Il 10 aprile 1994 si tiene una veglia pubblica al Seattle Center.
Courtney Love registra la lettura della lettera di addio e la diffonde tra i presenti.
Il corpo di Cobain viene cremato.
Parte delle sue ceneri viene dispersa nel fiume Wishkah, il resto conservato in un tempio buddista.
La sua morte scuote il mondo della musica e lascia un vuoto generazionale.
Kurt Cobain resta un’icona immortale, simbolo di inquietudine, talento e verità.