30 marzo 1911. Muore Pellegrino Artusi, il buongustaio che inventò la Cucina Italiana.

Pellegrino Artusi, nasce il 4 agosto 1820 a Forlimpopoli, ora in provincia di Forlì-Cesena (all’epoca cittadina dello Stato Pontificio n.d.r.). Noto per aver dato vita alla cultura gastronomica d’Italia. Con il suo celebre libro La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, pubblicato nel 1891, ha avuto un impatto fondamentale nel definire la cucina italiana come un unicum, unendo le diverse tradizioni culinarie regionali e contribuendo alla creazione di un’identità gastronomica nazionale.
La passione per la cucina si manifesta in gioventù…
La giovinezza di Pellegrino Artusi è segnata da eventi drammatici che lo portarono ad allontanarsi dalle attività commerciali a cui era stato destinato dal padre, per dedicarsi a due delle sue più grandi passioni: la cucina e la letteratura. Dopo aver studiato al seminario di Bertinoro, Artusi si impegnò inizialmente nell’attività commerciale paterna, diventando droghiere. Tuttavia, un evento tragico segnò profondamente la sua giovinezza: l’irruzione di un brigante, il “Passatore”, che devastò la casa della sua famiglia e violò la sorella Gertrude. Questo dramma familiare, unito a difficoltà economiche, portò gli Artusi a trasferirsi a Firenze, dove Pellegrino intraprese una carriera di mediatore finanziario, raggiungendo un discreto successo.
Nonostante il percorso professionale, Artusi non abbandonò mai la sua passione per la cucina. Dopo aver condotto una vita agiata, decise nel 1865 di dedicarsi completamente alla scrittura, pubblicando due libri, tra cui il capolavoro che avrebbe segnato il suo nome nella storia gastronomica.
La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar Bene: il capolavoro di Artusi
La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene rappresenta non solo un manuale di cucina, ma anche un’opera che promuove un approccio razionale e scientifico alla preparazione dei piatti. Artusi descrive 790 ricette, spaziando dagli antipasti ai dolci, con uno stile semplice, diretto e intriso di ironia. Ogni ricetta è un piccolo racconto, arricchito da aneddoti personali e riflessioni sulla vita, sulla cucina e sulla cultura dell’epoca.
La novità dell’opera artusiana risiede nell’approccio unificante alla cucina italiana. Fino a quel momento, infatti, la cucina italiana era fortemente frammentata in tradizioni regionali. Artusi, con il suo libro, promosse un’idea di cucina nazionale, capace di raccogliere e armonizzare le varie tradizioni culinarie delle diverse regioni italiane, contribuendo così a creare una cucina italiana unitaria.
Un episodio emblematico raccontato dallo stesso Artusi nel suo libro riguarda un suo soggiorno a Livorno, dove, dopo aver mangiato un minestrone in una trattoria, soffrì di fortissimi dolori allo stomaco, che inizialmente attribuì al cibo consumato. Tuttavia, scoprì che la causa del suo malessere era un’epidemia di colera che stava colpendo la città. Questo episodio lo ispirò a creare una ricetta di minestrone, che aggiunse al suo famoso manuale.
La cultura del cibo e la Festa Artusiana
Artusi lascia le sue carte e la sua vasta biblioteca al Comune di Forlimpopoli. Qui nascerà Casa Artusi, centro culturale, ristorante, biblioteca e museo della cucina italiana. La cittadina lo celebra con una statua, una scuola alberghiera e la Festa Artusiana. Il premio a lui intitolato valorizza ogni anno cuochi e studiosi della cultura gastronomica. La “Festa Artusiana”, è un evento di nove giorni interamente dedicato alla cultura gastronomica.
Pellegrino Artusi: uomo di cultura
Oltre al suo celebre libro di ricette, Pellegrino Artusi si distinse anche come scrittore di critica letteraria, con due saggi apprezzati sul poeta Ugo Foscolo. La sua formazione culturale e il suo spirito curioso lo portarono ad esplorare anche il campo letterario, dimostrando una profonda conoscenza e passione per la cultura italiana. Il suo libro, scritto in un fiorentino corretto ma accessibile, favorisce l’unificazione linguistica. Diventa un modello domestico per generazioni di italiane, e uno strumento di alfabetizzazione. L’opera è considerata anche un classico letterario, grazie all’edizione critica di Piero Camporesi.
Oggi è tradotta in numerose lingue e costantemente ristampata.
La morte, gli amati gatti e l’eredità ai suoi fedeli collaboratori
Pellegrino Artusi muore il 30 marzo 1911 nella sua casa di Firenze, all’età di 90 anni. Non si è mai sposato e ha vissuto con i suoi fedeli domestici e due amati gatti. Lascerà i diritti del libro a Marietta Sabatini e Francesco Ruffilli, suoi collaboratori di fiducia. Le sue spoglie riposano nel cimitero monumentale di San Miniato al Monte.
LPP
Pellegrino Artusi, nasce il 4 agosto 1820 a Forlimpopoli, ora in provincia di Forlì-Cesena (all’epoca cittadina dello Stato Pontificio n.d.r.). Noto per aver dato vita alla cultura gastronomica d’Italia. Con il suo celebre libro La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, pubblicato nel 1891, ha avuto un impatto fondamentale nel definire la cucina italiana come un unicum, unendo le diverse tradizioni culinarie regionali e contribuendo alla creazione di un’identità gastronomica nazionale.
La passione per la cucina si manifesta in gioventù…
La giovinezza di Pellegrino Artusi è segnata da eventi drammatici che lo portarono ad allontanarsi dalle attività commerciali a cui era stato destinato dal padre, per dedicarsi a due delle sue più grandi passioni: la cucina e la letteratura. Dopo aver studiato al seminario di Bertinoro, Artusi si impegnò inizialmente nell’attività commerciale paterna, diventando droghiere. Tuttavia, un evento tragico segnò profondamente la sua giovinezza: l’irruzione di un brigante, il “Passatore”, che devastò la casa della sua famiglia e violò la sorella Gertrude. Questo dramma familiare, unito a difficoltà economiche, portò gli Artusi a trasferirsi a Firenze, dove Pellegrino intraprese una carriera di mediatore finanziario, raggiungendo un discreto successo.
Nonostante il percorso professionale, Artusi non abbandonò mai la sua passione per la cucina. Dopo aver condotto una vita agiata, decise nel 1865 di dedicarsi completamente alla scrittura, pubblicando due libri, tra cui il capolavoro che avrebbe segnato il suo nome nella storia gastronomica.
La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar Bene: il capolavoro di Artusi
La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene rappresenta non solo un manuale di cucina, ma anche un’opera che promuove un approccio razionale e scientifico alla preparazione dei piatti. Artusi descrive 790 ricette, spaziando dagli antipasti ai dolci, con uno stile semplice, diretto e intriso di ironia. Ogni ricetta è un piccolo racconto, arricchito da aneddoti personali e riflessioni sulla vita, sulla cucina e sulla cultura dell’epoca.
La novità dell’opera artusiana risiede nell’approccio unificante alla cucina italiana. Fino a quel momento, infatti, la cucina italiana era fortemente frammentata in tradizioni regionali. Artusi, con il suo libro, promosse un’idea di cucina nazionale, capace di raccogliere e armonizzare le varie tradizioni culinarie delle diverse regioni italiane, contribuendo così a creare una cucina italiana unitaria.
Un episodio emblematico raccontato dallo stesso Artusi nel suo libro riguarda un suo soggiorno a Livorno, dove, dopo aver mangiato un minestrone in una trattoria, soffrì di fortissimi dolori allo stomaco, che inizialmente attribuì al cibo consumato. Tuttavia, scoprì che la causa del suo malessere era un’epidemia di colera che stava colpendo la città. Questo episodio lo ispirò a creare una ricetta di minestrone, che aggiunse al suo famoso manuale.
La cultura del cibo e la Festa Artusiana
Artusi lascia le sue carte e la sua vasta biblioteca al Comune di Forlimpopoli. Qui nascerà Casa Artusi, centro culturale, ristorante, biblioteca e museo della cucina italiana. La cittadina lo celebra con una statua, una scuola alberghiera e la Festa Artusiana. Il premio a lui intitolato valorizza ogni anno cuochi e studiosi della cultura gastronomica. La “Festa Artusiana”, è un evento di nove giorni interamente dedicato alla cultura gastronomica.
Pellegrino Artusi: uomo di cultura
Oltre al suo celebre libro di ricette, Pellegrino Artusi si distinse anche come scrittore di critica letteraria, con due saggi apprezzati sul poeta Ugo Foscolo. La sua formazione culturale e il suo spirito curioso lo portarono ad esplorare anche il campo letterario, dimostrando una profonda conoscenza e passione per la cultura italiana. Il suo libro, scritto in un fiorentino corretto ma accessibile, favorisce l’unificazione linguistica. Diventa un modello domestico per generazioni di italiane, e uno strumento di alfabetizzazione. L’opera è considerata anche un classico letterario, grazie all’edizione critica di Piero Camporesi.
Oggi è tradotta in numerose lingue e costantemente ristampata.
La morte, gli amati gatti e l’eredità ai suoi fedeli collaboratori
Pellegrino Artusi muore il 30 marzo 1911 nella sua casa di Firenze, all’età di 90 anni. Non si è mai sposato e ha vissuto con i suoi fedeli domestici e due amati gatti. Lascerà i diritti del libro a Marietta Sabatini e Francesco Ruffilli, suoi collaboratori di fiducia. Le sue spoglie riposano nel cimitero monumentale di San Miniato al Monte.
LPP