3 marzo 2008. Muore Giuseppe Di Stefano.

Giuseppe Di Stefano nasce il 24 luglio 1921 a Motta Sant’Anastasia, in Sicilia.
Fin da giovane si trasferisce con la famiglia a Milano, dove il padre lavora come tranviere e la madre come sarta.
Cresce in un ambiente modesto e riceve un’educazione presso un seminario gesuita, pensando inizialmente alla vita sacerdotale.
Tuttavia, grazie all’influenza di amici appassionati di musica, scopre il canto lirico e inizia a formarsi sotto la guida di diversi maestri, tra cui il baritono Luigi Montesanto.
Nel 1938 vince un concorso di canto a Firenze, ma la sua carriera viene interrotta dalla guerra. Arruolato nell’esercito italiano, riesce a evitare il fronte grazie a un medico militare che lo considera “più utile all’Italia come cantante che come soldato”.
Durante la guerra si esibisce con lo pseudonimo di Nino Florio, cantando brani leggeri e di avanspettacolo.
Nel periodo finale del conflitto si rifugia in Svizzera, dove ha l’opportunità di cantare alla radio di Losanna.
L’ascesa al successo
Dopo la guerra, Di Stefano torna a Milano e riprende la sua formazione musicale.
Debutta ufficialmente il 20 aprile 1946 a Reggio Emilia con “Manon” e ottiene subito un grande successo.
Nei mesi successivi si esibisce in importanti teatri italiani e internazionali, tra cui il Gran Teatre del Liceu di Barcellona e il Teatro dell’Opera di Roma.
Il 25 febbraio 1948 fa il suo debutto al Metropolitan di New York nel ruolo del Duca di Mantova in “Rigoletto”, diventando una presenza fissa fino al 1952.
Nel 1951 inizia una collaborazione artistica con Maria Callas, che lo porterà a esibirsi nei più prestigiosi teatri del mondo, tra cui la Scala di Milano, Vienna, Parigi, Buenos Aires e Londra.
Tra le esibizioni più memorabili figurano “Lucia di Lammermoor” con la Callas nel 1954, “Carmen” con Giulietta Simionato nel 1955 e “La traviata” diretta da Luchino Visconti nello stesso anno.
La sua voce calda e il fraseggio appassionato conquistano il pubblico internazionale, consacrandolo tra i più grandi tenori della sua epoca.
Il declino e gli ultimi anni
Dalla metà degli anni Sessanta, Di Stefano riduce gli impegni operistici, preferendo recital e concerti.
Si dedica anche all’insegnamento e partecipa a festival di operetta in Germania, ottenendo grande successo.
Nel 1966 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone “Per questo voglio te”, scritta da Mogol.
Nel 1973 inaugura il Teatro Regio di Torino dirigendo “I vespri siciliani” di Giuseppe Verdi insieme a Maria Callas.
Nello stesso anno parte per un’ultima tournée con la Callas, ma le esibizioni si interrompono improvvisamente.
Negli anni Ottanta abbandona definitivamente le scene, tornando eccezionalmente nel 1992 per un’ultima apparizione nelle “Turandot” alle Terme di Caracalla.
La vita privata e la tragedia in Kenya
Nel 1949 sposa Maria Girolami, con cui ha tre figli, ma la coppia si separa nel 1976.
Nel 1977 inizia una nuova relazione con Monika Curth, che sposa nel 1993.
Nel 2004, durante una rapina nella sua casa in Kenya, viene aggredito e riporta gravi ferite alla testa.
Dopo diverse operazioni e un periodo di coma, torna in Italia, ma non si riprende mai completamente.
La morte e i funerali
Giuseppe Di Stefano muore il 3 marzo 2008 nella sua casa di Santa Maria Hoè, vicino a Lecco, dove è sepolto.
Giuseppe Di Stefano nasce il 24 luglio 1921 a Motta Sant’Anastasia, in Sicilia.
Fin da giovane si trasferisce con la famiglia a Milano, dove il padre lavora come tranviere e la madre come sarta.
Cresce in un ambiente modesto e riceve un’educazione presso un seminario gesuita, pensando inizialmente alla vita sacerdotale.
Tuttavia, grazie all’influenza di amici appassionati di musica, scopre il canto lirico e inizia a formarsi sotto la guida di diversi maestri, tra cui il baritono Luigi Montesanto.
Nel 1938 vince un concorso di canto a Firenze, ma la sua carriera viene interrotta dalla guerra. Arruolato nell’esercito italiano, riesce a evitare il fronte grazie a un medico militare che lo considera “più utile all’Italia come cantante che come soldato”.
Durante la guerra si esibisce con lo pseudonimo di Nino Florio, cantando brani leggeri e di avanspettacolo.
Nel periodo finale del conflitto si rifugia in Svizzera, dove ha l’opportunità di cantare alla radio di Losanna.
L’ascesa al successo
Dopo la guerra, Di Stefano torna a Milano e riprende la sua formazione musicale.
Debutta ufficialmente il 20 aprile 1946 a Reggio Emilia con “Manon” e ottiene subito un grande successo.
Nei mesi successivi si esibisce in importanti teatri italiani e internazionali, tra cui il Gran Teatre del Liceu di Barcellona e il Teatro dell’Opera di Roma.
Il 25 febbraio 1948 fa il suo debutto al Metropolitan di New York nel ruolo del Duca di Mantova in “Rigoletto”, diventando una presenza fissa fino al 1952.
Nel 1951 inizia una collaborazione artistica con Maria Callas, che lo porterà a esibirsi nei più prestigiosi teatri del mondo, tra cui la Scala di Milano, Vienna, Parigi, Buenos Aires e Londra.
Tra le esibizioni più memorabili figurano “Lucia di Lammermoor” con la Callas nel 1954, “Carmen” con Giulietta Simionato nel 1955 e “La traviata” diretta da Luchino Visconti nello stesso anno.
La sua voce calda e il fraseggio appassionato conquistano il pubblico internazionale, consacrandolo tra i più grandi tenori della sua epoca.
Il declino e gli ultimi anni
Dalla metà degli anni Sessanta, Di Stefano riduce gli impegni operistici, preferendo recital e concerti.
Si dedica anche all’insegnamento e partecipa a festival di operetta in Germania, ottenendo grande successo.
Nel 1966 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone “Per questo voglio te”, scritta da Mogol.
Nel 1973 inaugura il Teatro Regio di Torino dirigendo “I vespri siciliani” di Giuseppe Verdi insieme a Maria Callas.
Nello stesso anno parte per un’ultima tournée con la Callas, ma le esibizioni si interrompono improvvisamente.
Negli anni Ottanta abbandona definitivamente le scene, tornando eccezionalmente nel 1992 per un’ultima apparizione nelle “Turandot” alle Terme di Caracalla.
La vita privata e la tragedia in Kenya
Nel 1949 sposa Maria Girolami, con cui ha tre figli, ma la coppia si separa nel 1976.
Nel 1977 inizia una nuova relazione con Monika Curth, che sposa nel 1993.
Nel 2004, durante una rapina nella sua casa in Kenya, viene aggredito e riporta gravi ferite alla testa.
Dopo diverse operazioni e un periodo di coma, torna in Italia, ma non si riprende mai completamente.
La morte e i funerali
Giuseppe Di Stefano muore il 3 marzo 2008 nella sua casa di Santa Maria Hoè, vicino a Lecco, dove è sepolto.