3 aprile 2004. La morte di Gabriella Ferri, romanità e raffinatezza di un’artista unica.

Gabriella Ferri nasce a Roma il 18 settembre 1942. Trascorre l’infanzia nel cuore del rione Testaccio, tra bancarelle, tradizioni popolari e canzoni di strada. Suo padre Vittorio, venditore ambulante, le trasmette l’amore per la musica romanesca.
Una caduta in motocicletta da bambina la costringe a un lungo ricovero e a studiare privatamente. Per inseguire il sogno di diventare indossatrice, lavora come operaia e commessa.
Durante il lavoro in una boutique, incontra Luisa De Santis, figlia del regista Giuseppe De Santis. Insieme formano il duo “Luisa e Gabriella”, unendo voci e passione per la canzone popolare. Dopo il trasferimento a Milano, attirano l’attenzione del produttore Walter Guertler.
Incidono il 45 giri La società dei magnaccioni, che diventa un inno generazionale. Appaiono in televisione da Mike Bongiorno e nel film 008 Operazione Ritmo. A causa della timidezza di Luisa, il duo si scioglie.
Gabriella prosegue da sola, dando inizio a una luminosa carriera solista.
Il successo come interprete solista
Nel 1966 incide il primo album da solista, cantato interamente in romanesco. Quello stesso anno parte per il Canada in tournée, portando all’estero la musica popolare. Tornata in Italia, entra nel Bagaglino, palcoscenico fertile per il suo stile unico. Nel 1967 sposa il diplomatico Giancarlo Riccio e si trasferisce brevemente a Kinshasa. La relazione finisce dopo pochi anni, ma l’artista torna in Italia più ispirata che mai.
Nel 1968 pubblica Ti regalo gli occhi miei, che in versione spagnola diventa Te regalo mis ojos. Grazie al successo internazionale, parte per una tournée in Sud America. Tornata a Roma, collabora con Enrico Montesano e Patty Pravo. Nel 1969 partecipa al Festival di Sanremo in coppia con Stevie Wonder. Il brano Se tu ragazzo mio non vince, ma conquista il pubblico e viene reinterpretato da molti artisti.
Lancia l’album Gabriella Ferri, dove mescola radici popolari e modernità con grande intensità. Durante gli anni Settanta conquista il cuore del pubblico televisivo italiano. Nel 1971 riceve un tributo speciale con una serata evento in prima serata. Due anni dopo diventa il volto simbolo del varietà Dove sta Zazà, reso indimenticabile dalla sigla Sempre. Nel 1972, nel corso di una tournée a Caracas, incontra Seva Borzak, dirigente RCA. Da quella relazione nasce il figlio Seva Junior, frutto dell’unione tra passione artistica e vita personale.
Nel 1976 prende parte alla commedia Remo e Romolo, recitando accanto a Gigi Proietti. Successivamente lavora con Antonello Falqui e Pier Francesco Pingitore in vari progetti televisivi. Tra le sue incisioni più suggestive si distingue Vamp, brano firmato da Paolo Conte. Per un periodo si trasferisce negli Stati Uniti, dove si dedica completamente alla musica.
Gli anni ’80 e ’90: tra revival e fragilità
Nel 1984 approda al programma Premiatissima, arrivando a conquistare la finale. Tre anni più tardi torna in TV con la sigla conclusiva del varietà Biberon. Durante il decennio successivo, si allontana gradualmente dalle scene a causa di una profonda depressione. Nel 1996 partecipa come ospite al Premio Tenco, regalando un’interpretazione carica di emozione. L’anno seguente canta davanti a settemila spettatori a Roma, accolta da un entusiasmo travolgente.
Successivamente pubblica l’album Ritorno al futuro, che segna l’ultimo capitolo della sua discografia. Infine, decide di abbandonare i riflettori per ritrovare sé stessa e dedicarsi alla famiglia.
Gli ultimi anni e la tragica fine
Nel 2002 riappare in televisione come ospite di Maurizio Costanzo. Durante le interviste appare serena, ispirata, profondamente autentica.
Il 31 gennaio 2004 prende parte al programma Trash, condotto da Enrico Montesano. Purtroppo, il 3 aprile 2004, cade dalla finestra della sua casa di Corchiano. Aveva 61 anni.
Alcuni ipotizzano un gesto volontario, ma la famiglia smentisce categoricamente. Secondo i familiari, un malore legato all’uso di antidepressivi sarebbe la causa dell’incidente. Due giorni dopo avrebbe dovuto partecipare a una puntata speciale del Costanzo Show.
Il 7 aprile viene allestita la camera ardente al Campidoglio. Il giorno seguente si svolgono i funerali nella chiesa di Santa Maria Liberatrice, nel suo Testaccio. Viene poi tumulata al cimitero del Verano. Sulla sua lapide, una sola parola: Gabriella.
E una poesia del marito:
“Di notte i tuoi occhi brillavano più forte delle stelle. Di giorno il tuo amore riscaldava più del sole.”
L’eredità di una voce eterna
Gabriella Ferri ha lasciato un segno indelebile nella musica italiana. Il suo ultimo testamento artistico è l’album Canti Di Versi, prodotto da Alberto Laurenti. Qui interpreta con dolcezza e potenza brani classici e inediti.
Numerosi artisti l’hanno omaggiata con tributi teatrali e musicali. Tosca, Syria, Elena Bonelli e Antonella Morea hanno riportato la sua voce sulle scene. Nel 2018 il rapper Noyz Narcos campiona Sinnò me moro in un suo brano. Nel 2021 Roma le dedica una piazza, nel cuore di Testaccio.
LPP
Gabriella Ferri nasce a Roma il 18 settembre 1942. Trascorre l’infanzia nel cuore del rione Testaccio, tra bancarelle, tradizioni popolari e canzoni di strada. Suo padre Vittorio, venditore ambulante, le trasmette l’amore per la musica romanesca.
Una caduta in motocicletta da bambina la costringe a un lungo ricovero e a studiare privatamente. Per inseguire il sogno di diventare indossatrice, lavora come operaia e commessa.
Durante il lavoro in una boutique, incontra Luisa De Santis, figlia del regista Giuseppe De Santis. Insieme formano il duo “Luisa e Gabriella”, unendo voci e passione per la canzone popolare. Dopo il trasferimento a Milano, attirano l’attenzione del produttore Walter Guertler.
Incidono il 45 giri La società dei magnaccioni, che diventa un inno generazionale. Appaiono in televisione da Mike Bongiorno e nel film 008 Operazione Ritmo. A causa della timidezza di Luisa, il duo si scioglie.
Gabriella prosegue da sola, dando inizio a una luminosa carriera solista.
Il successo come interprete solista
Nel 1966 incide il primo album da solista, cantato interamente in romanesco. Quello stesso anno parte per il Canada in tournée, portando all’estero la musica popolare. Tornata in Italia, entra nel Bagaglino, palcoscenico fertile per il suo stile unico. Nel 1967 sposa il diplomatico Giancarlo Riccio e si trasferisce brevemente a Kinshasa. La relazione finisce dopo pochi anni, ma l’artista torna in Italia più ispirata che mai.
Nel 1968 pubblica Ti regalo gli occhi miei, che in versione spagnola diventa Te regalo mis ojos. Grazie al successo internazionale, parte per una tournée in Sud America. Tornata a Roma, collabora con Enrico Montesano e Patty Pravo. Nel 1969 partecipa al Festival di Sanremo in coppia con Stevie Wonder. Il brano Se tu ragazzo mio non vince, ma conquista il pubblico e viene reinterpretato da molti artisti.
Lancia l’album Gabriella Ferri, dove mescola radici popolari e modernità con grande intensità. Durante gli anni Settanta conquista il cuore del pubblico televisivo italiano. Nel 1971 riceve un tributo speciale con una serata evento in prima serata. Due anni dopo diventa il volto simbolo del varietà Dove sta Zazà, reso indimenticabile dalla sigla Sempre. Nel 1972, nel corso di una tournée a Caracas, incontra Seva Borzak, dirigente RCA. Da quella relazione nasce il figlio Seva Junior, frutto dell’unione tra passione artistica e vita personale.
Nel 1976 prende parte alla commedia Remo e Romolo, recitando accanto a Gigi Proietti. Successivamente lavora con Antonello Falqui e Pier Francesco Pingitore in vari progetti televisivi. Tra le sue incisioni più suggestive si distingue Vamp, brano firmato da Paolo Conte. Per un periodo si trasferisce negli Stati Uniti, dove si dedica completamente alla musica.
Gli anni ’80 e ’90: tra revival e fragilità
Nel 1984 approda al programma Premiatissima, arrivando a conquistare la finale. Tre anni più tardi torna in TV con la sigla conclusiva del varietà Biberon. Durante il decennio successivo, si allontana gradualmente dalle scene a causa di una profonda depressione. Nel 1996 partecipa come ospite al Premio Tenco, regalando un’interpretazione carica di emozione. L’anno seguente canta davanti a settemila spettatori a Roma, accolta da un entusiasmo travolgente.
Successivamente pubblica l’album Ritorno al futuro, che segna l’ultimo capitolo della sua discografia. Infine, decide di abbandonare i riflettori per ritrovare sé stessa e dedicarsi alla famiglia.
Gli ultimi anni e la tragica fine
Nel 2002 riappare in televisione come ospite di Maurizio Costanzo. Durante le interviste appare serena, ispirata, profondamente autentica.
Il 31 gennaio 2004 prende parte al programma Trash, condotto da Enrico Montesano. Purtroppo, il 3 aprile 2004, cade dalla finestra della sua casa di Corchiano. Aveva 61 anni.
Alcuni ipotizzano un gesto volontario, ma la famiglia smentisce categoricamente. Secondo i familiari, un malore legato all’uso di antidepressivi sarebbe la causa dell’incidente. Due giorni dopo avrebbe dovuto partecipare a una puntata speciale del Costanzo Show.
Il 7 aprile viene allestita la camera ardente al Campidoglio. Il giorno seguente si svolgono i funerali nella chiesa di Santa Maria Liberatrice, nel suo Testaccio. Viene poi tumulata al cimitero del Verano. Sulla sua lapide, una sola parola: Gabriella.
E una poesia del marito:
“Di notte i tuoi occhi brillavano più forte delle stelle. Di giorno il tuo amore riscaldava più del sole.”
L’eredità di una voce eterna
Gabriella Ferri ha lasciato un segno indelebile nella musica italiana. Il suo ultimo testamento artistico è l’album Canti Di Versi, prodotto da Alberto Laurenti. Qui interpreta con dolcezza e potenza brani classici e inediti.
Numerosi artisti l’hanno omaggiata con tributi teatrali e musicali. Tosca, Syria, Elena Bonelli e Antonella Morea hanno riportato la sua voce sulle scene. Nel 2018 il rapper Noyz Narcos campiona Sinnò me moro in un suo brano. Nel 2021 Roma le dedica una piazza, nel cuore di Testaccio.
LPP