3 aprile 1991. Muore Graham Greene, scrittore e agente segreto.

Graham Greene nasce il 2 ottobre 1904 a Berkhamsted, vicino Londra. Figura poliedrica, è scrittore, sceneggiatore, drammaturgo, critico letterario e agente segreto. Attraverso le sue opere indaga i dilemmi morali e politici del mondo moderno. Pur definendosi “scrittore anche cattolico”, non rinnega l’influenza della fede sulla sua scrittura.
Nei suoi romanzi, il peccato, la colpa e la redenzione si intrecciano in modo profondo.
Un’infanzia inquieta
Sin da giovane, vive un’infanzia difficile all’interno di una famiglia colta e numerosa. Durante gli anni scolastici subisce episodi di bullismo e cade in una profonda depressione. A soli 16 anni, inizia un percorso psicoanalitico che lo aiuta a ritrovare un equilibrio. Dopo la guarigione, riprende gli studi e si iscrive al Balliol College di Oxford. Nel 1925 pubblica Babbling April, una raccolta poetica che però non ottiene successo.
Il giornalismo e la scoperta della fede
Conclusi gli studi universitari, comincia a lavorare come giornalista a Nottingham Journal e poi al The Times. Nel frattempo, riceve una lettera da Vivien Dayrell-Browning, giovane convertita al cattolicesimo, che gli fa cambiare vita. Dopo una profonda crisi interiore, nel 1926 si converte al cattolicesimo e riceve il battesimo. L’anno seguente sposa Vivien, da cui avrà tre figli, pur mantenendo con lei un rapporto tormentato. Nel tempo, la fede cattolica diventa un elemento centrale della sua produzione letteraria.
Amori, viaggi e ispirazioni
Mentre cerca un luogo tranquillo per scrivere, conosce Dorothy Glover, con cui inizia una relazione. Nel 1946 si innamora di Catherine Walston, donna sposata, che diventa musa ispiratrice di Fine di una storia. Nonostante i numerosi amori, non chiede mai il divorzio e rimane sposato con Vivien fino alla morte. Durante la sua vita compie viaggi in Africa, Sud America e Haiti, spesso in zone instabili e pericolose.
Grazie a questi spostamenti, raccoglie materiale per romanzi come Il potere e la gloria e I commedianti.
Il lato segreto di Greene
Negli anni della Seconda guerra mondiale, viene reclutato dal servizio segreto britannico MI6. A introdurlo è la sorella Elisabeth, già operativa per l’intelligence. Durante la sua permanenza in Sierra Leone, lavora sotto la supervisione di Kim Philby, poi noto come spia sovietica. Attraverso questa esperienza, sviluppa una conoscenza profonda del mondo dello spionaggio. Nei suoi romanzi, inserisce spesso elementi tratti da questo periodo, come in Il fattore umano.
Romanzi tra etica e politica
Con La roccia di Brighton, pubblicato nel 1938, inaugura il suo ciclo cattolico. Nel 1940 pubblica Il potere e la gloria, ambientato in Messico durante le persecuzioni religiose. Sebbene criticato dal Sant’Uffizio, riceve poi parole di approvazione da Papa Paolo VI. Attraverso Il nocciolo della questione, analizza il peso della pietà e il dramma del suicidio.
Tra le sue opere più celebri si trovano anche Un americano tranquillo, Il nostro agente all’Avana e Il console onorario.
Gli anni del disincanto
Nel 1966 si trasferisce ad Antibes, in Francia, per vivere con Yvonne Cloetta, sua compagna fino alla morte. Negli anni successivi continua a scrivere e a denunciare le ingiustizie del mondo. Nel 1982 pubblica J’Accuse – The Dark Side of Nice, accusando le autorità francesi di corruzione.
Condannato per diffamazione, viene poi riabilitato dopo la scoperta dei reati commessi dall’ex sindaco di Nizza. Nonostante le distanze prese dalla Chiesa, mantiene un legame spirituale profondo con la fede cattolica.
La morte e il ricordo
Il 3 aprile 1991, Graham Greene muore a Corseaux, in Svizzera, all’età di 86 anni. Trascorre gli ultimi anni della sua vita in tranquillità, affacciato sul lago di Ginevra. Poco prima di morire, riceve i sacramenti da Padre Leopoldo Durán, amico e confidente.
Viene sepolto nel cimitero del paese, in un luogo sobrio e silenzioso. Il suo biografo, Norman Sherry, rivela che Greene collaborava ancora con l’intelligence fino alla fine.
Personaggio complesso e affascinante, lascia un’eredità fatta di domande, riflessioni e contraddizioni. Tra fede, spionaggio, passione e scrittura, Graham Greene rimane una delle voci più profonde del Novecento.
Graham Greene nasce il 2 ottobre 1904 a Berkhamsted, vicino Londra. Figura poliedrica, è scrittore, sceneggiatore, drammaturgo, critico letterario e agente segreto. Attraverso le sue opere indaga i dilemmi morali e politici del mondo moderno. Pur definendosi “scrittore anche cattolico”, non rinnega l’influenza della fede sulla sua scrittura.
Nei suoi romanzi, il peccato, la colpa e la redenzione si intrecciano in modo profondo.
Un’infanzia inquieta
Sin da giovane, vive un’infanzia difficile all’interno di una famiglia colta e numerosa. Durante gli anni scolastici subisce episodi di bullismo e cade in una profonda depressione. A soli 16 anni, inizia un percorso psicoanalitico che lo aiuta a ritrovare un equilibrio. Dopo la guarigione, riprende gli studi e si iscrive al Balliol College di Oxford. Nel 1925 pubblica Babbling April, una raccolta poetica che però non ottiene successo.
Il giornalismo e la scoperta della fede
Conclusi gli studi universitari, comincia a lavorare come giornalista a Nottingham Journal e poi al The Times. Nel frattempo, riceve una lettera da Vivien Dayrell-Browning, giovane convertita al cattolicesimo, che gli fa cambiare vita. Dopo una profonda crisi interiore, nel 1926 si converte al cattolicesimo e riceve il battesimo. L’anno seguente sposa Vivien, da cui avrà tre figli, pur mantenendo con lei un rapporto tormentato. Nel tempo, la fede cattolica diventa un elemento centrale della sua produzione letteraria.
Amori, viaggi e ispirazioni
Mentre cerca un luogo tranquillo per scrivere, conosce Dorothy Glover, con cui inizia una relazione. Nel 1946 si innamora di Catherine Walston, donna sposata, che diventa musa ispiratrice di Fine di una storia. Nonostante i numerosi amori, non chiede mai il divorzio e rimane sposato con Vivien fino alla morte. Durante la sua vita compie viaggi in Africa, Sud America e Haiti, spesso in zone instabili e pericolose.
Grazie a questi spostamenti, raccoglie materiale per romanzi come Il potere e la gloria e I commedianti.
Il lato segreto di Greene
Negli anni della Seconda guerra mondiale, viene reclutato dal servizio segreto britannico MI6. A introdurlo è la sorella Elisabeth, già operativa per l’intelligence. Durante la sua permanenza in Sierra Leone, lavora sotto la supervisione di Kim Philby, poi noto come spia sovietica. Attraverso questa esperienza, sviluppa una conoscenza profonda del mondo dello spionaggio. Nei suoi romanzi, inserisce spesso elementi tratti da questo periodo, come in Il fattore umano.
Romanzi tra etica e politica
Con La roccia di Brighton, pubblicato nel 1938, inaugura il suo ciclo cattolico. Nel 1940 pubblica Il potere e la gloria, ambientato in Messico durante le persecuzioni religiose. Sebbene criticato dal Sant’Uffizio, riceve poi parole di approvazione da Papa Paolo VI. Attraverso Il nocciolo della questione, analizza il peso della pietà e il dramma del suicidio.
Tra le sue opere più celebri si trovano anche Un americano tranquillo, Il nostro agente all’Avana e Il console onorario.
Gli anni del disincanto
Nel 1966 si trasferisce ad Antibes, in Francia, per vivere con Yvonne Cloetta, sua compagna fino alla morte. Negli anni successivi continua a scrivere e a denunciare le ingiustizie del mondo. Nel 1982 pubblica J’Accuse – The Dark Side of Nice, accusando le autorità francesi di corruzione.
Condannato per diffamazione, viene poi riabilitato dopo la scoperta dei reati commessi dall’ex sindaco di Nizza. Nonostante le distanze prese dalla Chiesa, mantiene un legame spirituale profondo con la fede cattolica.
La morte e il ricordo
Il 3 aprile 1991, Graham Greene muore a Corseaux, in Svizzera, all’età di 86 anni. Trascorre gli ultimi anni della sua vita in tranquillità, affacciato sul lago di Ginevra. Poco prima di morire, riceve i sacramenti da Padre Leopoldo Durán, amico e confidente.
Viene sepolto nel cimitero del paese, in un luogo sobrio e silenzioso. Il suo biografo, Norman Sherry, rivela che Greene collaborava ancora con l’intelligence fino alla fine.
Personaggio complesso e affascinante, lascia un’eredità fatta di domande, riflessioni e contraddizioni. Tra fede, spionaggio, passione e scrittura, Graham Greene rimane una delle voci più profonde del Novecento.