3 aprile 1882. Muore Jesse James, una vita da “Bandito”.

Jesse James nasce il 5 settembre 1847 a Kearney, nel Missouri. Fin da piccolo vive le tensioni di uno Stato diviso dalla Guerra Civile americana. Dopo la morte del padre, pastore battista, cresce con la madre Zerelda e i suoi fratelli. All’età di quindici anni, subisce violenze dai soldati nordisti alla ricerca della banda di Quantrill. Vede il patrigno torturato e lui stesso viene frustato e minacciato con le baionette.
La scelta della guerriglia
A causa di queste atrocità, Jesse decide di unirsi ai miliziani confederati. Nel 1864 entra nella banda irregolare di Quantrill, combattendo per vendetta e ideali del Sud. Durante gli anni di guerra partecipa a razzie e atti di violenza contro le truppe dell’Unione. Al termine del conflitto, non accetta la resa del Sud e sceglie di proseguire la sua lotta.
Inizia così una nuova vita da bandito insieme al fratello Frank e ad altri fuorilegge.
Rapine, inseguimenti e sangue
Dopo la guerra, Jesse guida una delle bande più famose dell’epoca. Organizza assalti a treni, banche e diligenze in diversi Stati americani.
In ogni colpo dimostra mira infallibile, astuzia e capacità strategica. Durante le sue imprese uccide almeno dodici civili, oltre a numerosi soldati unionisti. L’obiettivo dichiarato è colpire l’Unione, anche con mezzi criminali.
L’inizio della fine
Nel 1876, la banda fallisce miseramente una rapina a Northfield, in Minnesota. L’assenza di Jesse e la scarsa lucidità dei membri, molti dei quali ubriachi, compromettono tutto. Gli abitanti reagiscono, armati, mettendo in fuga i banditi e ferendone diversi. Dopo il colpo fallito, iniziano i dissidi interni e la disgregazione del gruppo. Jesse continua a reclutare nuovi uomini, ma la fiducia comincia a vacillare.
I traditori nella sua ombra
Tra i nuovi membri ci sono i fratelli Ford, Charlie e Robert, che guadagnano la sua fiducia. Jesse si fida di loro, li accoglie in casa e condivide la sua quotidianità. Il 3 aprile 1882, in una mattina afosa, si trova con i due fratelli nella sua stanza. Dopo aver tolto la pistola e appoggiato il cappotto sul letto, nota un quadro storto. Mentre sale su una sedia per sistemarlo, Robert Ford lo colpisce alla nuca con un revolver.
Il colpo alle spalle
Il revolver usato è una Smith & Wesson calibro 45, dono dello stesso Jesse. Pare che Ford agisca su incarico dei Pinkerton, famosi investigatori privati. Dopo l’assassinio, Robert e il fratello Charlie vengono arrestati, ma subito prosciolti. L’opinione pubblica condanna il gesto, e Robert viene definito “il codardo che uccise Jesse James”. Nel 1892, Robert Ford viene a sua volta ucciso in un saloon del Colorado.
La morte di un mito ante litteram
Dunque il “Bandito” Jesse James muore a 34 anni, colpito a tradimento da chi considerava un amico. Il suo corpo viene sepolto nel cimitero Mount Olivet di Kearney, nel Missouri. Alla sua morte, migliaia di persone partecipano al funerale, molti vedono in lui un eroe del Sud.
Jesse James nasce il 5 settembre 1847 a Kearney, nel Missouri. Fin da piccolo vive le tensioni di uno Stato diviso dalla Guerra Civile americana. Dopo la morte del padre, pastore battista, cresce con la madre Zerelda e i suoi fratelli. All’età di quindici anni, subisce violenze dai soldati nordisti alla ricerca della banda di Quantrill. Vede il patrigno torturato e lui stesso viene frustato e minacciato con le baionette.
La scelta della guerriglia
A causa di queste atrocità, Jesse decide di unirsi ai miliziani confederati. Nel 1864 entra nella banda irregolare di Quantrill, combattendo per vendetta e ideali del Sud. Durante gli anni di guerra partecipa a razzie e atti di violenza contro le truppe dell’Unione. Al termine del conflitto, non accetta la resa del Sud e sceglie di proseguire la sua lotta.
Inizia così una nuova vita da bandito insieme al fratello Frank e ad altri fuorilegge.
Rapine, inseguimenti e sangue
Dopo la guerra, Jesse guida una delle bande più famose dell’epoca. Organizza assalti a treni, banche e diligenze in diversi Stati americani.
In ogni colpo dimostra mira infallibile, astuzia e capacità strategica. Durante le sue imprese uccide almeno dodici civili, oltre a numerosi soldati unionisti. L’obiettivo dichiarato è colpire l’Unione, anche con mezzi criminali.
L’inizio della fine
Nel 1876, la banda fallisce miseramente una rapina a Northfield, in Minnesota. L’assenza di Jesse e la scarsa lucidità dei membri, molti dei quali ubriachi, compromettono tutto. Gli abitanti reagiscono, armati, mettendo in fuga i banditi e ferendone diversi. Dopo il colpo fallito, iniziano i dissidi interni e la disgregazione del gruppo. Jesse continua a reclutare nuovi uomini, ma la fiducia comincia a vacillare.
I traditori nella sua ombra
Tra i nuovi membri ci sono i fratelli Ford, Charlie e Robert, che guadagnano la sua fiducia. Jesse si fida di loro, li accoglie in casa e condivide la sua quotidianità. Il 3 aprile 1882, in una mattina afosa, si trova con i due fratelli nella sua stanza. Dopo aver tolto la pistola e appoggiato il cappotto sul letto, nota un quadro storto. Mentre sale su una sedia per sistemarlo, Robert Ford lo colpisce alla nuca con un revolver.
Il colpo alle spalle
Il revolver usato è una Smith & Wesson calibro 45, dono dello stesso Jesse. Pare che Ford agisca su incarico dei Pinkerton, famosi investigatori privati. Dopo l’assassinio, Robert e il fratello Charlie vengono arrestati, ma subito prosciolti. L’opinione pubblica condanna il gesto, e Robert viene definito “il codardo che uccise Jesse James”. Nel 1892, Robert Ford viene a sua volta ucciso in un saloon del Colorado.
La morte di un mito ante litteram
Dunque il “Bandito” Jesse James muore a 34 anni, colpito a tradimento da chi considerava un amico. Il suo corpo viene sepolto nel cimitero Mount Olivet di Kearney, nel Missouri. Alla sua morte, migliaia di persone partecipano al funerale, molti vedono in lui un eroe del Sud.