29 marzo 2013. Muore Enzo Jannacci, musica, poesia e impegno sociale.

Enzo Jannacci nasce a Milano il 3 giugno 1935. Cresce in una famiglia semplice ma ricca di stimoli: il padre è un partigiano, il nonno un emigrato macedone. Dopo il diploma scientifico si forma al Conservatorio Verdi, specializzandosi in armonia e direzione d’orchestra.
Nel 1969 si laurea in medicina e lavora con Christiaan Barnard in Sudafrica. Non abbandona mai la professione medica, esercitando come cardiologo e medico di base fino alla pensione.
Nel frattempo, si afferma anche come una delle voci più originali della scena musicale italiana.
Tra cabaret, jazz e impegno sociale
Negli anni ’50 frequenta i locali milanesi e suona con Adriano Celentano e Giorgio Gaber. Con quest’ultimo forma il duo “I Due Corsari”.
Nel 1964 pubblica La Milano di Enzo Jannacci, che contiene il celebre brano El portava i scarp del tennis, un inno agli emarginati. Collabora con Dario Fo e diventa una colonna del cabaret milanese. Il suo stile mescola comicità surreale, denuncia sociale e poesia urbana, dando vita al cantautore “schizoide”.
Il successo di massa e il rifiuto della retorica
Nel 1968 raggiunge il grande pubblico con Vengo anch’io. No, tu no, canzone ironica ma carica di significato. Altre hit come Ho visto un re e Gli zingari mostrano la sua vena politicamente impegnata. Deluso dalla censura, si trasferisce per un periodo all’estero per approfondire la carriera medica. Negli anni ’70 e ’80 continua a incidere dischi innovativi, scrive colonne sonore, lavora in TV e firma la sigla E la vita, la vita con Cochi e Renato.
Nel frattempo, compone per il cinema e riceve riconoscimenti da pubblico e critica.
Enzo Jannacci: un artista totale, tra palco e televisione
Jannacci partecipa quattro volte al Festival di Sanremo, ricevendo due premi della critica. Collabora con artisti come Paolo Rossi, Ute Lemper e Dario Fo. Si distingue anche come attore e autore teatrale, fino ad arrivare a Aspettando Godot. In TV prende parte a trasmissioni comiche e musicali, spesso con amici di lunga data.
Nel 2011 è protagonista di uno speciale di Fabio Fazio, dove canta insieme al figlio Paolo, anche lui musicista.
Enzo Jannacci muore a Milano il 29 marzo 2013, a 77 anni, dopo una lunga malattia. La camera ardente viene allestita al Teatro Dal Verme, il funerale si svolge nella basilica di Sant’Ambrogio. Riposa nella cripta del Famedio al Cimitero Monumentale.
LPP
Enzo Jannacci nasce a Milano il 3 giugno 1935. Cresce in una famiglia semplice ma ricca di stimoli: il padre è un partigiano, il nonno un emigrato macedone. Dopo il diploma scientifico si forma al Conservatorio Verdi, specializzandosi in armonia e direzione d’orchestra.
Nel 1969 si laurea in medicina e lavora con Christiaan Barnard in Sudafrica. Non abbandona mai la professione medica, esercitando come cardiologo e medico di base fino alla pensione.
Nel frattempo, si afferma anche come una delle voci più originali della scena musicale italiana.
Tra cabaret, jazz e impegno sociale
Negli anni ’50 frequenta i locali milanesi e suona con Adriano Celentano e Giorgio Gaber. Con quest’ultimo forma il duo “I Due Corsari”.
Nel 1964 pubblica La Milano di Enzo Jannacci, che contiene il celebre brano El portava i scarp del tennis, un inno agli emarginati. Collabora con Dario Fo e diventa una colonna del cabaret milanese. Il suo stile mescola comicità surreale, denuncia sociale e poesia urbana, dando vita al cantautore “schizoide”.
Il successo di massa e il rifiuto della retorica
Nel 1968 raggiunge il grande pubblico con Vengo anch’io. No, tu no, canzone ironica ma carica di significato. Altre hit come Ho visto un re e Gli zingari mostrano la sua vena politicamente impegnata. Deluso dalla censura, si trasferisce per un periodo all’estero per approfondire la carriera medica. Negli anni ’70 e ’80 continua a incidere dischi innovativi, scrive colonne sonore, lavora in TV e firma la sigla E la vita, la vita con Cochi e Renato.
Nel frattempo, compone per il cinema e riceve riconoscimenti da pubblico e critica.
Enzo Jannacci: un artista totale, tra palco e televisione
Jannacci partecipa quattro volte al Festival di Sanremo, ricevendo due premi della critica. Collabora con artisti come Paolo Rossi, Ute Lemper e Dario Fo. Si distingue anche come attore e autore teatrale, fino ad arrivare a Aspettando Godot. In TV prende parte a trasmissioni comiche e musicali, spesso con amici di lunga data.
Nel 2011 è protagonista di uno speciale di Fabio Fazio, dove canta insieme al figlio Paolo, anche lui musicista.
Enzo Jannacci muore a Milano il 29 marzo 2013, a 77 anni, dopo una lunga malattia. La camera ardente viene allestita al Teatro Dal Verme, il funerale si svolge nella basilica di Sant’Ambrogio. Riposa nella cripta del Famedio al Cimitero Monumentale.
LPP