28 marzo 2021. Muore Enrico Vaime, autore tra genio e ironia.

Enrico Vaime nasce a Perugia il 19 gennaio 1936. Dopo la laurea in giurisprudenza a Napoli, entra in Rai nel 1960 grazie a un concorso pubblico. Inizia la sua carriera nella sede milanese, ma ben presto sceglie la libera professione come autore. Debutta nel 1963 con I piedi al caldo, una commedia che subisce la censura ma rivela fin da subito il suo stile originale.
La collaborazione con Franco Nebbia e i primi successi
Negli anni ’60 collabora con il cabarettista Franco Nebbia firmando testi provocatori per il Teatro Cabaret Nebbia Club, utilizzando anche lo pseudonimo “Poppi”. Partecipa alla scrittura di celebri programmi televisivi come Chi ti ha dato la patente?, Quelli della domenica, Canzonissima, Tante scuse e Risatissima. Parallelamente, comincia a farsi notare anche in ambito teatrale e letterario.
La storica coppia Terzoli & Vaime
Con Italo Terzoli forma una delle coppie artistiche più affiatate della televisione e del teatro italiani.
Insieme firmano musical teatrali per Garinei e Giovannini come Anche i bancari hanno un’anima, La vita comincia ogni mattina, Una zingara m’ha detto e Scugnizzi.
Con Enrico Montesano scrive e realizza spettacoli di grande successo come Bravo! e Malgrado tutto beati voi.
Una voce inconfondibile in radio e televisione
Nel 1979 inizia a condurre Black Out su Radio Rai, programma che diventa un punto di riferimento. Scrive anche fiction come Un figlio a metà e Mio figlio ha 70 anni. Nel 1992 partecipa alla trasmissione La più bella sei tu su Telemontecarlo, in coppia con Luciano Rispoli.
Negli anni Duemila è su LA7 con Anni Luce, Omnibus Weekend e Coffee Break, mentre in Rai affianca Maurizio Costanzo in S’è fatta notte e Memorie dal bianco e nero.
Scrittore brillante e critico ironico
Vaime pubblica numerosi libri di successo, tra cui Amare significa, Non contate su di me e Le braghe del padrone. Il suo stile è sempre raffinato, ironico, capace di osservare la realtà con disincanto ma anche con profonda umanità. Attraverso parole e immagini, racconta l’Italia che cambia, con una malinconica leggerezza e una pungente intelligenza.
La morte di un genio dell’ironia
Enrico Vaime muore a Roma il 28 marzo 2021, al Policlinico Gemelli, all’età di 85 anni.
Sono tante le “frasi celebri” pronunciate da Vaime. Frasi che sono diventate aforismi. Insomma gemme preziose disseminate lungo un percorso nel quale è riuscito a descrivere le trasformazioni dei mezzi d’informazione, pur essendone parte. “È difficile aver fiducia in se stessi, conoscendosi a fondo”. Ma anche, “In questo paese di ignoranti uno che riesce a distinguere un condizionale da un congiuntivo rischia di passare per intellettuale”. Oltre a, “Informazione sì, educazione no. Chi è che stabilisce come si educa? Chi è il ministro dell’educazione televisiva? Può anche capitare un imbecille che rende tutti imbecilli”.
Senza dimenticare la celebre frase: “Sempre fedele a se stesso e alle proprie idee. Così morì da cretino”.
Enrico Vaime nasce a Perugia il 19 gennaio 1936. Dopo la laurea in giurisprudenza a Napoli, entra in Rai nel 1960 grazie a un concorso pubblico. Inizia la sua carriera nella sede milanese, ma ben presto sceglie la libera professione come autore. Debutta nel 1963 con I piedi al caldo, una commedia che subisce la censura ma rivela fin da subito il suo stile originale.
La collaborazione con Franco Nebbia e i primi successi
Negli anni ’60 collabora con il cabarettista Franco Nebbia firmando testi provocatori per il Teatro Cabaret Nebbia Club, utilizzando anche lo pseudonimo “Poppi”. Partecipa alla scrittura di celebri programmi televisivi come Chi ti ha dato la patente?, Quelli della domenica, Canzonissima, Tante scuse e Risatissima. Parallelamente, comincia a farsi notare anche in ambito teatrale e letterario.
La storica coppia Terzoli & Vaime
Con Italo Terzoli forma una delle coppie artistiche più affiatate della televisione e del teatro italiani.
Insieme firmano musical teatrali per Garinei e Giovannini come Anche i bancari hanno un’anima, La vita comincia ogni mattina, Una zingara m’ha detto e Scugnizzi.
Con Enrico Montesano scrive e realizza spettacoli di grande successo come Bravo! e Malgrado tutto beati voi.
Una voce inconfondibile in radio e televisione
Nel 1979 inizia a condurre Black Out su Radio Rai, programma che diventa un punto di riferimento. Scrive anche fiction come Un figlio a metà e Mio figlio ha 70 anni. Nel 1992 partecipa alla trasmissione La più bella sei tu su Telemontecarlo, in coppia con Luciano Rispoli.
Negli anni Duemila è su LA7 con Anni Luce, Omnibus Weekend e Coffee Break, mentre in Rai affianca Maurizio Costanzo in S’è fatta notte e Memorie dal bianco e nero.
Scrittore brillante e critico ironico
Vaime pubblica numerosi libri di successo, tra cui Amare significa, Non contate su di me e Le braghe del padrone. Il suo stile è sempre raffinato, ironico, capace di osservare la realtà con disincanto ma anche con profonda umanità. Attraverso parole e immagini, racconta l’Italia che cambia, con una malinconica leggerezza e una pungente intelligenza.
La morte di un genio dell’ironia
Enrico Vaime muore a Roma il 28 marzo 2021, al Policlinico Gemelli, all’età di 85 anni.
Sono tante le “frasi celebri” pronunciate da Vaime. Frasi che sono diventate aforismi. Insomma gemme preziose disseminate lungo un percorso nel quale è riuscito a descrivere le trasformazioni dei mezzi d’informazione, pur essendone parte. “È difficile aver fiducia in se stessi, conoscendosi a fondo”. Ma anche, “In questo paese di ignoranti uno che riesce a distinguere un condizionale da un congiuntivo rischia di passare per intellettuale”. Oltre a, “Informazione sì, educazione no. Chi è che stabilisce come si educa? Chi è il ministro dell’educazione televisiva? Può anche capitare un imbecille che rende tutti imbecilli”.
Senza dimenticare la celebre frase: “Sempre fedele a se stesso e alle proprie idee. Così morì da cretino”.