28 febbraio 2021. Muore Anna Majani, regina dei cioccolatini.

Anna Majani nasce a Bologna il 4 febbraio 1936.
Figlia di Francesco Majani, erede della celebre azienda dolciaria specializzata in produzione di cioccolatini di grande raffinatezza, cresce in un ambiente ricco di cultura e passione per il teatro e la musica. Nel corso degli anni, ospitò attori e registi nella sua casa di Palazzo Fantuzzi, trasformandola in un punto di riferimento per la scena culturale bolognese.
L’ingresso nell’azienda di famiglia
All’età di 18 anni, Anna iniziò a lavorare come dattilografa nell’azienda Majani, fondata nel 1796 da Teresina Majani.
Dopo sei generazioni di gestione maschile, l’impresa attraversò un periodo di crisi nel 1976.
Decisa a salvare il marchio, Anna ipotecò i beni familiari per ottenere un finanziamento e, con il supporto del figlio, riprese il controllo della società nel 1985.
Il rilancio della Majani
Anna Majani rivoluzionò l’azienda, combinando tradizione e innovazione. Sviluppò nuovi prodotti, curando ogni dettaglio dalla produzione al marketing.
La sua gestione imprenditoriale fu caratterizzata da determinazione e creatività, trasformando i cioccolatini in vere opere di design.
Sotto la sua guida, il marchio acquisì un’identità ancora più forte e mantenne la proprietà familiare, respingendo proposte di acquisto da grandi multinazionali come Nestlé.
Tra le sue più grandi battaglie, spicca la disputa legale con FIAT per l’utilizzo del nome del famoso cremino FIAT, creato nel 1911 in occasione del lancio dell’automobile Fiat Tipo 4.
Grazie alla sua determinazione, l’azienda vinse la causa, preservando il legame storico tra il cioccolato Majani e il celebre marchio automobilistico.
Nel 2011, l’azienda ricevette importanti riconoscimenti, tra cui la Palme d’Or al primo Salon du Chocolat italiano e la targa di “Impresa che ha fatto la storia d’Italia”.
L’impegno nel sociale
Oltre alla sua carriera imprenditoriale, Anna Majani dedicò molto tempo al volontariato, in particolare con l’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali). Dopo un primo viaggio a Lourdes, rimase profondamente colpita dall’esperienza e decise di partecipare regolarmente ai pellegrinaggi come volontaria.
Il percorso politico
Nel 2000, su proposta di Beniamino Andreatta, si candidò alle elezioni per il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna e venne eletta.
Durante il suo mandato, fece parte delle commissioni Attività produttive, Turismo, Cultura, Scuola e Formazione Lavoro, contribuendo con la sua esperienza e visione imprenditoriale.
Dopo la conclusione del primo mandato, nel 2005 si ricandidò con la lista Uniti nell’Ulivo e, nel 2009, rientrò in consiglio regionale a seguito delle dimissioni di un eletto.
La morte e i funerali
Anna Majani morì il 28 febbraio 2021, all’età di 85 anni, a causa di complicazioni legate al COVID-19. La sua scomparsa lasciò un vuoto profondo nella comunità bolognese e nell’industria dolciaria italiana.
Il sindaco di Bologna la ricordò con queste parole: “Il suo impegno e il suo lavoro hanno contribuito a tenere alta la reputazione di Bologna e dell’Italia nel mondo.”
Anna Majani nasce a Bologna il 4 febbraio 1936.
Figlia di Francesco Majani, erede della celebre azienda dolciaria specializzata in produzione di cioccolatini di grande raffinatezza, cresce in un ambiente ricco di cultura e passione per il teatro e la musica. Nel corso degli anni, ospitò attori e registi nella sua casa di Palazzo Fantuzzi, trasformandola in un punto di riferimento per la scena culturale bolognese.
L’ingresso nell’azienda di famiglia
All’età di 18 anni, Anna iniziò a lavorare come dattilografa nell’azienda Majani, fondata nel 1796 da Teresina Majani.
Dopo sei generazioni di gestione maschile, l’impresa attraversò un periodo di crisi nel 1976.
Decisa a salvare il marchio, Anna ipotecò i beni familiari per ottenere un finanziamento e, con il supporto del figlio, riprese il controllo della società nel 1985.
Il rilancio della Majani
Anna Majani rivoluzionò l’azienda, combinando tradizione e innovazione. Sviluppò nuovi prodotti, curando ogni dettaglio dalla produzione al marketing.
La sua gestione imprenditoriale fu caratterizzata da determinazione e creatività, trasformando i cioccolatini in vere opere di design.
Sotto la sua guida, il marchio acquisì un’identità ancora più forte e mantenne la proprietà familiare, respingendo proposte di acquisto da grandi multinazionali come Nestlé.
Tra le sue più grandi battaglie, spicca la disputa legale con FIAT per l’utilizzo del nome del famoso cremino FIAT, creato nel 1911 in occasione del lancio dell’automobile Fiat Tipo 4.
Grazie alla sua determinazione, l’azienda vinse la causa, preservando il legame storico tra il cioccolato Majani e il celebre marchio automobilistico.
Nel 2011, l’azienda ricevette importanti riconoscimenti, tra cui la Palme d’Or al primo Salon du Chocolat italiano e la targa di “Impresa che ha fatto la storia d’Italia”.
L’impegno nel sociale
Oltre alla sua carriera imprenditoriale, Anna Majani dedicò molto tempo al volontariato, in particolare con l’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali). Dopo un primo viaggio a Lourdes, rimase profondamente colpita dall’esperienza e decise di partecipare regolarmente ai pellegrinaggi come volontaria.
Il percorso politico
Nel 2000, su proposta di Beniamino Andreatta, si candidò alle elezioni per il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna e venne eletta.
Durante il suo mandato, fece parte delle commissioni Attività produttive, Turismo, Cultura, Scuola e Formazione Lavoro, contribuendo con la sua esperienza e visione imprenditoriale.
Dopo la conclusione del primo mandato, nel 2005 si ricandidò con la lista Uniti nell’Ulivo e, nel 2009, rientrò in consiglio regionale a seguito delle dimissioni di un eletto.
La morte e i funerali
Anna Majani morì il 28 febbraio 2021, all’età di 85 anni, a causa di complicazioni legate al COVID-19. La sua scomparsa lasciò un vuoto profondo nella comunità bolognese e nell’industria dolciaria italiana.
Il sindaco di Bologna la ricordò con queste parole: “Il suo impegno e il suo lavoro hanno contribuito a tenere alta la reputazione di Bologna e dell’Italia nel mondo.”