28 febbraio 1994. Muore Enrico Maria Salerno.

Enrico Maria Salerno nacque a Milano il 18 settembre 1926. Cresciuto in una famiglia colta e appassionata d’arte, sviluppò fin da giovane un interesse per il teatro e la recitazione.
Durante la Seconda Guerra Mondiale si arruolò nella Guardia Nazionale Repubblicana, ma dopo la Liberazione venne imprigionato nel campo di Coltano, esperienza che segnò profondamente la sua vita.
Dopo il conflitto, si avvicinò al teatro, debuttando in alcune produzioni di operetta e prosa.
Frequentò il Piccolo Teatro di Milano sotto la guida di Giorgio Strehler e lavorò con Orazio Costa, cimentandosi con autori come Shakespeare, Pirandello e Cechov.
Negli anni ’50 divenne uno dei protagonisti della scena teatrale italiana, affermandosi per il suo talento e la sua versatilità.
Il successo teatrale
Salerno fu un attore di grande spessore, capace di interpretare ruoli complessi e drammatici con estrema naturalezza.
Nel 1960 fondò la “Compagnia degli Attori Associati” insieme a Ivo Garrani e Giancarlo Sbragia, portando in scena spettacoli di impegno sociale come Sacco e Vanzetti.
Nel corso degli anni ’60 e ’70, lavorò in diverse produzioni teatrali di rilievo, come Chi ha paura di Virginia Woolf?, Sei personaggi in cerca d’autore e Morte di un commesso viaggiatore.
Il suo stile recitativo, intenso e rigoroso, gli permise di ottenere grande riconoscimento nel panorama teatrale italiano.
Carriera cinematografica
Il debutto sul grande schermo avvenne alla fine degli anni ’50 con film come Estate violenta di Valerio Zurlini.
Negli anni ’60 interpretò ruoli importanti in pellicole come Io la conoscevo bene e L’armata Brancaleone.
Negli anni ’70 divenne uno dei volti simbolo del poliziottesco italiano, recitando in film come La polizia ringrazia (1972), che lo consacrò come commissario di polizia dal carattere forte e deciso.
Si cimentò anche nella regia, ottenendo un grande successo con Anonimo veneziano (1970), una storia d’amore e morte che rimane una delle pellicole più amate del cinema italiano.
Doppiaggio e televisione
Salerno fu anche un doppiatore di talento, prestando la voce a Clint Eastwood nella Trilogia del dollaro di Sergio Leone, oltre che a Laurence Olivier e Farley Granger.
Il suo timbro caldo e profondo lo rese uno dei doppiatori più riconoscibili del panorama italiano.
In televisione ottenne grande popolarità con La famiglia Benvenuti (1968-69), una delle prime fiction italiane, dove interpretò il ruolo di un padre di famiglia borghese.
Negli anni ’80 e ’90 continuò a lavorare nel piccolo schermo, recitando in sceneggiati e serie TV.
Vita privata
Salerno ebbe una vita sentimentale intensa.
Sposato due volte, ebbe quattro figli dalla prima moglie e una figlia dall’attrice Valeria Valeri.
Ebbe anche una relazione con Alice Kessler e, alla fine degli anni ’70, con Veronica Lario, futura moglie di Silvio Berlusconi.
Morte e funerali
Enrico Maria Salerno morì il 28 febbraio 1994 a Roma, all’età di 67 anni, a causa di un tumore ai polmoni.
Fu sepolto nel cimitero di Castelnuovo di Porto, comune dove aveva vissuto a lungo.
Enrico Maria Salerno nacque a Milano il 18 settembre 1926. Cresciuto in una famiglia colta e appassionata d’arte, sviluppò fin da giovane un interesse per il teatro e la recitazione.
Durante la Seconda Guerra Mondiale si arruolò nella Guardia Nazionale Repubblicana, ma dopo la Liberazione venne imprigionato nel campo di Coltano, esperienza che segnò profondamente la sua vita.
Dopo il conflitto, si avvicinò al teatro, debuttando in alcune produzioni di operetta e prosa.
Frequentò il Piccolo Teatro di Milano sotto la guida di Giorgio Strehler e lavorò con Orazio Costa, cimentandosi con autori come Shakespeare, Pirandello e Cechov.
Negli anni ’50 divenne uno dei protagonisti della scena teatrale italiana, affermandosi per il suo talento e la sua versatilità.
Il successo teatrale
Salerno fu un attore di grande spessore, capace di interpretare ruoli complessi e drammatici con estrema naturalezza.
Nel 1960 fondò la “Compagnia degli Attori Associati” insieme a Ivo Garrani e Giancarlo Sbragia, portando in scena spettacoli di impegno sociale come Sacco e Vanzetti.
Nel corso degli anni ’60 e ’70, lavorò in diverse produzioni teatrali di rilievo, come Chi ha paura di Virginia Woolf?, Sei personaggi in cerca d’autore e Morte di un commesso viaggiatore.
Il suo stile recitativo, intenso e rigoroso, gli permise di ottenere grande riconoscimento nel panorama teatrale italiano.
Carriera cinematografica
Il debutto sul grande schermo avvenne alla fine degli anni ’50 con film come Estate violenta di Valerio Zurlini.
Negli anni ’60 interpretò ruoli importanti in pellicole come Io la conoscevo bene e L’armata Brancaleone.
Negli anni ’70 divenne uno dei volti simbolo del poliziottesco italiano, recitando in film come La polizia ringrazia (1972), che lo consacrò come commissario di polizia dal carattere forte e deciso.
Si cimentò anche nella regia, ottenendo un grande successo con Anonimo veneziano (1970), una storia d’amore e morte che rimane una delle pellicole più amate del cinema italiano.
Doppiaggio e televisione
Salerno fu anche un doppiatore di talento, prestando la voce a Clint Eastwood nella Trilogia del dollaro di Sergio Leone, oltre che a Laurence Olivier e Farley Granger.
Il suo timbro caldo e profondo lo rese uno dei doppiatori più riconoscibili del panorama italiano.
In televisione ottenne grande popolarità con La famiglia Benvenuti (1968-69), una delle prime fiction italiane, dove interpretò il ruolo di un padre di famiglia borghese.
Negli anni ’80 e ’90 continuò a lavorare nel piccolo schermo, recitando in sceneggiati e serie TV.
Vita privata
Salerno ebbe una vita sentimentale intensa.
Sposato due volte, ebbe quattro figli dalla prima moglie e una figlia dall’attrice Valeria Valeri.
Ebbe anche una relazione con Alice Kessler e, alla fine degli anni ’70, con Veronica Lario, futura moglie di Silvio Berlusconi.
Morte e funerali
Enrico Maria Salerno morì il 28 febbraio 1994 a Roma, all’età di 67 anni, a causa di un tumore ai polmoni.
Fu sepolto nel cimitero di Castelnuovo di Porto, comune dove aveva vissuto a lungo.