27 marzo 2023. Muore Gianni Minà, grande giornalista e uomo di cultura.

Gianni Minà nasce a Torino il 17 maggio 1938. Debutta nel giornalismo sportivo nel 1959 a Tuttosport, diventandone poi direttore tra il 1996 e il 1998. Alla Rai arriva nel 1960, seguendo le Olimpiadi di Roma. Negli anni successivi partecipa a programmi come Sprint, TV7, Dribbling e Odeon, evolvendo il linguaggio televisivo.
Racconta otto Mondiali, sette Olimpiadi e numerosi campionati di pugilato, tra cui quelli di Muhammad Ali.
L’America Latina e l’impegno politico
A partire dagli anni ’70, Minà orienta il suo lavoro verso il racconto dei Sud del mondo. Intervistato ed espulso dall’Argentina nel 1978 per aver chiesto dei desaparecidos, dimostra coraggio e integrità. Diventa punto di riferimento nel raccontare i leader latinoamericani:
Fidel Castro, Che Guevara, Rigoberta Menchú, il subcomandante Marcos. Nel 1992 firma Il Che quarant’anni dopo e vari reportage dal Chiapas. Dal 2000 al 2015 dirige Latinoamerica e tutti i sud del mondo, rivista trimestrale che ospita le voci più autorevoli del continente.
Blitz e la televisione d’autore
Nel 1981 Minà lancia Blitz su Rai 2, un programma rivoluzionario e fuori dagli schemi. Ospita figure straordinarie come Fellini, Masina, Leone, De Niro, García Márquez, Muhammad Ali. Nel 1987 realizza un’intervista monumentale con Fidel Castro.
Nel 1990 incontra nuovamente il leader cubano per un aggiornamento storico dopo il crollo del blocco sovietico.
Il documentarista delle storie umane
Minà non è solo giornalista, è anche regista e narratore. Racconta il mondo attraverso documentari su Ali, Maradona, Platini, Mennea, Smith e Moses. Con In viaggio con Che Guevara (2004) partecipa a festival internazionali e vince premi prestigiosi. Conquista il Nastro d’argento per Maradona, non sarò mai un uomo comune, diventato un successo editoriale.
Nel 2012 ottiene un altro Nastro d’argento con Cuba nell’epoca di Obama. Racconta anche Papa Francesco, Cuba e Fidel (2015), premiato a Toronto.
I libri e la controinformazione
Minà pubblica saggi che diventano manifesti del pensiero critico. Con Un mondo migliore è possibile (2003) dà voce al Forum Sociale di Porto Alegre. Politicamente scorretto raccoglie articoli pubblicati tra il 1990 e il 2007. Con Così va il mondo (2017) ripercorre cinquant’anni di giornalismo militante.
Nel 2020 pubblica l’autobiografia Storia di un boxeur latino, seguita da Maradona, non sarò mai un uomo comune (2021). Lascia anche un volume fotografico dal titolo Fame di storie, rivolto alle nuove generazioni.
L’eredità e l’ultima intervista
Nel 2022 esce il documentario Gianni Minà una vita da giornalista, regia di Loredana Macchietti. RaiPlay trasmette Gianni Minà cercatore di storie, selezione dei suoi migliori momenti in Rai. Crea la “Fondazione Gianni Minà” per custodire e diffondere il suo archivio editoriale e documentaristico.
Vita privata
Minà ha tre figlie: Marianna, Francesca Emilia e Paola Emilia. È stato sposato con Loredana Macchietti, sua compagna anche nella produzione culturale. Tifoso del Torino, ha sempre mantenuto un legame autentico con le sue radici.
La morte e i funerali
Gianni Minà muore a Roma il 27 marzo 2023, a 84 anni, per una malattia cardiaca. La camera ardente viene allestita al Campidoglio il 29 marzo. Tanti giornalisti, artisti e cittadini comuni gli rendono omaggio.
Il funerale si celebra in forma privata il 30 marzo, officiato da frate Francesco Brasa. Riposa nel cimitero del Verano.
LPP
Gianni Minà nasce a Torino il 17 maggio 1938. Debutta nel giornalismo sportivo nel 1959 a Tuttosport, diventandone poi direttore tra il 1996 e il 1998. Alla Rai arriva nel 1960, seguendo le Olimpiadi di Roma. Negli anni successivi partecipa a programmi come Sprint, TV7, Dribbling e Odeon, evolvendo il linguaggio televisivo.
Racconta otto Mondiali, sette Olimpiadi e numerosi campionati di pugilato, tra cui quelli di Muhammad Ali.
L’America Latina e l’impegno politico
A partire dagli anni ’70, Minà orienta il suo lavoro verso il racconto dei Sud del mondo. Intervistato ed espulso dall’Argentina nel 1978 per aver chiesto dei desaparecidos, dimostra coraggio e integrità. Diventa punto di riferimento nel raccontare i leader latinoamericani:
Fidel Castro, Che Guevara, Rigoberta Menchú, il subcomandante Marcos. Nel 1992 firma Il Che quarant’anni dopo e vari reportage dal Chiapas. Dal 2000 al 2015 dirige Latinoamerica e tutti i sud del mondo, rivista trimestrale che ospita le voci più autorevoli del continente.
Blitz e la televisione d’autore
Nel 1981 Minà lancia Blitz su Rai 2, un programma rivoluzionario e fuori dagli schemi. Ospita figure straordinarie come Fellini, Masina, Leone, De Niro, García Márquez, Muhammad Ali. Nel 1987 realizza un’intervista monumentale con Fidel Castro.
Nel 1990 incontra nuovamente il leader cubano per un aggiornamento storico dopo il crollo del blocco sovietico.
Il documentarista delle storie umane
Minà non è solo giornalista, è anche regista e narratore. Racconta il mondo attraverso documentari su Ali, Maradona, Platini, Mennea, Smith e Moses. Con In viaggio con Che Guevara (2004) partecipa a festival internazionali e vince premi prestigiosi. Conquista il Nastro d’argento per Maradona, non sarò mai un uomo comune, diventato un successo editoriale.
Nel 2012 ottiene un altro Nastro d’argento con Cuba nell’epoca di Obama. Racconta anche Papa Francesco, Cuba e Fidel (2015), premiato a Toronto.
I libri e la controinformazione
Minà pubblica saggi che diventano manifesti del pensiero critico. Con Un mondo migliore è possibile (2003) dà voce al Forum Sociale di Porto Alegre. Politicamente scorretto raccoglie articoli pubblicati tra il 1990 e il 2007. Con Così va il mondo (2017) ripercorre cinquant’anni di giornalismo militante.
Nel 2020 pubblica l’autobiografia Storia di un boxeur latino, seguita da Maradona, non sarò mai un uomo comune (2021). Lascia anche un volume fotografico dal titolo Fame di storie, rivolto alle nuove generazioni.
L’eredità e l’ultima intervista
Nel 2022 esce il documentario Gianni Minà una vita da giornalista, regia di Loredana Macchietti. RaiPlay trasmette Gianni Minà cercatore di storie, selezione dei suoi migliori momenti in Rai. Crea la “Fondazione Gianni Minà” per custodire e diffondere il suo archivio editoriale e documentaristico.
Vita privata
Minà ha tre figlie: Marianna, Francesca Emilia e Paola Emilia. È stato sposato con Loredana Macchietti, sua compagna anche nella produzione culturale. Tifoso del Torino, ha sempre mantenuto un legame autentico con le sue radici.
La morte e i funerali
Gianni Minà muore a Roma il 27 marzo 2023, a 84 anni, per una malattia cardiaca. La camera ardente viene allestita al Campidoglio il 29 marzo. Tanti giornalisti, artisti e cittadini comuni gli rendono omaggio.
Il funerale si celebra in forma privata il 30 marzo, officiato da frate Francesco Brasa. Riposa nel cimitero del Verano.
LPP