27 marzo 1968. Muore Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio.

Jurij Gagarin nasce il 9 marzo 1934 a Klušino, nell’allora Unione Sovietica.
Cresce in una famiglia contadina colpita duramente dall’invasione nazista durante la Seconda guerra mondiale.
Dopo la fine del conflitto, si trasferisce con i genitori a Gžatsk, città che in suo onore sarà ribattezzata “Gagarin”.
Nel 1951 si diploma alla scuola tecnica di Saratov, dove inizia a coltivare la passione per il volo.
Frequenta un aeroclub e prende lezioni di pilotaggio.
Nel 1955 entra nella Scuola superiore per piloti di Orenburg, dove si diploma e diventa ufficiale dell’aviazione sovietica.
La selezione per la missione spaziale
Nel 1959 Gagarin si candida al programma spaziale sovietico.
Grazie alla sua altezza ridotta (1,57 m) e alle sue eccellenti doti fisiche, supera la selezione.
Affronta un durissimo addestramento fisico e psicologico nella “Città delle Stelle”.
Viene scelto dai compagni come miglior candidato per la prima missione umana nello spazio.
Il programma Vostok punta tutto su di lui.
12 aprile 1961: la storia cambia direzione
A bordo della navicella Vostok 1, Gagarin diventa il primo essere umano a volare nello spazio.
Pronuncia il celebre “Poéchali!” (“Andiamo!”), dando inizio all’era spaziale.
Compie un’orbita completa attorno alla Terra in 108 minuti.
Durante il volo osserva il pianeta azzurro e rimane colpito dalla sua bellezza.
La missione si conclude con successo: Gagarin atterra sano e salvo vicino a Saratov.
Il successo mondiale e la fama planetaria
Dopo il rientro, Gagarin diventa un eroe internazionale.
Viene accolto con una parata trionfale a Mosca e riceve il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Partecipa a conferenze, viaggia in decine di Paesi e incontra leader mondiali.
Il suo sorriso e la sua semplicità conquistano il mondo intero.
Diventa simbolo dell’orgoglio sovietico e ambasciatore dell’umanità nello spazio.
Il ruolo politico e il ritorno all’addestramento
Nel 1962 viene eletto al Soviet dell’Unione e successivamente al Soviet delle Nazionalità.
Torna alla Città delle Stelle come vicedirettore del centro di addestramento dei cosmonauti.
Partecipa allo sviluppo di veicoli spaziali e diventa pilota di riserva per la missione Sojuz 1.
Dopo la tragica morte del collega Komarov, gli viene proibito di volare di nuovo nello spazio.
Continua gli studi e si laurea in ingegneria aerospaziale nel 1968.
Vita privata e credenze religiose
Nel 1957 sposa Valentina Gorjačeva, da cui avrà due figlie: Elena e Galina.
Gagarin è sportivo, generoso e legato alla famiglia.
Nonostante la propaganda sovietica lo dipinga come ateo, numerose testimonianze lo descrivono come credente.
Visita monasteri, battezza la figlia e conserva icone religiose in casa.
Non firma mai manifesti antireligiosi ufficiali.
La morte e i funerali
Il 27 marzo 1968 Gagarin muore a soli 34 anni.
Durante un volo di addestramento a bordo di un MiG-15, l’aereo si schianta vicino a Kiržač.
Con lui perde la vita anche l’istruttore Vladimir Serëgin.
Le cause dell’incidente restano in parte misteriose.
Tra le ipotesi: una manovra evasiva, un errore umano, o la scia di un jet supersonico.
I loro corpi vengono cremati e le ceneri deposte nella necropoli delle mura del Cremlino.
Gagarin viene onorato come eroe eterno della cosmonautica.
La sua impresa ha aperto all’umanità le porte dello spazio.
Jurij Gagarin nasce il 9 marzo 1934 a Klušino, nell’allora Unione Sovietica.
Cresce in una famiglia contadina colpita duramente dall’invasione nazista durante la Seconda guerra mondiale.
Dopo la fine del conflitto, si trasferisce con i genitori a Gžatsk, città che in suo onore sarà ribattezzata “Gagarin”.
Nel 1951 si diploma alla scuola tecnica di Saratov, dove inizia a coltivare la passione per il volo.
Frequenta un aeroclub e prende lezioni di pilotaggio.
Nel 1955 entra nella Scuola superiore per piloti di Orenburg, dove si diploma e diventa ufficiale dell’aviazione sovietica.
La selezione per la missione spaziale
Nel 1959 Gagarin si candida al programma spaziale sovietico.
Grazie alla sua altezza ridotta (1,57 m) e alle sue eccellenti doti fisiche, supera la selezione.
Affronta un durissimo addestramento fisico e psicologico nella “Città delle Stelle”.
Viene scelto dai compagni come miglior candidato per la prima missione umana nello spazio.
Il programma Vostok punta tutto su di lui.
12 aprile 1961: la storia cambia direzione
A bordo della navicella Vostok 1, Gagarin diventa il primo essere umano a volare nello spazio.
Pronuncia il celebre “Poéchali!” (“Andiamo!”), dando inizio all’era spaziale.
Compie un’orbita completa attorno alla Terra in 108 minuti.
Durante il volo osserva il pianeta azzurro e rimane colpito dalla sua bellezza.
La missione si conclude con successo: Gagarin atterra sano e salvo vicino a Saratov.
Il successo mondiale e la fama planetaria
Dopo il rientro, Gagarin diventa un eroe internazionale.
Viene accolto con una parata trionfale a Mosca e riceve il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Partecipa a conferenze, viaggia in decine di Paesi e incontra leader mondiali.
Il suo sorriso e la sua semplicità conquistano il mondo intero.
Diventa simbolo dell’orgoglio sovietico e ambasciatore dell’umanità nello spazio.
Il ruolo politico e il ritorno all’addestramento
Nel 1962 viene eletto al Soviet dell’Unione e successivamente al Soviet delle Nazionalità.
Torna alla Città delle Stelle come vicedirettore del centro di addestramento dei cosmonauti.
Partecipa allo sviluppo di veicoli spaziali e diventa pilota di riserva per la missione Sojuz 1.
Dopo la tragica morte del collega Komarov, gli viene proibito di volare di nuovo nello spazio.
Continua gli studi e si laurea in ingegneria aerospaziale nel 1968.
Vita privata e credenze religiose
Nel 1957 sposa Valentina Gorjačeva, da cui avrà due figlie: Elena e Galina.
Gagarin è sportivo, generoso e legato alla famiglia.
Nonostante la propaganda sovietica lo dipinga come ateo, numerose testimonianze lo descrivono come credente.
Visita monasteri, battezza la figlia e conserva icone religiose in casa.
Non firma mai manifesti antireligiosi ufficiali.
La morte e i funerali
Il 27 marzo 1968 Gagarin muore a soli 34 anni.
Durante un volo di addestramento a bordo di un MiG-15, l’aereo si schianta vicino a Kiržač.
Con lui perde la vita anche l’istruttore Vladimir Serëgin.
Le cause dell’incidente restano in parte misteriose.
Tra le ipotesi: una manovra evasiva, un errore umano, o la scia di un jet supersonico.
I loro corpi vengono cremati e le ceneri deposte nella necropoli delle mura del Cremlino.
Gagarin viene onorato come eroe eterno della cosmonautica.
La sua impresa ha aperto all’umanità le porte dello spazio.