26 marzo 1892. Muore Walt Whitman, il poeta dell’America

Walt Whitman nasce il 31 maggio 1819 a West Hills, Long Island.
Cresce in una famiglia quacchera numerosa e si trasferisce presto a Brooklyn.
La sua infanzia è segnata dalla povertà, dall’instabilità familiare e da una precoce inclinazione verso la lettura e la scrittura.
Abbandona la scuola a undici anni e inizia a lavorare come tipografo, entrando presto nel mondo del giornalismo.
Fin da giovane, dimostra una visione anticonformista e una profonda attenzione verso la condizione umana.
Gli inizi tra giornali, insegnamento e attivismo
Negli anni ’30 e ’40 del XIX secolo lavora come insegnante e giornalista a New York.
Fonda e dirige il giornale Long Islander, scrive per vari quotidiani e prende posizione su temi politici, in particolare contro la schiavitù.
Le sue prime pubblicazioni poetiche sono anonime e ancora acerbe.
Nel frattempo, inizia a costruire la propria voce letteraria attraverso saggi e editoriali, assorbendo l’influenza del trascendentalismo.
La nascita di Foglie d’erba
Nel 1855 Whitman pubblica a proprie spese la prima edizione di Foglie d’erba, una raccolta di dodici poesie rivoluzionarie.
Utilizza il verso libero e un linguaggio diretto per cantare l’individuo, la democrazia e il corpo.
Nessun autore americano aveva mai osato tanto: la sua poesia è fisica, erotica, spirituale e universale.
L’opera divide la critica, ma conquista sostenitori come Ralph Waldo Emerson.
Negli anni successivi, continua ad ampliare e revisionare l’opera fino all’ultima “Deathbed Edition” del 1891.
Guerra civile e compassione
Durante la guerra di secessione, Whitman non si arruola ma si dedica all’assistenza dei soldati feriti.
Lavora a Washington e passa il tempo libero negli ospedali, offrendo conforto e parole di speranza.
Da questa esperienza nascono testi commoventi come The Wound-Dresser e Drum-Taps.
Il dolore e la compassione che prova per i giovani mutilati rafforzano la sua idea di poesia come strumento etico e civile.
Il tributo a Lincoln e il patriottismo poetico
Alla morte di Abraham Lincoln, Whitman scrive O capitano! Mio capitano!, una delle poesie più celebri del canone americano.
In essa unisce lirismo, lutto e amore per la nazione.
Nonostante le polemiche e il moralismo dell’epoca, Whitman viene progressivamente riconosciuto come “il poeta della democrazia”.
La sua idea di America è inclusiva, visionaria, multiculturale.
Lo stile e la rivoluzione poetica
Whitman rompe con la metrica tradizionale e fa del verso libero la sua firma.
Canta il corpo e l’anima, la materia e lo spirito, l’individuo e la collettività.
Esalta il lavoro, la sessualità, la natura, i sentimenti umani.
La sua poesia è corale, dinamica, fluida come la vita.
Nel tempo, viene visto come il fondatore della moderna poesia americana.
Vita privata, spiritualità e identità
La sua vita privata resta avvolta da misteri e controversie.
Intrattiene relazioni intime con uomini come Peter Doyle e Bill Duckett, ma nega pubblicamente la propria omosessualità.
Abbraccia una spiritualità panteista e universalista, rifiutando i dogmi religiosi.
Crede in un’anima immortale e in un Dio che abita tutte le cose.
Nella sua visione, il poeta è un profeta, un ponte tra la materia e l’infinito.
Gli ultimi anni e l’eredità culturale
Colpito da una paralisi nel 1873, si ritira a Camden, nel New Jersey.
Qui continua a scrivere, pubblicare e ricevere amici e ammiratori, tra cui Oscar Wilde.
Negli anni compone opere come Democratic Vistas, Passage to India e nuove edizioni di Foglie d’erba.
Vive circondato da animali e da pochi affetti, tra solitudine, malattia e poesia.
La sua influenza sarà enorme: ispirerà la Beat Generation, scrittori come Henry Miller e musicisti come Leonard Bernstein.
La morte e i funerali
Walt Whitman muore il 26 marzo 1892 nella sua casa di Camden, a 72 anni.
Viene sepolto con tutti gli onori nel cimitero di Harleigh.
Walt Whitman nasce il 31 maggio 1819 a West Hills, Long Island.
Cresce in una famiglia quacchera numerosa e si trasferisce presto a Brooklyn.
La sua infanzia è segnata dalla povertà, dall’instabilità familiare e da una precoce inclinazione verso la lettura e la scrittura.
Abbandona la scuola a undici anni e inizia a lavorare come tipografo, entrando presto nel mondo del giornalismo.
Fin da giovane, dimostra una visione anticonformista e una profonda attenzione verso la condizione umana.
Gli inizi tra giornali, insegnamento e attivismo
Negli anni ’30 e ’40 del XIX secolo lavora come insegnante e giornalista a New York.
Fonda e dirige il giornale Long Islander, scrive per vari quotidiani e prende posizione su temi politici, in particolare contro la schiavitù.
Le sue prime pubblicazioni poetiche sono anonime e ancora acerbe.
Nel frattempo, inizia a costruire la propria voce letteraria attraverso saggi e editoriali, assorbendo l’influenza del trascendentalismo.
La nascita di Foglie d’erba
Nel 1855 Whitman pubblica a proprie spese la prima edizione di Foglie d’erba, una raccolta di dodici poesie rivoluzionarie.
Utilizza il verso libero e un linguaggio diretto per cantare l’individuo, la democrazia e il corpo.
Nessun autore americano aveva mai osato tanto: la sua poesia è fisica, erotica, spirituale e universale.
L’opera divide la critica, ma conquista sostenitori come Ralph Waldo Emerson.
Negli anni successivi, continua ad ampliare e revisionare l’opera fino all’ultima “Deathbed Edition” del 1891.
Guerra civile e compassione
Durante la guerra di secessione, Whitman non si arruola ma si dedica all’assistenza dei soldati feriti.
Lavora a Washington e passa il tempo libero negli ospedali, offrendo conforto e parole di speranza.
Da questa esperienza nascono testi commoventi come The Wound-Dresser e Drum-Taps.
Il dolore e la compassione che prova per i giovani mutilati rafforzano la sua idea di poesia come strumento etico e civile.
Il tributo a Lincoln e il patriottismo poetico
Alla morte di Abraham Lincoln, Whitman scrive O capitano! Mio capitano!, una delle poesie più celebri del canone americano.
In essa unisce lirismo, lutto e amore per la nazione.
Nonostante le polemiche e il moralismo dell’epoca, Whitman viene progressivamente riconosciuto come “il poeta della democrazia”.
La sua idea di America è inclusiva, visionaria, multiculturale.
Lo stile e la rivoluzione poetica
Whitman rompe con la metrica tradizionale e fa del verso libero la sua firma.
Canta il corpo e l’anima, la materia e lo spirito, l’individuo e la collettività.
Esalta il lavoro, la sessualità, la natura, i sentimenti umani.
La sua poesia è corale, dinamica, fluida come la vita.
Nel tempo, viene visto come il fondatore della moderna poesia americana.
Vita privata, spiritualità e identità
La sua vita privata resta avvolta da misteri e controversie.
Intrattiene relazioni intime con uomini come Peter Doyle e Bill Duckett, ma nega pubblicamente la propria omosessualità.
Abbraccia una spiritualità panteista e universalista, rifiutando i dogmi religiosi.
Crede in un’anima immortale e in un Dio che abita tutte le cose.
Nella sua visione, il poeta è un profeta, un ponte tra la materia e l’infinito.
Gli ultimi anni e l’eredità culturale
Colpito da una paralisi nel 1873, si ritira a Camden, nel New Jersey.
Qui continua a scrivere, pubblicare e ricevere amici e ammiratori, tra cui Oscar Wilde.
Negli anni compone opere come Democratic Vistas, Passage to India e nuove edizioni di Foglie d’erba.
Vive circondato da animali e da pochi affetti, tra solitudine, malattia e poesia.
La sua influenza sarà enorme: ispirerà la Beat Generation, scrittori come Henry Miller e musicisti come Leonard Bernstein.
La morte e i funerali
Walt Whitman muore il 26 marzo 1892 nella sua casa di Camden, a 72 anni.
Viene sepolto con tutti gli onori nel cimitero di Harleigh.