26 marzo 1827. Muore Beethoven, genio indiscusso della musica.

Ludwig van Beethoven nasce a Bonn il 16 dicembre 1770.
Appartiene a una famiglia di umili origini ma con tradizione musicale.
Il padre Johann, tenore e uomo severo, intuisce subito il talento del figlio.
Lo educa in modo duro, sperando di creare un nuovo Mozart.
La madre, Maria Magdalena, è affettuosa ma segnata da fragilità emotive.
Il precoce talento musicale
Fin da bambino, Beethoven mostra straordinarie doti per il pianoforte.
Christian Neefe, suo primo vero maestro, lo guida nella composizione.
A undici anni scrive le sue prime variazioni e ottiene riconoscimenti.
Nel 1787 si reca a Vienna per incontrare Mozart, ma la visita è breve.
La morte della madre e la decadenza del padre lo costringono a prendersi cura dei fratelli.
L’arrivo a Vienna e gli studi con Haydn
Nel 1792, grazie al sostegno del conte Waldstein, Beethoven si trasferisce a Vienna.
Studia con Haydn, Albrechtsberger e Salieri, pur mantenendo la sua indipendenza artistica.
Si afferma rapidamente come virtuoso del pianoforte, noto per l’improvvisazione.
Nel 1795 pubblica le prime sonate e tiene concerti che lo rendono celebre.
La sordità e il testamento di Heiligenstadt
A partire dal 1796, Beethoven inizia a perdere l’udito.
Nel 1802, affranto, scrive il celebre testamento di Heiligenstadt ai fratelli.
Rinuncia al suicidio e decide di dedicarsi con coraggio alla composizione.
Da qui nasce il mito dell’artista eroico che lotta contro il destino.
Il periodo eroico e le grandi sinfonie
Dal 1803 al 1812, Beethoven vive un’intensa stagione creativa.
Compone l’“Eroica”, la “Pastorale”, la Quinta e la Settima sinfonia.
Scrive opere fondamentali come la sonata Appassionata e il Concerto n. 5 per pianoforte.
Nel 1805 debutta Fidelio, la sua unica opera lirica, rivista più volte.
Vita privata e tormenti interiori
Nonostante i molti amori, Beethoven non si sposa mai.
Coltiva una passione travagliata per Josephine von Brunswick.
Nel 1812 scrive la famosa Lettera all’Amata Immortale, rimasta senza destinatario certo.
Nel 1815 assume la tutela del nipote Karl, che si rivelerà fonte di grandi dolori.
Ultimi anni e opere monumentali
Negli ultimi anni, Beethoven compone le sue opere più complesse.
Nascono la Missa Solemnis, le Variazioni Diabelli e la Nona sinfonia.
La Nona, con il celebre coro Inno alla gioia, debutta nel 1824.
Compone anche gli ultimi cinque quartetti per archi, capolavori assoluti della musica da camera.
La morte e i funerali
Nel dicembre 1826 Beethoven si ammala gravemente dopo un viaggio sotto la pioggia.
Soffre di cirrosi epatica, idropisia e gravi complicazioni.
Muore il 26 marzo 1827 a Vienna, a 56 anni, assistito da pochi amici fidati.
Il 29 marzo si tengono i funerali, seguiti da una folla di oltre ventimila persone.
L’orazione funebre è letta dal poeta Franz Grillparzer.
Viene sepolto inizialmente a Währing e poi, nel 1888, al Zentralfriedhof di Vienna.
Ludwig van Beethoven nasce a Bonn il 16 dicembre 1770.
Appartiene a una famiglia di umili origini ma con tradizione musicale.
Il padre Johann, tenore e uomo severo, intuisce subito il talento del figlio.
Lo educa in modo duro, sperando di creare un nuovo Mozart.
La madre, Maria Magdalena, è affettuosa ma segnata da fragilità emotive.
Il precoce talento musicale
Fin da bambino, Beethoven mostra straordinarie doti per il pianoforte.
Christian Neefe, suo primo vero maestro, lo guida nella composizione.
A undici anni scrive le sue prime variazioni e ottiene riconoscimenti.
Nel 1787 si reca a Vienna per incontrare Mozart, ma la visita è breve.
La morte della madre e la decadenza del padre lo costringono a prendersi cura dei fratelli.
L’arrivo a Vienna e gli studi con Haydn
Nel 1792, grazie al sostegno del conte Waldstein, Beethoven si trasferisce a Vienna.
Studia con Haydn, Albrechtsberger e Salieri, pur mantenendo la sua indipendenza artistica.
Si afferma rapidamente come virtuoso del pianoforte, noto per l’improvvisazione.
Nel 1795 pubblica le prime sonate e tiene concerti che lo rendono celebre.
La sordità e il testamento di Heiligenstadt
A partire dal 1796, Beethoven inizia a perdere l’udito.
Nel 1802, affranto, scrive il celebre testamento di Heiligenstadt ai fratelli.
Rinuncia al suicidio e decide di dedicarsi con coraggio alla composizione.
Da qui nasce il mito dell’artista eroico che lotta contro il destino.
Il periodo eroico e le grandi sinfonie
Dal 1803 al 1812, Beethoven vive un’intensa stagione creativa.
Compone l’“Eroica”, la “Pastorale”, la Quinta e la Settima sinfonia.
Scrive opere fondamentali come la sonata Appassionata e il Concerto n. 5 per pianoforte.
Nel 1805 debutta Fidelio, la sua unica opera lirica, rivista più volte.
Vita privata e tormenti interiori
Nonostante i molti amori, Beethoven non si sposa mai.
Coltiva una passione travagliata per Josephine von Brunswick.
Nel 1812 scrive la famosa Lettera all’Amata Immortale, rimasta senza destinatario certo.
Nel 1815 assume la tutela del nipote Karl, che si rivelerà fonte di grandi dolori.
Ultimi anni e opere monumentali
Negli ultimi anni, Beethoven compone le sue opere più complesse.
Nascono la Missa Solemnis, le Variazioni Diabelli e la Nona sinfonia.
La Nona, con il celebre coro Inno alla gioia, debutta nel 1824.
Compone anche gli ultimi cinque quartetti per archi, capolavori assoluti della musica da camera.
La morte e i funerali
Nel dicembre 1826 Beethoven si ammala gravemente dopo un viaggio sotto la pioggia.
Soffre di cirrosi epatica, idropisia e gravi complicazioni.
Muore il 26 marzo 1827 a Vienna, a 56 anni, assistito da pochi amici fidati.
Il 29 marzo si tengono i funerali, seguiti da una folla di oltre ventimila persone.
L’orazione funebre è letta dal poeta Franz Grillparzer.
Viene sepolto inizialmente a Währing e poi, nel 1888, al Zentralfriedhof di Vienna.