26 aprile 2020. Muore Claudio Risi, il regista de “I ragazzi della 3ª C”.

Claudio Risi nasce a Berna il 12 novembre 1948, figlio d’arte di Dino Risi, uno dei padri della commedia all’italiana.
Cresce tra set cinematografici e racconti di un’Italia che cambia, respirando fin da ragazzo quell’atmosfera fatta di immagini, battute, ritmo e umanità.
Ma Claudio sceglie di trovare una sua strada, distinta ma ugualmente incisiva.
Non si limita a cavalcare l’eredità paterna: costruisce una carriera autonoma, fatta di intuizioni, sguardo acuto e una grande capacità di leggere i tempi.
Un occhio attento sulle storie della gente comune
Claudio Risi si impone come regista di cinema e soprattutto di televisione, dando vita a prodotti che sanno raccontare l’Italia con leggerezza senza mai scadere nella superficialità.
Il suo capolavoro più amato è I ragazzi della 3ª C, serie cult degli anni Ottanta che fotografa una generazione tra sogni, ingenuità e piccole conquiste quotidiane.
Con quella narrazione semplice e ironica, riesce a dipingere una società in bilico tra spensieratezza e cambiamento, parlando direttamente al cuore del pubblico.
Non si ferma però alla fiction adolescenziale: dirige film come Anni 90 e Anni 90 – Parte II, commedie corali che, attraverso episodi brevi e ritmati, raccontano i vizi e le virtù degli italiani con una vena sarcastica e affettuosa.
Il suo cinema non vuole insegnare, vuole osservare.
E lo fa con una mano lieve e uno sguardo sincero.
Un narratore dell’Italia vera
Claudio Risi non cerca l’effetto speciale né il compiacimento autoriale.
Preferisce stare accanto ai suoi personaggi, raccontare il quotidiano, dare voce a storie che sembrano piccole e che invece parlano di tutti noi.
Il suo lavoro mantiene nel tempo una coerenza rara: quella di chi sa che dietro ogni risata c’è sempre un frammento di verità.
26 aprile 2020: l’addio a un regista discreto
Claudio Risi muore a Roma il 26 aprile 2020, all’età di 71 anni.
Si spegne in un ospedale romano, a causa di complicazioni sorte dopo un infarto che lo aveva colpito circa due mesi prima.
La notizia della sua scomparsa arriva direttamente dalla famiglia, che comunica anche l’impossibilità di organizzare funerali pubblici a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza coronavirus.
Un addio silenzioso, nel rispetto delle norme di quel tempo difficile, ma carico di affetto da parte di chi ha amato il suo modo di raccontare la vita senza mai urlare.
Claudio Risi nasce a Berna il 12 novembre 1948, figlio d’arte di Dino Risi, uno dei padri della commedia all’italiana.
Cresce tra set cinematografici e racconti di un’Italia che cambia, respirando fin da ragazzo quell’atmosfera fatta di immagini, battute, ritmo e umanità.
Ma Claudio sceglie di trovare una sua strada, distinta ma ugualmente incisiva.
Non si limita a cavalcare l’eredità paterna: costruisce una carriera autonoma, fatta di intuizioni, sguardo acuto e una grande capacità di leggere i tempi.
Un occhio attento sulle storie della gente comune
Claudio Risi si impone come regista di cinema e soprattutto di televisione, dando vita a prodotti che sanno raccontare l’Italia con leggerezza senza mai scadere nella superficialità.
Il suo capolavoro più amato è I ragazzi della 3ª C, serie cult degli anni Ottanta che fotografa una generazione tra sogni, ingenuità e piccole conquiste quotidiane.
Con quella narrazione semplice e ironica, riesce a dipingere una società in bilico tra spensieratezza e cambiamento, parlando direttamente al cuore del pubblico.
Non si ferma però alla fiction adolescenziale: dirige film come Anni 90 e Anni 90 – Parte II, commedie corali che, attraverso episodi brevi e ritmati, raccontano i vizi e le virtù degli italiani con una vena sarcastica e affettuosa.
Il suo cinema non vuole insegnare, vuole osservare.
E lo fa con una mano lieve e uno sguardo sincero.
Un narratore dell’Italia vera
Claudio Risi non cerca l’effetto speciale né il compiacimento autoriale.
Preferisce stare accanto ai suoi personaggi, raccontare il quotidiano, dare voce a storie che sembrano piccole e che invece parlano di tutti noi.
Il suo lavoro mantiene nel tempo una coerenza rara: quella di chi sa che dietro ogni risata c’è sempre un frammento di verità.
26 aprile 2020: l’addio a un regista discreto
Claudio Risi muore a Roma il 26 aprile 2020, all’età di 71 anni.
Si spegne in un ospedale romano, a causa di complicazioni sorte dopo un infarto che lo aveva colpito circa due mesi prima.
La notizia della sua scomparsa arriva direttamente dalla famiglia, che comunica anche l’impossibilità di organizzare funerali pubblici a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza coronavirus.
Un addio silenzioso, nel rispetto delle norme di quel tempo difficile, ma carico di affetto da parte di chi ha amato il suo modo di raccontare la vita senza mai urlare.