25 marzo 2021. Muore il cineasta Bertrand Tavernier.

Bertrand Tavernier nasce a Lione il 25 aprile 1941.
È figlio di René Tavernier, scrittore e poeta, fondatore della rivista Confluences.
Cresce in un ambiente ricco di cultura e si trasferisce a Parigi con la famiglia nel 1947.
Durante l’adolescenza coltiva la passione per il cinema insieme a Volker Schlöndorff.
Abbandona gli studi di diritto per dedicarsi completamente alla settima arte.
Il cineclub Nickelodéon e la critica cinematografica
All’inizio degli anni ’60 fonda il cineclub Nickelodéon, con l’obiettivo di riscoprire i maestri del cinema americano.
Scrive per le principali riviste specializzate francesi, tra cui Positif, Cahiers du cinéma e Télérama.
Intervista grandi registi internazionali come John Ford, John Huston e Raoul Walsh.
Contribuisce alla riscoperta di Michael Powell, anche insieme a Martin Scorsese.
L’esordio alla regia e il successo
Dopo aver collaborato come sceneggiatore e addetto stampa, esordisce alla regia nel 1974 con L’orologiaio di Saint-Paul.
Il film conquista l’Orso d’argento a Berlino e il Premio Louis-Delluc.
Tavernier si impone con uno stile rigoroso, attento agli attori e ricco di riferimenti letterari.
Si distingue come autore capace di coniugare impegno civile e amore per la narrazione.
Cinema e storia: un binomio centrale
Con film come Che la festa cominci… e Il giudice e l’assassino, approfondisce i temi storici e politici.
Torna spesso al passato per riflettere sul presente, come in La vita e nient’altro o Capitan Conan.
Rappresenta il Medioevo in Quarto comandamento e l’occupazione nazista in Laissez-passer.
Ogni pellicola diventa occasione per esplorare l’identità francese, le sue luci e le sue ombre.
Uno sguardo lucido sulla contemporaneità
Tavernier racconta anche la società del suo tempo, come in Ricomincia da oggi o I miei vicini sono simpatici.
Denuncia il voyeurismo mediatico in La morte in diretta e firma noir memorabili come Colpo di spugna e L’esca.
Sperimenta il film musicale con Round Midnight e il documentario narrativo con Mississippi Blues.
La sua filmografia spazia tra generi diversi, sempre con uno sguardo attento all’uomo.
Una carriera autonoma e coerente
Nel 1977 fonda la casa di produzione Little Bear, con cui mantiene totale indipendenza artistica.
Continua a lavorare fino agli anni Duemila, dirigendo film come La piccola Lola e In the Electric Mist, la sua prima opera americana.
Nel 2015 riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia.
Impegno culturale e produzione scritta
Tavernier è stato presidente dell’Institut Lumière di Lione e autore di programmi per la televisione.
Ha pubblicato due importanti saggi con Jean-Pierre Coursodon sulla storia del cinema americano.
Con il figlio Nils ha realizzato documentari e reportage di grande valore umano e sociale.
La morte e il saluto della Francia
Bertrand Tavernier muore il 25 marzo 2021 a Sainte-Maxime, a causa di una pancreatite.
Aveva 79 anni.
Bertrand Tavernier nasce a Lione il 25 aprile 1941.
È figlio di René Tavernier, scrittore e poeta, fondatore della rivista Confluences.
Cresce in un ambiente ricco di cultura e si trasferisce a Parigi con la famiglia nel 1947.
Durante l’adolescenza coltiva la passione per il cinema insieme a Volker Schlöndorff.
Abbandona gli studi di diritto per dedicarsi completamente alla settima arte.
Il cineclub Nickelodéon e la critica cinematografica
All’inizio degli anni ’60 fonda il cineclub Nickelodéon, con l’obiettivo di riscoprire i maestri del cinema americano.
Scrive per le principali riviste specializzate francesi, tra cui Positif, Cahiers du cinéma e Télérama.
Intervista grandi registi internazionali come John Ford, John Huston e Raoul Walsh.
Contribuisce alla riscoperta di Michael Powell, anche insieme a Martin Scorsese.
L’esordio alla regia e il successo
Dopo aver collaborato come sceneggiatore e addetto stampa, esordisce alla regia nel 1974 con L’orologiaio di Saint-Paul.
Il film conquista l’Orso d’argento a Berlino e il Premio Louis-Delluc.
Tavernier si impone con uno stile rigoroso, attento agli attori e ricco di riferimenti letterari.
Si distingue come autore capace di coniugare impegno civile e amore per la narrazione.
Cinema e storia: un binomio centrale
Con film come Che la festa cominci… e Il giudice e l’assassino, approfondisce i temi storici e politici.
Torna spesso al passato per riflettere sul presente, come in La vita e nient’altro o Capitan Conan.
Rappresenta il Medioevo in Quarto comandamento e l’occupazione nazista in Laissez-passer.
Ogni pellicola diventa occasione per esplorare l’identità francese, le sue luci e le sue ombre.
Uno sguardo lucido sulla contemporaneità
Tavernier racconta anche la società del suo tempo, come in Ricomincia da oggi o I miei vicini sono simpatici.
Denuncia il voyeurismo mediatico in La morte in diretta e firma noir memorabili come Colpo di spugna e L’esca.
Sperimenta il film musicale con Round Midnight e il documentario narrativo con Mississippi Blues.
La sua filmografia spazia tra generi diversi, sempre con uno sguardo attento all’uomo.
Una carriera autonoma e coerente
Nel 1977 fonda la casa di produzione Little Bear, con cui mantiene totale indipendenza artistica.
Continua a lavorare fino agli anni Duemila, dirigendo film come La piccola Lola e In the Electric Mist, la sua prima opera americana.
Nel 2015 riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia.
Impegno culturale e produzione scritta
Tavernier è stato presidente dell’Institut Lumière di Lione e autore di programmi per la televisione.
Ha pubblicato due importanti saggi con Jean-Pierre Coursodon sulla storia del cinema americano.
Con il figlio Nils ha realizzato documentari e reportage di grande valore umano e sociale.
La morte e il saluto della Francia
Bertrand Tavernier muore il 25 marzo 2021 a Sainte-Maxime, a causa di una pancreatite.
Aveva 79 anni.