25 aprile 1595. Muore Torquato Tasso, autore della Gerusalemme liberata.

Torquato Tasso nasce a Sorrento l’11 marzo 1544, in una famiglia colta ma segnata da instabilità e viaggi forzati.
Si forma tra Napoli, Roma, Bologna e Padova, ma è nel continuo sradicamento che costruisce la propria identità.
La poesia per lui non è solo arte: è ricerca di verità, di grazia, di salvezza interiore.
La voce solenne di una nuova epica
Torquato Tasso raggiunge la fama nel 1581 con la pubblicazione della Gerusalemme liberata, un poema epico incentrato sulla Prima Crociata.
Ma non è un’epica convenzionale: dietro le armature dei cavalieri si intravedono passioni, dubbi, cedimenti.
La figura di Rinaldo, l’eroe diviso tra amore e dovere, e quella struggente di Clorinda, guerriera e martire, restano scolpite nella memoria collettiva.
Il poema è un intreccio di fede, eroismo e sensibilità moderna.
E Tasso, attraverso la sua lingua musicale e potente, riesce a dare forma a una spiritualità viva, sofferta, profondamente umana.
Torquato Tasso, un’anima fragile tra genio e follia
Ma la vita di Tasso non segue i trionfi letterari.
È segnata da profonde inquietudini, da lunghi periodi di solitudine e da ricoveri forzati in ospedali psichiatrici.
Vive la fede in modo tormentato, sente la pressione del giudizio altrui, si scontra con l’Inquisizione e con se stesso.
Eppure, proprio in queste crepe, la sua poesia acquista una forza unica.
Non è solo l’autore dell’epica cristiana, ma un uomo che lotta ogni giorno con il proprio spirito.
25 aprile 1595: l’addio al poeta delle passioni profonde
Torquato Tasso muore il 25 aprile 1595, a Roma, nel convento di Sant’Onofrio al Gianicolo.
Pochi giorni prima, avrebbe dovuto ricevere la corona poetica in Campidoglio, come Dante e Petrarca.
Ma la morte arriva prima dell’onore.
Viene sepolto nel chiostro del convento, dove ancora oggi riposa, in un angolo silenzioso che sembra racchiudere tutto il suo mondo interiore.
Torquato Tasso nasce a Sorrento l’11 marzo 1544, in una famiglia colta ma segnata da instabilità e viaggi forzati.
Si forma tra Napoli, Roma, Bologna e Padova, ma è nel continuo sradicamento che costruisce la propria identità.
La poesia per lui non è solo arte: è ricerca di verità, di grazia, di salvezza interiore.
La voce solenne di una nuova epica
Torquato Tasso raggiunge la fama nel 1581 con la pubblicazione della Gerusalemme liberata, un poema epico incentrato sulla Prima Crociata.
Ma non è un’epica convenzionale: dietro le armature dei cavalieri si intravedono passioni, dubbi, cedimenti.
La figura di Rinaldo, l’eroe diviso tra amore e dovere, e quella struggente di Clorinda, guerriera e martire, restano scolpite nella memoria collettiva.
Il poema è un intreccio di fede, eroismo e sensibilità moderna.
E Tasso, attraverso la sua lingua musicale e potente, riesce a dare forma a una spiritualità viva, sofferta, profondamente umana.
Torquato Tasso, un’anima fragile tra genio e follia
Ma la vita di Tasso non segue i trionfi letterari.
È segnata da profonde inquietudini, da lunghi periodi di solitudine e da ricoveri forzati in ospedali psichiatrici.
Vive la fede in modo tormentato, sente la pressione del giudizio altrui, si scontra con l’Inquisizione e con se stesso.
Eppure, proprio in queste crepe, la sua poesia acquista una forza unica.
Non è solo l’autore dell’epica cristiana, ma un uomo che lotta ogni giorno con il proprio spirito.
25 aprile 1595: l’addio al poeta delle passioni profonde
Torquato Tasso muore il 25 aprile 1595, a Roma, nel convento di Sant’Onofrio al Gianicolo.
Pochi giorni prima, avrebbe dovuto ricevere la corona poetica in Campidoglio, come Dante e Petrarca.
Ma la morte arriva prima dell’onore.
Viene sepolto nel chiostro del convento, dove ancora oggi riposa, in un angolo silenzioso che sembra racchiudere tutto il suo mondo interiore.