24 marzo 1603. Muore Elisabetta I d’Inghilterra.

24 Marzo 2025 - 00:10--Anniversari-
Elisabetta I

Elisabetta I nacque il 7 settembre 1533 nel palazzo di Placentia, a Greenwich.
Figlia del potente Enrico VIII e della sua seconda moglie, Anna Bolena, crebbe in un clima segnato da tensioni e incertezze.
Sin dall’inizio, la sua vita fu travolta da eventi politici e familiari drammatici.

Dopo la decapitazione della madre nel 1536, il re la dichiarò illegittima.
Perse il titolo di principessa e trascorse diversi anni lontana dalla corte, in isolamento.
Tuttavia, grazie all’intervento di Catherine Parr, sesta moglie del padre, Elisabetta fu gradualmente reintegrata nella linea di successione.

Nel frattempo, ricevette un’educazione protestante di altissimo livello.
Sotto la guida dell’umanista Roger Ascham, imparò latino, greco, francese e italiano.
Non solo si dimostrò brillante, ma sviluppò anche una memoria eccezionale e un pensiero acuto, qualità che l’avrebbero distinta per tutta la vita.

L’ascesa al trono: tra ostacoli e riforme

Nel novembre 1558, la morte della sorellastra Maria I aprì a Elisabetta le porte del trono.
Aveva 25 anni e raccoglieva un’eredità difficile, in un regno segnato da persecuzioni religiose e instabilità politica.
Il 15 gennaio 1559, fu incoronata regina, nonostante l’assenza di molti vescovi cattolici, contrari alla sua legittimità e alla sua fede protestante.

Fin da subito, scelse di restaurare il protestantesimo e di rompere con Roma.
Attraverso l’Atto di Supremazia e l’Atto di Uniformità, consolidò l’autorità della Chiesa d’Inghilterra.
Assunse il titolo di “Supremo Governatore della Chiesa”, preferendolo a “Capo Supremo” per ragioni politiche e religiose.
Con questa mossa, riuscì a mantenere un fragile equilibrio tra conservatori e riformatori.

Religione e tensioni interne: una monarchia assediata

Il suo regno fu attraversato da forti tensioni religiose.
Inizialmente tentò una via di compromesso, ma nel 1570 la scomunica di Papa Pio V complicò drasticamente la situazione.
Da quel momento, i cattolici non solo le negarono legittimità, ma organizzarono numerosi complotti contro di lei.

Tra i più noti spiccano il complotto Ridolfi e quello di Babington.
Il pericolo più grande, tuttavia, arrivò dalla cugina cattolica Mary Stuart, regina di Scozia.
Elisabetta la fece imprigionare per 19 anni e, dopo aver scoperto la sua implicazione in una trama contro la corona, ne ordinò l’esecuzione nel 1587.

La sfida alla Spagna: la gloria contro l’Armada

Nel 1588, Elisabetta affrontò il momento più critico del suo regno.
L’Invincibile Armata di Filippo II di Spagna tentò di invadere l’Inghilterra.
La regina, tuttavia, non si fece intimidire: pronunciò un celebre discorso alle truppe a Tilbury, diventando simbolo di coraggio e autorità.

Grazie all’abilità di comandanti come Charles Howard e Francis Drake — e con l’aiuto provvidenziale del maltempo — la flotta inglese sbaragliò il nemico.
Questa vittoria segnò una svolta storica.
L’Inghilterra si impose come potenza navale e iniziò la sua espansione coloniale.
La prima colonia in Nord America, chiamata Virginia, prese nome in onore della “regina vergine”.

Arte, cultura e il mito della regina vergine

Durante il suo regno, l’Inghilterra visse un’epoca d’oro.
Nacque così l’età elisabettiana, un periodo di straordinario splendore culturale.
Fiorirono il teatro, la poesia, la filosofia e la scienza con figure come William Shakespeare, Christopher Marlowe e Francis Bacon.

Elisabetta non si sposò mai.
Scegliendo di non prendere marito, rafforzò l’immagine della “regina vergine”, consacrata interamente al suo regno.
Alcuni storici ipotizzano che questa scelta fu dettata da esperienze traumatiche del passato o da un calcolo politico ben preciso: mantenere il potere nelle sue mani.

Crisi e ultimi anni: il peso del potere

Con il passare del tempo, le difficoltà aumentarono.
Il regno fu scosso da crisi economiche, disordini sociali e nuove tensioni religiose.
In Irlanda, Elisabetta dovette fronteggiare la ribellione di Hugh O’Neill, culminata nell’assedio di Kinsale.

Nel 1601, si trovò a gestire anche la fallita rivolta del conte di Essex, Robert Devereux, da lei stesso fatto giustiziare.
Stanca, malata e sempre più isolata, nel 1602 cadde in uno stato di profonda depressione.
Non riusciva più a sostenere i pesanti doveri del governo e preferì chiudersi nel silenzio.

La morte e i funerali: la fine di un’era

Elisabetta I morì il 24 marzo 1603, all’età di 69 anni, nel palazzo di Richmond.
Le sue ultime parole furono: “Chiamatemi un prete: ho deciso che devo morire”.

Secondo molti studiosi, la causa della morte fu un avvelenamento cronico dovuto all’uso eccessivo di cosmetici contenenti piombo e mercurio.
Queste sostanze le danneggiarono la pelle, i capelli e il sistema nervoso, contribuendo al suo declino.

Fu sepolta nell’Abbazia di Westminster, accanto alla sorella Maria I.
Sulla loro tomba si legge: “Compagne nel trono e nella tomba, qui noi due sorelle, Elisabetta e Maria, riposiamo, nella speranza di un’unica resurrezione.”

Con la sua morte si concluse la dinastia Tudor.
Il trono passò a Giacomo VI di Scozia, figlio di Mary Stuart, che divenne Giacomo I d’Inghilterra.

Lorandi

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L’ascesa al trono: tra ostacoli e riforme

Nel novembre 1558, la morte della sorellastra Maria I aprì a Elisabetta le porte del trono.
Aveva 25 anni e raccoglieva un’eredità difficile, in un regno segnato da persecuzioni religiose e instabilità politica.
Il 15 gennaio 1559, fu incoronata regina, nonostante l’assenza di molti vescovi cattolici, contrari alla sua legittimità e alla sua fede protestante.

Fin da subito, scelse di restaurare il protestantesimo e di rompere con Roma.
Attraverso l’Atto di Supremazia e l’Atto di Uniformità, consolidò l’autorità della Chiesa d’Inghilterra.
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Con questa mossa, riuscì a mantenere un fragile equilibrio tra conservatori e riformatori.

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Il suo regno fu attraversato da forti tensioni religiose.
Inizialmente tentò una via di compromesso, ma nel 1570 la scomunica di Papa Pio V complicò drasticamente la situazione.
Da quel momento, i cattolici non solo le negarono legittimità, ma organizzarono numerosi complotti contro di lei.

Tra i più noti spiccano il complotto Ridolfi e quello di Babington.
Il pericolo più grande, tuttavia, arrivò dalla cugina cattolica Mary Stuart, regina di Scozia.
Elisabetta la fece imprigionare per 19 anni e, dopo aver scoperto la sua implicazione in una trama contro la corona, ne ordinò l’esecuzione nel 1587.

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Nel 1588, Elisabetta affrontò il momento più critico del suo regno.
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