21 marzo 2012. Muore Tonino Guerra: il poeta e sceneggiatore che ha raccontato l’anima dell’Italia.

Antonio “Tonino” Guerra nasce il 16 marzo 1920 a Santarcangelo di Romagna.
Ultimo di quattro figli, crebbe in una famiglia semplice e sviluppò presto una passione per la pittura e la scrittura.
Durante gli studi alle scuole medie ebbe come insegnante Augusto Campana, futuro docente universitario.
Dopo il diploma presso l’Istituto magistrale di Forlì, si iscrisse all’Università di Urbino, scegliendo il corso di Pedagogia.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, nell’agosto 1944, venne arrestato dai fascisti e deportato in Germania.
Fu internato nel campo di Troisdorf, dove iniziò a scrivere poesie in dialetto romagnolo per intrattenere i compagni di prigionia.
Al ritorno in Italia nel 1945, riprese gli studi e nel 1946 si laureò con una tesi sulla poesia dialettale romagnola del Novecento.
Gli inizi nella letteratura e il trasferimento a Roma
Le poesie scritte in prigionia vennero pubblicate nella raccolta I scarabocc con la prefazione di Carlo Bo.
Grazie a questo esordio, si fece conoscere nell’ambiente letterario e fondò a Santarcangelo un gruppo di poeti dialettali.
Nel 1950 vinse il “Premio Emilia” con la sua poesia dialettale, ricevendo il plauso di Salvatore Quasimodo ed Eduardo De Filippo.
Due anni dopo, pubblicò il suo primo romanzo La storia di Fortunato, nella collana I gettoni diretta da Elio Vittorini.
Nel 1953 si trasferì a Roma, iniziando una prolifica carriera da sceneggiatore cinematografico.
La carriera nel cinema: collaborazioni con grandi registi
A partire dagli anni ’50, Guerra collaborò con i più importanti registi italiani, dando vita a sceneggiature memorabili.
Tra i suoi principali partner vi furono Michelangelo Antonioni, Francesco Rosi, Federico Fellini e i fratelli Taviani.
Nel 1967 ottenne una candidatura all’Oscar per il film Blow-Up di Antonioni, che segnò la sua affermazione internazionale.
Negli anni ’70 scrisse oltre venti film e numerosi libri, consolidando il suo ruolo centrale nel cinema italiano.
Nel 1974 firmò la sceneggiatura di Amarcord, il suo primo lavoro per Fellini, un capolavoro che vinse l’Oscar.
Durante un viaggio in Russia nel 1975 conobbe Eleonora Jablokina, con cui si sposò nel 1977.
La sua esperienza in Russia, Armenia e Georgia lo ispirò a tornare alla pittura, che divenne una passione sempre più importante.
Nel 1983 scrisse Nostalghia per il regista Andrej Tarkovskij, mentre con i Taviani lavorò a La notte di San Lorenzo e Kaos.
Collaborò nuovamente con Fellini in Ginger e Fred (1986) e con Rosi in Carmen (1984).
Il ritorno in Romagna e la rinascita artistica
Nel 1989 lasciò Roma per stabilirsi a Pennabilli, un borgo dell’Appennino riminese.
Qui riscoprì il contatto con la natura e si dedicò a installazioni artistiche che chiamò I Luoghi dell’Anima.
Tra le sue opere più note si trovano L’Orto dei frutti dimenticati, Il Santuario dei pensieri e La Strada delle meridiane.
Negli anni ’90 continuò a lavorare come sceneggiatore, collaborando con Theo Angelopoulos e Michelangelo Antonioni.
Divenne noto al grande pubblico nel 2001 come testimonial degli spot Unieuro con il celebre slogan: L’ottimismo è il profumo della vita!
Nel 2010, in occasione del suo 90º compleanno, ricevette il David di Donatello alla carriera.
La morte e i funerali
Tonino Guerra muore il 21 marzo 2012, all’età di 92 anni, nella sua città natale di Santarcangelo di Romagna.
La sua scomparsa avvenne simbolicamente nella Giornata Mondiale della Poesia, celebrata dall’UNESCO.
Le sue ceneri furono incastonate nella roccia sopra la sua Casa dei Mandorli a Pennabilli, dove aveva vissuto per 25 anni.
Antonio “Tonino” Guerra nasce il 16 marzo 1920 a Santarcangelo di Romagna.
Ultimo di quattro figli, crebbe in una famiglia semplice e sviluppò presto una passione per la pittura e la scrittura.
Durante gli studi alle scuole medie ebbe come insegnante Augusto Campana, futuro docente universitario.
Dopo il diploma presso l’Istituto magistrale di Forlì, si iscrisse all’Università di Urbino, scegliendo il corso di Pedagogia.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, nell’agosto 1944, venne arrestato dai fascisti e deportato in Germania.
Fu internato nel campo di Troisdorf, dove iniziò a scrivere poesie in dialetto romagnolo per intrattenere i compagni di prigionia.
Al ritorno in Italia nel 1945, riprese gli studi e nel 1946 si laureò con una tesi sulla poesia dialettale romagnola del Novecento.
Gli inizi nella letteratura e il trasferimento a Roma
Le poesie scritte in prigionia vennero pubblicate nella raccolta I scarabocc con la prefazione di Carlo Bo.
Grazie a questo esordio, si fece conoscere nell’ambiente letterario e fondò a Santarcangelo un gruppo di poeti dialettali.
Nel 1950 vinse il “Premio Emilia” con la sua poesia dialettale, ricevendo il plauso di Salvatore Quasimodo ed Eduardo De Filippo.
Due anni dopo, pubblicò il suo primo romanzo La storia di Fortunato, nella collana I gettoni diretta da Elio Vittorini.
Nel 1953 si trasferì a Roma, iniziando una prolifica carriera da sceneggiatore cinematografico.
La carriera nel cinema: collaborazioni con grandi registi
A partire dagli anni ’50, Guerra collaborò con i più importanti registi italiani, dando vita a sceneggiature memorabili.
Tra i suoi principali partner vi furono Michelangelo Antonioni, Francesco Rosi, Federico Fellini e i fratelli Taviani.
Nel 1967 ottenne una candidatura all’Oscar per il film Blow-Up di Antonioni, che segnò la sua affermazione internazionale.
Negli anni ’70 scrisse oltre venti film e numerosi libri, consolidando il suo ruolo centrale nel cinema italiano.
Nel 1974 firmò la sceneggiatura di Amarcord, il suo primo lavoro per Fellini, un capolavoro che vinse l’Oscar.
Durante un viaggio in Russia nel 1975 conobbe Eleonora Jablokina, con cui si sposò nel 1977.
La sua esperienza in Russia, Armenia e Georgia lo ispirò a tornare alla pittura, che divenne una passione sempre più importante.
Nel 1983 scrisse Nostalghia per il regista Andrej Tarkovskij, mentre con i Taviani lavorò a La notte di San Lorenzo e Kaos.
Collaborò nuovamente con Fellini in Ginger e Fred (1986) e con Rosi in Carmen (1984).
Il ritorno in Romagna e la rinascita artistica
Nel 1989 lasciò Roma per stabilirsi a Pennabilli, un borgo dell’Appennino riminese.
Qui riscoprì il contatto con la natura e si dedicò a installazioni artistiche che chiamò I Luoghi dell’Anima.
Tra le sue opere più note si trovano L’Orto dei frutti dimenticati, Il Santuario dei pensieri e La Strada delle meridiane.
Negli anni ’90 continuò a lavorare come sceneggiatore, collaborando con Theo Angelopoulos e Michelangelo Antonioni.
Divenne noto al grande pubblico nel 2001 come testimonial degli spot Unieuro con il celebre slogan: L’ottimismo è il profumo della vita!
Nel 2010, in occasione del suo 90º compleanno, ricevette il David di Donatello alla carriera.
La morte e i funerali
Tonino Guerra muore il 21 marzo 2012, all’età di 92 anni, nella sua città natale di Santarcangelo di Romagna.
La sua scomparsa avvenne simbolicamente nella Giornata Mondiale della Poesia, celebrata dall’UNESCO.
Le sue ceneri furono incastonate nella roccia sopra la sua Casa dei Mandorli a Pennabilli, dove aveva vissuto per 25 anni.