Paolo Pillitteri, sindaco socialista di Milano dal 1986 al 1992, è morto nel giorno del suo 84esimo compleanno, lasciando dietro di sé un’eredità politica e umana che ha profondamente segnato la storia recente della città e del Paese.
Ad annunciare la sua scomparsa è stato il figlio Stefano, che sui social ha condiviso un commosso ricordo: “Ha avuto un’esistenza assai ricca, nel bene e nel male. Ed è ciò che più conta nel nostro passaggio terreno”.
Il sindaco di una Milano in trasformazione
Pillitteri ha guidato Milano in un periodo cruciale, gli anni Ottanta, caratterizzati da profondi cambiamenti economici, culturali e sociali.
Succedendo a Carlo Tognoli, Pillitteri portò avanti una visione moderna e riformista, che coniugava lo sviluppo economico con l’attenzione ai bisogni sociali.
Sotto la sua amministrazione, Milano si affermò come capitale internazionale della moda, del design e della finanza, ma non mancò l’impegno verso i più deboli, cercando di mantenere un equilibrio tra crescita e solidarietà.
Stefania Craxi, nipote di Pillitteri e figlia di Bettino Craxi, lo ha definito “un sindaco illuminato di una Milano che negli anni Ottanta si aprì al mondo”, sottolineando la sua capacità di proiettare la città verso il futuro senza dimenticare le esigenze di chi restava indietro.
La sua politica, basata su competenza, studio e sacrificio, incarnava i valori del socialismo riformista, sempre attento alla modernizzazione ma anche alle istanze sociali.
Un protagonista del socialismo italiano
Paolo Pillitteri non fu solo sindaco di Milano, ma anche parlamentare e figura di spicco del Partito Socialista Italiano negli anni Ottanta e Novanta.
La sua carriera politica riflette un’epoca complessa, segnata da grandi speranze ma anche da profonde contraddizioni.
Come ricorda il figlio Stefano, la vita di Pillitteri fu caratterizzata non solo da successi, ma anche da momenti di grande difficoltà.
Tra questi, un “decennio di persecuzione giudiziaria” che lo coinvolse durante la stagione di Tangentopoli, segnando profondamente gli ultimi anni della sua attività pubblica.
Nonostante le sofferenze, Pillitteri continuò a essere una voce rispettata e autorevole, come dimostrato dalla sua ultima uscita pubblica l’11 novembre 2024, durante la presentazione del libro All’ombra della storia.
Un legame personale e politico con i Craxi
Paolo Pillitteri era cognato di Bettino Craxi, un legame che lo inseriva in una delle famiglie più influenti della politica italiana del Novecento.
Stefania Craxi, nel ricordarlo, ha sottolineato il suo ruolo di sostegno durante i momenti più difficili, anche quando l’ostilità della magistratura lo colpì direttamente. In particolare, fu un dolore profondo per Pillitteri l’impossibilità di partecipare ai funerali di Bettino Craxi in Tunisia, un episodio che la senatrice ha definito un’“ultima cattiveria” nei suoi confronti.
Il ricordo di una Milano diversa
Con la sua scomparsa, Milano perde uno degli uomini che più hanno contribuito a definirne l’identità negli anni Ottanta.
Il suo approccio moderno e riformista ha lasciato un’impronta duratura, rendendo Milano una città in grado di competere su scala globale senza perdere il contatto con le sue radici sociali.
Il suo mandato, pur segnato da controversie, è ricordato per il tentativo di coniugare progresso e solidarietà in un periodo di grandi cambiamenti.
Paolo Pillitteri lascia un’eredità fatta di luci e ombre, ma soprattutto di una visione politica che cercava di unire modernità e umanità.
La sua morte segna la fine di un’epoca, ma il suo ricordo vive nelle persone che lo hanno conosciuto e nelle generazioni che hanno beneficiato della sua visione. Come ha scritto il figlio Stefano: “Resta e resterà nel cuore di tante persone”.
Oggi, Milano e l’Italia intera salutano Paolo Pillitteri con gratitudine e rispetto, consapevoli del contributo che ha dato al nostro Paese e alla sua storia.