Negli ultimi anni, in Italia, stiamo assistendo a un lento ma significativo cambiamento della legislazione a tutela degli animali. Viene riconosciuta sempre più l’importanza del legame che si instaura tra gli animali d’affezione e gli umani che li accolgono nelle loro vite.
Una delle espressioni di questo cambiamento riguarda la possibilità di tumulare le ceneri degli animali domestici nelle tombe di famiglia o nel loculo della persona a cui erano legati in vita. Questa pratica, sebbene non ancora diffusa ovunque, sta guadagnando terreno in diverse regioni italiane.
Il Consiglio regionale del Piemonte ha recentemente integrato la legge regionale 7 aprile 2000 n. 39 sui cimiteri per animali d’affezione e il relativo regolamento di attuazione, introducendo la tumulazione congiunta di esseri umani e animali domestici nel loculo o nella tomba di famiglia, previa cremazione dell’animale e collocamento in un’urna separata. Tale operazione può avvenire su richiesta espressa in vita dal defunto o dai suoi eredi. La legge prevede anche altre misure, come il divieto di tenere gli animali alla catena e il riconoscimento delle figure del pet sitter e della pet therapy.
Con questa iniziativa, il Piemonte segue l’esempio di Lombardia, Liguria e Abruzzo, regioni che hanno già adottato disposizioni simili dal 2020 a oggi. Anche la regione Veneto ha una proposta di legge in fase di discussione, segno di un crescente interesse verso questa pratica.
Nel resto del Paese, la situazione è ancora disomogenea. In molte regioni, la tumulazione dei resti animali nei cimiteri è vietata e gli animali possono essere seppelliti solo in cimiteri dedicati o nei giardini di proprietà.
La diffusione di queste normative regionali solleva la questione di una possibile regolamentazione nazionale che uniformi in tutta Italia questa pratica per rispondere alle esigenze affettive di coloro che scelgono di condividere la loro esistenza con un animale.
VP
