“Critichiamo con forza la decisione assunta dal Consiglio Regionale del Molise di stravolgere alcuni elementi significativi delle norme che regolano il settore funebre”, afferma Federcofit che si è fatta interprete delle segnalazioni dei suoi associati molisani. “In particolare, è stata modificata la nozione di feretro, che in tutte le leggi regionali italiane indica la cassa sigillata con all’interno il defunto, mentre nelle nuove norme approvate e pubblicate dal Consiglio Regionale del Molise viene fatta decadere la necessità che la bara sia chiusa. Ciò porta a consentire l’esposizione del defunto a bara aperta nelle sale del commiato, finora definite luoghi in cui per brevi periodi tenere in custodia ed esporre i feretri per i riti di commemorazione. Le nuove norme invece consentono alle sale del commiato una serie di operazioni tipiche degli obitori e delle case funerarie, come l’osservazione della salma e l’esposizione a bara aperta. Si genera a questo punto la confusione tra casa funeraria e sala del commiato, che non è un mero fatto tecnico. La casa funeraria è un luogo curato nei minimi dettagli, che ha richiesto investimenti cospicui, anche milionari, e che si può considerare il fiore all’occhiello di un’impresa che offre standard di qualità e di sicurezza elevatissimi. La nuova sala del commiato invece sarebbe poco più di una stanza che, per quanto adattata per rispettare alcuni requisiti igienico-sanitari, rimarrebbe un luogo di seconda o terza fascia in grado di operare una concorrenza di cui sarà difficile osservare la correttezza. Il dato più spiacevole è che tutto avviene alle spalle delle famiglie gravate da un lutto, che nulla sanno di ciò che accade dietro le quinte del servizio funebre”.