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Cimitero Napoli. La processione dei parenti dei defunti: “Per identificarli speriamo nelle bottigline e nel Dna”.

Dall’antichissima usanza della bottiglina posta accanto al defunto fino all’analisi del Dna. All’indomani del crollo dei due edifici nel cimitero di Poggioreale, inizia il lavoro per restituire un nome e una degna sepoltura ai cadaveri fuoriusciti dalle nicchie finite in mille pezzi.
È un disastro“, sospira don Giuseppe Tufo, direttore dell’Ufficio Confraternite della Diocesi di Napoli, mentre recupera negli archivi tutta la documentazione riferita agli oltre 2.300 loculi delle palazzine delle Congreghe San Gioacchino e Dottori Bianchi, ora distrutte. “Inoltre sono tutti documenti cartacei; molti loculi risalgono agli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso“. Per velocizzare e per facilitare il censimento nelle prossime ore sarà anche redatto un avviso pubblico per chiedere alle famiglie ” di farsi avanti” presentando alcuni documenti. Attivo da oggi anche uno sportello telefonico. Stando ai primi accertamenti sono circa 200 i loculi sventrati dal crollo. I sacchi con i cadaveri sono incastrati in alcune parti dell’edificio, oppure sono finiti a terra mischiati ai detriti. Alcuni ancora interi, altri in mille pezzi tra le macerie.

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