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7 novembre 1980, muore Steve McQueen.

Un po’ l’icona pop dell’attore fico e scapestrato, Steve McQueen passa alla storia per alcuni dei film più famosi della storia del cinema a stelle e strisce degli anni anni ’60-’70 come I magnifici Sette, La Grande Fuga e Bullitt. Piccola curiosità: aveva opzionato il ruolo di John Rambo, ma sfortunatamente per lui e fortunatamente per Sylvester Stallone, il suo tempo arrivò prematuramente.
Ex militare e attore comunque di grande talento (diplomato al celebre Actor’s Studio), McQueen è la quintessenza del supereroe di azione in carne e ossa, condividendo questo ruolo con l’amico/rivale Paul Newman. Peraltro girava quasi tutte le scene dei propri film senza l’uso di stuntmen, una delle quali, curiosamente, non fu una delle più iconiche ( il salto del filo spinato in moto ne La grande fuga).
Altra cosa che condivideva con Paul Newman, la passione per i motori, e fu pilota in numerose gare sia in auto (anche nella mitica 24 ore di LeMans) che in moto. In suo onore, la Pixar diede il nome al protagonista del suo cartoon Cars. Ottimo anche il recente documentario su di lui Le 24 ore di Le Mans, dal titolo molto “Vasco”: Steve McQueen – Una vita spericolata.
L’ultima bandiera a scacchi arrivò, ironia della sorte, non in una fiammata da vita spericolata, ma per un cancro derivato da esposizione all’amianto durante il servizio militare. Di lui tante citazioni più o meno vere, ma larger than life come da personaggio. Ci piace questa: “La corsa è vita. Tutto quello che viene prima o dopo è solo attesa”.

fonte: spettakolo.it

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