“Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha deliberato di impugnare la legge della Regione Calabria che riguarda “Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria”, salvo l’art. 8 comma 2 corretto in tempo il resto è impugnato come la vecchia legge 22, infatti quest’ultima legge, anche l’atto normativo in oggetto ricalca, in parte, il disegno di legge Atto Senato n. 2492″.
E’ quanto scrive in una nota l’associazione funeraria calabrese. “Ancora una volta –prosegue la nota– il legislatore (o chi per lui) regionale si sostituisce a quello statale nel dettare, all’art. 2, principi generali, definizioni e qualificazioni che avrebbero dovuto – in realtà – costituire il perimetro (statale) all’interno del quale le regioni sarebbero state chiamate a svolgere “compiti di programmazione, indirizzo, coordinamento e controllo”, ai sensi dell’ art. 3 del disegno di legge n. 2492.
La legge regionale ripropone alcune norme riguardanti sia l’esercizio dell’attività di impresa funebre sia la cremazione che, rispettivamente, violano il principio di libera concorrenza, e invadono la competenza esclusiva statale in materia di ordinamento civile e di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, di cui all’art. 117, secondo comma, lett. e), l) ed m), della Costituzione.