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È morto Enrico Nascimbeni, addio al giornalista e cantautore.

È morto improvvisamente nella notte, probabilmente per un malore, Enrico Nascimbeni, giornalista, cantante, poeta e molte altre cose, uno dei protagonisti della Milano che si oppone alle derive xenofobe e violente. Aveva 60 anni, era nato a Verona, e da qualche anno era tornato a Milano, città dove aveva vissuto anche da ragazzo.
Il 18 agosto dell’anno scorso era stato aggredito sull’uscio di casa da due persone che gli avevano urlato “sporco comunista di m…” mentre lo ferivano con un coltello, per fortuna in modo non grave.
Lo scrittore aveva raccontato il fatto sul suo profilo Facebook, ed era stato sommerso da un’onda di solidarietà. Lo stesso profilo sul quale pubblicava da anni i suoi interventi anti razzisti e antifascisti. Il comando provinciale dei carabinieri di via Moscova aveva aperto un’indagine, senza però mai riuscire a individuare i due aggressori, che evidentemente avevano preso di mira Nascimbeni per le sue attività nei movimenti milanesi. Era infatti molto vicino ai Sentinelli e alla comunità Saman, per cui curava anche il giornale BorderOnLine.
Era rimasto molto segnato da quell’esperienza e nel settembre scorso aveva raccontato l’episodio durante la grande manifestazione antirazzista promossa dai Sentinelli e dall’Anpi in piazza Duomo. A gennaio era stato ricoverato in ospedale per problemi cardiaci, ma era uscito dopo qualche settimana e sembrava stare meglio.
Figlio del giornalista Giulio Nascimbeni, Enrico aveva ripreso le sue attività professionali, senza darsi per vinto. Oggi sulla sua pagina Fb c’è l’annuncio della scomparsa: “Enrico ora è un aquilone. Ha scelto di sbagliare, le parole sono sue, assieme a quella grande umanità composta di amori, affetti, amicizie, poesie, canzoni. Ora vola libero e a tutti manda il suo abbraccio di libertà”.
Mentre la notizia della sua scomparsa fa il giro della rete, si moltiplicano i messaggi di cordoglio. Achille Saletti di Saman lo ricorda con affetto: “Eravamo amici da una vita, oggi per me è una giornata triste”. Luca Paladini dei Sentinelli: “Era molto amico di molti di noi, dal giorno dell’attentato l’avevamo circondato di affetto. E durante la manifestazione Intolleranza zero con le magliette rosse l’avevamo voluto come testimonial perché protagonista del clima violento che si respira in Italia. Aveva fatto cantare Bella ciao a 30mila persone con la chitarra in mano. Così lo voglio ricordare”.

fonte: milano.repubblica.it

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