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L’America dice addio alla cerimonia funebre: ora i funerali sono una festa (anche per le tasche).

Nessuno di noi ne uscirà vivo”. Su questa lapalissiana certezza si fonda il business della californiana Alison Bossert che, dopo 17 anni passati nel mondo del cinema come organizzatrice di eventi, ha deciso di mettersi in proprio come “funeral planner”. “Non possiamo controllare come e quando moriamo, ma possiamo dire come vogliamo essere ricordati”. In altre parole: la morte è un dato di fatto, ma non è scontato il modo in cui ce ne andremo e come sarà il nostro ultimo saluto. La funeral planner con la sua Final Bow Productions ha organizzato decine di eventi in cui si è arrivati a commemorare un caro estinto con folle di 300 persone, agghindate come allo stadio per il Super Bowl: cappellini da baseball con stampato il motto del defunto, carrello degli hot-dog, bevande zuccherate e gli amici che si avvicendano sul palco per orazioni più spiritose che tristi.

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