fbpx

18 dicembre 2010. La scomparsa di Tommaso Padoa Schioppa.

Nato a Belluno fa da una famiglia dell’alta borghesia, Padoa Schioppa era noto come economista con una radicata vocazione europeista, esperto conoscitore del funzionamento dei mercati internazionali, con la passione della musica classica e della letteratura d’avventura. Partito con una formazione liceale a Trieste (dove peraltro conosce la sua futura moglie, Fiorella Kostoris, economista anche lei, dalla quale ha tre figli) si laurea nel 1966 alla Bocconi e dopo due nel settore privato, approda nel 1968 alla sede della Banca d’Italia di Milano. Due anni dopo, nel 1970, se ne va a fare un master a Boston al prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT) con Franco Modigliani. Dal ’79 all’83 è a Bruxelles per ricoprire la carica di direttore generale per gli affari economici e finanziari nella commissione delle Comunità economica europea. L’Europa, del resto, è una delle grandi passioni che caratterizzano tutta la sua carriera, culminata nell’ingresso nel board della Bce. Una sorta di epilogo ‘obbligato’, quest’ultimo, soprattutto se si pensa che Padoa Schioppa aveva dato un importante contributo alla costruzione dell’euro partecipando al comitato Delors per impostare le basi dell’unificazione monetaria. In Bankitalia impiega 16 anni per fare il suo ingresso nel direttorio: nel giugno del 1984 viene nominato vicedirettore generale, con Carlo Azeglio Ciampi Governatore, Lamberto Dini direttore generale e Antonio Fazio vicedirettore generale. Di fatto in tutto quel periodo, pur essendo il numero quattro per anzianità di ingresso nel direttorio, è comunque lui che assieme a Ciampi manda avanti la banca. I suoi numi ispiratori sono sempre stati gli ex governatori Carli e Baffi, tanto che quando quest’ultimo morì, Padoa Schioppa interruppe una vacanza in Grecia con la famiglia per andare al suo funerale. Nel 1993 quando – con l’Italia uscita dallo Sme e nessuno che sottoscriveva più i titoli di stato – occorreva ridare fiducia al paese, Ciampi viene chiamato a Palazzo Chigi. Da allora a Palazzo Koch comincia una sorta di lotta fra titani, a suon di veti incrociati, per conquistare la leadership della banca, che viene a sorpresa affidata a Antonio Fazio. Nel 1994, quando il nuovo premier Silvio Berlusconi chiama Dini al ministero del Tesoro, il percorso ‘tradizionale’ avrebbe voluto che Padoa Schioppa da numero tre diventasse direttore generale. Ma così non sarà: circolano alcuni nomi di altri possibili candidati (come quello di Rainer Masera), ma Fazio sceglie per la direzione generale il neo vice direttore Vincenzo Desario. Nel 1997 a Padoa Schioppa, ormai emarginato dal nuovo governatore, viene offerta la presidenza della Consob. Decide allora di parlarne con Fazio per dirgli che volentieri continuerebbe a servire la banca, ma questi non lo trattiene. Alla Consob resterà un solo anno. A giugno del 1998, infatti, si trasferisce a Francoforte e tiene a battesimo la neonata Banca Centrale Europea, entrando a far parte del consiglio assieme a altri cinque membri. Al banchiere italiano è affidata la responsabilità delle relazioni internazionali ed europee, dei sistemi di pagamento e della sorveglianza; la durata fissata per il suo mandato sarà di 7 anni.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Indietro