Gli avevano dato sepoltura dentro un sacco di plastica chiuso da una cerniera, all’insaputa dei genitori. E a dodici anni dalla sepoltura, la salma di un 18enne, esumata dal cimitero di Sottomarina di Chioggia, era saponificata. Il corpo del ragazzo, morto il 23 settembre 2001 in un incidente stradale lungo la A4 all’altezza di Portogruaro “risultava trasformato in adipocera, esito del processo di saponificazione” come spiegato dai consulenti tecnici. Il sacco di plastica, impedendo l’attivazione dei processi naturali, aveva “ridotto” in quello stato il corpo del giovane che, a questo punto, non fu composto in tutte le sue parti come si sarebbe dovuto all’epoca, e nemmeno vestito con gli abiti consegnati dai genitori. Vista la morte violenta, in un incidente stradale, all’epoca consigliarono ai parenti di non vedere la salma. La famiglia del diciottenne ha denunciato Olindo Vianello, il titolare dell’impresa di onoranze funebri che all’epoca aveva seguito i funerali, per la violazione dei doveri prescritti dal regolamento di polizia mortuaria del Comune di Portogruaro oltre che della legge regionale sulle norme in materia funeraria. Il giudice ha condannato Vianello a pagare 10.600 euro alla famiglia oltre a 4.800 euro di spese legali, riconoscendo “il grave inadempimento dell’impresa individuale Vianello Olindo, incaricato dagli attori non solo di trasportare la salma dall’obitorio di Portogruaro, bensì anche della preparazione della salma, della vestizione, della presentazione per le onoranze, della chiusura della cassa e del trasporto al cimitero con i relativi presidi“.