Nella periferia di Aalt, in Belgio, lo studio Kaan Architecten ha realizzato il Crematorium Siesegem, un edificio introspettivo e ponderato, che indaga il difficile tema della morte, che risponde ad esigenze funzionali complesse, che invita alla riflessione e che agevola al massimo i percorsi interni. Situato nella campagna ai margini della città, il crematorio si trova tra le colline dolci progettate dall’architetto paesaggista Erik Dhont. Il parco accompagna i visitatori verso la struttura in cemento, facendo da filtro tra il mondo esterno ed il luogo sacro. La sobrietà dell’edificio, che compare tra la vegetazione come un monolite, vuole essere un luogo di commemorazione senza monumentalismo. All’interno, i soffitti alti più di sei metri enfatizzano la vastità dello spazio, e le grandi finestre completano l’effetto rendendo la hall ampia e luminosa. L’ambiente si suddivide successivamente in diverse stanze di cui le più ampie adibite alle cerimonie ed altre pensate per il raccoglimento, mentre le restanti rimangono agli uffici di logistica. Le due sale per le funzioni sono caratterizzate dalle forme morbide scelte per gli arredi, con panche rivestite in pelle chiara, metafora della sabbia. La scelta dei materiali e dei dettagli è ciò che rende pacifica l’atmosfera del Crematorium Siesegem. Se l’esterno è caratterizzato dal béton brut, all’interno troviamo pareti opache dalla texture porosa e parquet in rovere nelle camere per i familiari e la caffetteria. Il marmo in Ceppo di Gré gioca un ruolo centrale nell’esprimere l’essenza dell’architettura. Utilizzato sia per i pavimenti che per le pareti, il suo pattern riesce a conferire ulteriormente l’aspetto di un luogo che rispetta l’intensità delle emozioni traducendole in architettura. È un’ode alla verticalità, pur essendo orizzontale e puro nelle sue geometrie e proporzioni equilibrate.
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