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Rimini. Loculo troppo alto: “Non posso portare i fiori a mio marito”.

La burocrazia non fa sconti. Nemmeno ai morti. Lo sa molto bene Maria Raimonda Castellani, che si è trovata a vivere una situazione kafkiana quando è arrivato il momento di portare al cimitero di San Lorenzo a monte le ceneri del marito. Sì perché il loculo acquistato è troppo in alto. Al camposanto non ci sono scale abbastanza alte per salire fino alla lapide, pulirla, sistemarla, cambiare i fiori. Perfino gli operai incaricati della tumulazione delle ceneri hanno dovuto affittare una gru per portare a termine l’operazione. “E poi abbiamo dovuto pagare a nostre spese il lavoro extra”, attacca la signora. Per lei e gli altri familiari l’odissea è iniziata a ottobre. “Mio marito ha vissuto sempre ai Padulli, per questo il suo desiderio era di essere sepolto a San Lorenzo. Quando è venuto a mancare il 12 settembre, dopo una lunga malattia, abbiamo deciso per la cremazione e ci siamo recati agli uffici cimiteriali per comprare il cumulo dove tumulare le ceneri”. La Castellani è dovuta andare più volte al cimitero, “perché neanche i funzionari erano sicuri della posizione del loculo che avevamo scelto”. Dopo la cremazione, arriva il giorno di tumulare le ceneri. Al cimitero “troviamo l’operaio che non sa come arrivare al loculo, due metri più in alto rispetto a quanto lui riuscisse a salire con la scala”. Dopo la rabbia del momento, la Castellani richiama gli uffici cimiteriali e poi va di persona. “Il direttore mi risponde che quei loculi così in alto non andavano venduti”. La signora non si perde d’animo, insiste, visto che “il loculo ormai l’avevamo scelto e comprato. E una settimana dopo finalmente ci convocano di nuovo per tumulare ceneri”. Fine dell’incubo? No, perché gli operai sono stati costretti nel frattempo a noleggiare un mezzo con un elevatore elettrico (una piccola gru), per salire e sistemare le ceneri nel loculo in tutta sicurezza. “Dopo tanti inconvenienti e lunga attesa, scopro che sarò costretta a pagare di tasca mia il ponteggio”, si sfoga la Castellani. Ma questo è forse il male minore. “A San Lorenzo non esistono scale così alte per arrivare ai nuovi loculi. Perché allora costruirli e venderli, se non possiamo andare sulle tombe dei nostri cari? Non potevano pensarci prima, o prendere scale più alte?”.

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