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Roma. Paola, fioraia felice al Verano: “Qui scopri il senso della vita”.

So’ soddisfazioni. Di quelle vere, da raccontare ai nipoti. Uno si fa il mazzo tutta la vita, s’alza alle 6 per aprire in tempo il banco, si danna l’anima per tenere freschi i crisantemi, cambia l’acqua ai vasi tre volte al giorno, lucida i ricordini per i defunti, si stressa a causa delle zanzare che te puncicano dappertutto, ma quando alle tue spalle senti… “Signorina, permette?”. “Prego…”. “Mi può dare quelle roselline? So’ la mamma del Capitano…”. Allora ti giri. La riconosci. “Ma lei è Fiorella, cavolo!!! Scusa, posso darti del tu? Nun sei Fiorella Totti?! Teposso abbraccia’?”. Eccolo, l’aspetto più bello del suo lavoro: il contatto quotidiano e spontaneo con centinaia di romani, famosi e non, conosciuti in una pausa dal solito tran tran… È una magia che si ripete ogni giorno: l’istante in cui lei, ricambiata, sorride al cliente appena arrivato al Verano in una disposizione d’animo dolce, gentile, il desiderio di regalare un pensiero alla persona cara, una preghiera, di sussurrargli “quanto mi manchi” guardando la foto. In quei momenti lì, da 35 anni, all’ultimo ingresso sul lato di via Tiburtina, popolani e capoccioni, vip e figli di nessuno, passando davanti al banco della “biondina” mostrano il loro volto più autentico. “Io sono curiosa, sensibile. La gente la osservo: quando entra al cimitero non è triste, è sé stessa. Perché piangere è bello, significa provare un’emozione…”.

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