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“Hitler non si è suicidato: ho le prove che fuggì in Argentina vivendo lì per 16 anni”.

Nei libri di storia è scritto che Adolf Hitler si è suicidato alla fine della seconda guerra mondiale, in un bunker di Berlino, mentre l’Armata Rossa prendeva possesso della capitale tedesca. Il giornalista investigativo, studioso e cineasta Gerrard Williams, però, non crede che le cose siano andate così. Williams ha fatto molti studi che, a suo parere, dimostrerebbero come Hitler abbia vissuto per altri 16 anni dopo la fine della guerra. Innanzitutto il giornalista contesta il dato secondo cui i corpi di Hitler ed Eva Braun sarebbero stati bruciati usando della benzina. “È necessario portare un corpo a qualcosa come 3mila gradi in un forno crematorio prima che diventi cenere. Quando i russi arrivano non trovarono corpi in questo stato. Il reporter della BBC, Thomas Cadet disse che i russi non trovarono alcun cadavere che ritennero potesse essere di Adolf Hitler. Non c’è alcuna menzione di Eva Braun, eppure nello stesso luogo furono trovati i corpi bruciati di Joseph e Magda Goebbels”. Williams sostiene che Hitler sia fuggito in Argentina, passando attraverso la Danimarca e la Spagna del generale Franco, stabilendosi poi nella città di San Carlos de Bariloche e morendo dopo una serie di infarti il 13 febbraio 1962. A sostegno di questa tesi ci sarebbe il racconto del pilota tedesco Peter Baumgart. “Abbiamo i rapporti di Peter Baumgart, che venne arrestato, ma, durante il processo, disse di aver portato Hitler, Eva Braun e alcune altre persone a Tønder in Danimarca, per poi vederli salire su un altro aereo e volare a Reus, appena fuori Barcellona. Il generale Franco aveva ottimi rapporti con Hitler e così fornì un aereo dell’Aeronautica spagnola che lo portò a Fuerteventura. Lì Hitler e la moglie salirono a bordo di un convoglio di tre sottomarini. Quando arrivarono sulla costa dell’Argentina passarono la notte in un ranch chiamato Moromar, per poi recarsi a San Carlos de Bariloche in una proprietà dell’ambasciatore nazista in Cile. Non è una teoria, è una certezza”. In un articolo pubblicato lo scorso maggio sull’European Journal of Internal Medicine, alcuni ricercatori forensi dell’università di Versailles, in Francia, hanno esposto i risultati di uno studio sull’osso che si ritiene sia stato prelevato dal corpo del dittatore nazista. I frammenti dell’osso erano stati custoditi per anni dai servizi segreti russi. I ricercatori hanno dapprima esaminato un pezzo del cranio di Hitler, che ha rivelato come una ferita da arma da fuoco fosse uscita dal lato sinistro della sua testa al momento della morte. Gli scienziati non hanno trovato segmenti di metalli pesanti nella bocca di Hitler che potessero suggerire che il dittatore nazista si fosse sparato in bocca con una pistola nel suo bunker di Berlino nel 1945.

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