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Como. I pendolari della cremazione. La chiusura del forno è già costata mezzo milione di euro.

La chiusura del forno e il via vai obbligato nelle altre province è già costato ai comaschi mezzo milione di euro. Le famiglie che scelgono di cremare i propri cari sono costrette a spostarsi nelle altre province lombarde o ad andare in Svizzera. Un pellegrinaggio che comporta costi aggiuntivi. Per ogni funzione fuori provincia si spendono circa 500 euro tra trasporto e tassa di cremazione. Se si considera che dal giorno della chiusura (4 giugno 2016) sono già 913 i comaschi cremati in strutture fuori città, ecco il conto di quasi mezzo milione. Oggi si sceglie la cremazione per il 60% dei defunti. I forni più vicini al Comasco sono quelli di Varese, di Busto Arsizio, di Trecate e di Sondrio. C’è anche un aspetto sociale visto che i parenti finiscono per non seguire una funzione che termina così lontano. Nelle altre città il forno è sempre gestito da una società privata. Como potrebbe seguire l’esempio di Varese e Busto. Un nuovo impianto costa alcuni milioni di euro e ci sono società pronte a realizzare il forno in cambio di un contratto di gestione. A Como la struttura è sempre stata del Comune e gestita dal pubblico con tutti i problemi che ne conseguono.

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